''Il tentativo di far diventare santo Pio XII (in foto) è inaccettabile''. Suonano come una scomunica nei confronti di Pio XII le parole pronunciate contro la beatificazione di Papa Pacelli dal ministro per gli Affari sociali di Israele Isaac Herzog, che è anche responsabile degli Affari della Diaspora, della lotta all'antisemitismo e dei rapporti con le comunità cristiane. A riportare le dichiarazioni del ministro e' il quotidiano israeliano Hareetz.
''Durante il periodo dell'olocausto il Vaticano sapeva molto bene quello che stava accadendo in Europa'', ha aggiunto l'esponente del governo di Gerusalemme che poi ha spiegato: ''e non vi è alcuna prova, per ora, di alcun provvedimento preso dal Papa che, come Santa Sede, avrebbe potuto ordinare''. Quindi il ministro ha affermato: ''Il tentativo di far diventare santo Pio XII è una forma di ''sfruttamento dell'oblio'' rispetto a quei fatti e testimonia ''una assenza di consapevolezza''. ''Invece di essere coerente con il verso biblico nel quale si afferma 'Tu non permetterai che si versi il sangue del vicino' - ha detto ancora il ministro - il Papa rimase in silenzio e forse fece anche peggio''.
Parole durissime pronunciate questa volta non da un esponente di qualche organizzazione ebraica o da un rabbino, ma da un rappresentante del governo in carica di Israele che, peraltro, ha anche per mandato governativo il compito di gestire le relazioni con le comunità cristiane. Del resto le affermazioni di Herzog arrivano dopo settimane di polemiche intorno alla figura di Pio XII e ai ripetuti interventi del Papa e del Segretario di Stato vaticano in difesa di Pacelli e del suo operato durante la Seconda guerra mondiale.
Sul fronte israeliano la presa di posizione pubblica del Pontefice in favore di Pio XII ha fatto pensare a una sua imminente beatificazione. Da qui una serie di reazioni critiche verso la Santa Sede e la Chiesa cattolica. Ancora, ha destato scalpore l'ipotesi che il Papa non andasse in visita in Israele a causa della didascalia contenuta al memoriale della Shoah di Gersualemme, lo Yad Vashem, nella quale si leggono parole fortemente critiche verso Pio XII e il suo comportamento nel secondo conflitto mondiale.
Successivamente è intervenuto anche il presidente di Israele, Shimon Peres, per ribadire l'invito rivolto a Benedetto XVI a visitare la Terra Santa, tuttavia Peres ha confermato le riserve su Pio XII classificando però l'intero''l'affaire'' come vicenda del passato che non può incrinare gli attuali buoni rapporti con la Chiesa di Roma.
Da parte sua la Santa Sede, attraverso il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, provava a spegnere le polemiche specificando che il Papa aveva deciso di approfondire ulteriormente l'analisi su Pio XII - rimandando quindi la beatificazione - e osservando che la didascalia allo Yad Vashem, pur assolutamente non condivisa dalla Santa Sede, non poteva considerarsi un ostacolo al viaggio del Papa. E tuttavia nei giorni scorsi altri episodi hanno complicato la situazione. Un sito internet di sostenitori del partito di governo Kadima ha pubblicato un fotomontaggio raffigurante Benedetto XVI con una svastica. L'immagine è stata prontamente rimossa e il Primo ministro, Tzipi Livni, ha spiegato subito che l'immagine vergognosa non rappresentava in alcuno modo il suo pensiero o quello del suo partito.
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