E' iniziato con la ricostruzione di quello che accadde il 30 ottobre del 2007, nei pressi della stazione ferroviaria di Torre di Quinto, il processo per l'omicidio di Giovanna Reggiani, la 47enne morta dopo essere stata rapinata e violentata, sostiene l'accusa, dal romeno 25enne, Romulus Nicolae Mailat (in foto dopo l'arresto).
L'imputato, che ha dato il via libera ad essere ripreso dalle numerose telecamere di media italiani e romeni, ha ascoltato, assistito da un interprete, le accuse pronunciate dal magistrato. Apparentemente tranquillo, vestito con una maglia con stampe sul rugby australiano e pantaloni scuri, è stato fatto accomodare dal presidente della Terza Corte d'Assise, Angelo Gargani, accanto al suo difensore, l'avvocato Piero Piccinini, dopo averlo fatto uscire da una delle 'gabbie' presenti nell'aula bunker di Rebibbia.
Non era presente all’udienza il marito della signora Reggiani, un ammiraglio dell’intelligence italiano. I lettori ricorderanno che dopo questo delitto si è scatenata in Italia la “caccia al rom” che dura tutt’ora. In particolare avevamo contestato la reazione dell’allora Governo italiano che si era fatto trascinare dai più bassi istinti, subendo la reprimenda dell’Unione europea. Ma il danno era già fatto. Attendiamo con serenità il giudizio della magistratura su un caso molto controverso che ha visto i media nazionali affermare un giorno una cosa e il giorno dopo il suo contrario.
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