domenica 12 ottobre 2008

Razzismo, più atti discriminazione e gli esperti criticano la politica

Mentre il centrosinistra accusa il governo di centrodestra di trascurare un'ondata di aggressioni contro immigrati, e il ministro dell'Interno risponde che non c'è una "emergenza razzismo", i dati di un rapporto governativo ancora non pubblicato parlano di un aumento degli atti di discriminazione, almeno nel 2007, e i ricercatori accusano entrambi gli schieramenti di aver alimentato la xenofobia, soprattutto in campagna elettorale.
Gli atti di discriminazione razziale registrati nel 2007 in Italia dai "contact center" dell'Ufficio italiano per la promozione della parità di trattamento (Unar) sono stati 265, in aumento rispetto a quelli segnalati nel 2006.
Lo dicono i dati contenuti nel nuovo rapporto dell'Unar in via di pubblicazione, che Reuters ha potuto leggere.
Nel 2005 i casi registrati erano 282, numero sceso a 218 nel 2006, anche se nella relazione relativa a quell'anno l'Unar segnalava che era aumentata la percentuale dei casi su cui era stata aperta un'istruttoria rispetto al totale delle telefonate ricevute. Meno segnalazioni, insomma, ma più "discriminazioni oggettive".
I dati elaborati dall'Ufficio - istituito con una legge del 2003 e che dipende dal ministero della Pari Opportunità - sono stati raccolti fino all'inizio del dicembre scorso. Mancano invece informazioni sul 2008.
Per quanto riguarda le azioni violente a sfondo razzista, il dato più recente risale al 2006, secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), con 144 episodi di attacchi a persone o danneggiamenti di beni.
I dati dell'agenzia anti-razzismo della Ue indicano comunque che gli atti di razzismo a partire dal 2000 e almeno fino alla fine del 2006 erano praticamente in aumento in tutti i paesi dell'Unione.
Escalation di episodi sulla stampa. Maroni: ma non è emergenza. Intanto, in queste settimane, in particolare dopo il caso del giovane di origine africana, ucciso a bastonate da due commercianti a Milano al grido di "sporco negro" per una scatola di biscotti rubata, quello della presunta aggressione di alcuni vigili di Parma contro uno studente ghanese scambiato per uno spacciatore, e la strage di immigrati africani nel Casertano da parte della Camorra forse per una "guerra" di droga, la stampa italiana ha continuato a pubblicare notizie di atti xenofobi con allarmante ciclicità.
Anche se, come avverte un ricercatore le statistiche fatte sulla base di articoli di giornale sono "poco scientifiche", il ministro dell'Interno Roberto Maroni non ha mostrato dubbi, e il 5 ottobre scorso ha spiegato: "Non credo che ci sia un'emergenza razzismo, sono episodi che vanno colpiti". Salvo poi dire tre giorni più tardi in Parlamento che "non sottovalutiamo questi episodi", ma "dobbiamo contrastare le strumentalizzazioni".
Per i lettori di Repubblica.it, invece, l'Italia - che oggi conta secondo l'Istat quasi 3 milioni e mezzo di immigrati regolari - è un paese sicuramente xenofobo. Per l'82% dei lettori che nei giorni scorsi hanno risposto a un sondaggio online, esiste una "emergenza razzismo".
All'inizio del 2008, secondo un sondaggio dell'Eurobarometro, il 76% degli intervistati diceva di percepire in Italia un clima di discriminazione etnica. Un dato superiore alla media europea (62%), ma più basso rispetto ad altri tipi di discriminazione avvertiti, per la fede religiosa o l'orientamento sessuale.

L'allarme del Censis, l'accusa di Amnesty. Un serio allarme-razzismo era venuto a fine 2007 dal Censis che nel suo rapporto annuale aveva segnalato che "nel corso nell'ultimo anno compaiono i primi segnali d'insofferenza nei confronti degli stranieri... e iniziano ad apparire le prime crepe nel sistema d'integrazione".
Un fenomeno amplificato da alcuni episodi di cronaca nera con protagonisti immigrati, diceva il rapporto, criticando però "politici e media" per il loro linguaggio, in cui si mescolano confusamente "rom, rumeni, nomadi, zingari, irregolari, immigrati".
Subito dopo le elezioni in primavera, vinte dal centrodestra, un attacco diretto alla politica e alla stampa era arrivato poi da Amnesty International, che aveva dipinto l'Italia come "un paese pericoloso" per rom e immigrati.
Amnesty aveva chiamato in causa sia il leader del Pd Walter Veltroni che quello di An Gianfranco Fini - oggi presidente della Camera - accusati di avere "una gravissima responsabilità" nel clima razzista, sottolineando la "preoccupante linea di continuità" tra governi di centrosinistra e centrodestra.
Oggi, però, Veltroni accusa il governo di "strizzare l'occhio" al razzismo per ragioni di consenso, Mentre Fini afferma: "Occorre avere l'onestà intellettuale di ammettere che ci sono numerosi episodi di violenza, di xenofobia e di razzismo. Negarlo sarebbe sbagliato... il rischio di razzismo c'è". Anche se dice che per battere il fenomeno serve "una politica chiara sull'immigrazione".
Nel frattempo, quest'estate sul governo di centrodestra si è abbattuta una pioggia di critiche da parte dell'Europa sulla politica di emergenza scelta per affrontare la questione dei Rom e dei cosiddetti "campi nomadi" abusivi in molte città italiane, con la polemica sulle impronte digitali da prendere ai bambini.
Ma pur se alla fine la Commissione Ue ha "assolto" l'Italia dall'accusa di discriminare i Rom, un sondaggio commissionato proprio da Bruxelles all'inizio dell'anno diceva che gli italiani sono i cittadini dell'Unione che mostrano la maggiore diffidenza nei confronti delle persone di etnia Rom.
"Gara sulla criminalizzazione" tra destra e sinistra. "Le vittime di atti di discriminazione sono uscite di più allo scoperto negli ultimi anni rispetto a prima, e questo è incoraggiante - dice a Reuters Udo Enwereuzor, un ricercatore del Cospe di Firenze, referente dell'Agenzia Ue per i diritti fondamentali - ma in modo statistico non si può dire nulla di più. Non ci sono dati raccolti in modo sistematico da parte di nessuno".
Il Cospe, spiega Enwereuzor - un nigeriano, in Italia da 30 anni - monitora anche gli interventi pubblici dei politici italiani su temi come immigrazione e razzismo.
"A partire dalla vicenda della ragazza romana uccisa con la punta dell'ombrello da una giovane romena (nell'aprile 2007, ndr), c'è stata una gara sulla criminalizzazione di romeni e Rom, un discorso pubblico decisamente razzista e discriminante".
Il ricercatore dice che "con toni diversi, ma in sostanza con contenuti simili", sia centrodestra che centrosinistra hanno soffiato sul fuoco dell'intolleranza. "Dopo, da parte della coalizione che ha vinto le elezioni, si sono viste anche le azioni, come la vicenda delle impronte dei Rom".
Per Francesco Pompeo, un antropologo che coordina l'Osservatorio sul Razzismo dell'Università di Roma 3, anche se non mancano dati precisi sugli atti di intolleranza e violenza contro gli immigrati, "una cosa è certa: l'aggredito cambia, non è più l'immigrato clandestino, ma si tratta di persone che vivono da anni in Italia, che appartengono magari alla seconda generazione".
E anche l'aggressore è cambiato, dice il ricercatore, non è più semplicemente il giovane militante di estrema destra. "C'è un discorso razzista che è sicuramente legittimato. Non c'è una legittimazione diretta, ma è una specie di impunità psicologica. Dalla xenofobia di vicinato si è passati al razzismo più esplicito, e questo è molto preoccupante".
Pompeo cita tra le cause quello che chiama il "populismo penale" della destra, ma dice anche che "le cause vere e più profonde, e a Roma è più evidente, rimontano alla gestione del territorio, anche da parte delle amministrazioni di centrosinistra: non è un caso che molti episodi siano accaduti in quartieri diventati terra di nessuno".
Prima delle elezioni, aggiunge l'antropologo, per evitare strumentalizzazioni politiche l'Osservatorio rinunciò a pubblicare uno studio in cui indicava situazione a rischio in quartieri romani come Tor Bella Monaca, il Pigneto, l'Anagnina, tutte aree sono poi avvenuti episodi violenti e dove "era assolutamente chiaro che nonostante il trionfalismo dell'ex sindaco Veltroni grossi interventi sul disagio non erano mai stati fatti". di Massimiliano Di Giorgio

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