mercoledì 15 ottobre 2008

Napoli, il Prefetto non trova duemila Rom...

Si è chiuso il censimento del commissario Alessandro Pansa sui “campi nomadi” in regione. Per la comunicazione ufficiale si attendono le ultime rilevazioni di Caserta, ma già dalle prime notizie informali, emerge un dato importante: solo a Napoli mancano all’appello 2000 rom. Quando, lo scorso giungo, la prefettura ha avviato il censimento aveva fatto una stima di almeno 5000 presenze, sparse tra i grandi campi e i piccoli insediamenti intorno a Napoli. A conti fatti, invece, ci sono circa tremila persone, di cui il 60 per cento sono minori.
Dove sono finiti gli altri 2000 rom, che risultavano dalle precedenti rilevazioni? Secondo i dati della Prefettura sono fuggiti da Napoli e dalla Campania. Sarebbero andati addirittura fuori regione. Secondo noi di sucardrom le stime del Prefetto erano semplicemente errate. E non solo le Sue, perché anche a Roma il dato reale è molto diverso dalle stime sparate sulla stampa da tanti. A Milano, invece, il Vice Sindaco De Corato sta ancora cercando circa ventimila persone...
Tornando a Napoli è da ricordare che due giorni fa qualcuno ha dato fuoco alle baracche sotto il ponte dell´A3, in via Argine, dove si erano rifugiati una trentina di rom di origine slava. Un incendio doloso con numerosi focolai e fiamme altissime.
Ieri la polizia ha fatto nuovi sopralluoghi. Una delle piste investigative è che l’incendio sia legato al giro di prostituzione in via Gallileo Ferrarsi: i rom davano fastidio alle lucciole nordafricane e ai loro protettori. La convivenza era diventata difficile, perciò qualcuno avrebbe deciso di cacciare i rom con la forza. Una spartizione di territorio, anzi una rivendicazione. Il campo di via Argine dato alle fiamme era appena stato censito.

La squadra di polizia, tecnici e volontari, creata dal commissario straordinario per l´emergenza rom per la Campania, il prefetto Alessandro Pansa, ha passato al setaccio i due maxi campi di Secondigliano e Scampia e una ventina di micro campi sparsi in tutta la provincia. «Il censimento si è svolto con modi e metodi democratici - commenta l´assessore alle Politiche sociali del Comune, Giulio Riccio - Senza forzature sulle impronte. Ora dobbiamo però dare l’ultimo colpo di coda e creare dei villaggi di accoglienza strutturati e organizzati. Ogni municipalità dovrà dare il suo contributo».
Due sono ora le emergenze secondo il Prefetto: la casa e la scolarizzazione. E i tempi sono strettissimi, soprattutto per iscrivere i bambini a scuola. Ci sono circa 1000 rom in età scolare, solo nel capoluogo. Per la scolarizzazione, Riccio parla di un «ciclo di scolarizzazione completo, cioè dalle elementari alle scuole superiori, con mediatori rom». E il dirigente regionale scolastico, Alberto Bottino: «Ho dato la mia disponibilità totale a Pansa. Anche se i fondi non ci sono, sono disposto a creare nuove classi, se questi scolari dovessero iscriversi a ottobre o novembre. L´istruzione è un diritto di tutti, siamo pronti a fare l´impossibile».
Ma chi sono proprio i rom a essere veramente in attesa degli esiti concreti del censimento. «Adesso ogni famiglia porta il proprio bambino a scuola, ma vorremmo un servizio di bus. Il ministro ci aveva promesso che il censimento era una buona occasione per tutti. Noi siamo qui» dice Nino, un capofamiglia del campo di Scampia.
Nella periferia nord di Napoli tra Scampia e Secondigliano ci sono 600 bambini in età scolare. E Paola Romano, volontaria della Caritas di Ponticelli: «Avevamo iscritto 40 bambini al 70esimo circolo, ma dopo la diaspora dei roghi nessuno è andato a scuola. Aspettiamo la prefettura, ma siamo a ottobre e non si è mosso niente se non per le iniziative sparse di volontari e della comunità di Sant´Egidio. Tutto il nostro lavoro è andato in fumo, assieme ai campi, nell´indifferenza generale».

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