Le ultime famiglie che abitano ancora nel “campo nomadi” andranno in via Lorenzini: 19 alloggi, metà sono per loro Olmatello ultimo atto. Entro un anno uno dei due storici "campi nomadi" di Firenze verrà chiuso. E per i settanta-ottanta ospiti che restano, in gran parte kosovari e macedoni, si apre la porta di un condominio in via Lorenzini.
Un edificio di due piani di proprietà comunale che più volte Palazzo Vecchio ha provato a vendere all´asta senza successo e da cui saranno ricavati 19 alloggi, in parte destinati alle 10-12 famiglie (70-80 persone) che ancora oggi vivono all´Olmatello e in parte ai servizi di accoglienza sociale del Comune. La struttura di via Lorenzini oggi è in condizioni fatiscenti e necessiterà di un grosso intervento di ristrutturazione: per questo il Comune e la Regione hanno già stanziato 900 mila euro a testa.
«Non sarà un ghetto, ma un palazzo aperto - immagina la presidente del quartiere 5 Stefania Collesei - non ci finiranno solo i rom dell´Olmatello ma anche altre persone che i servizi sociali decideranno di accogliere».
Le famiglie pagheranno l´affitto: «Non sarà una quota di mercato ovviamente, ma un contributo sostenibile per garantire la manutenzione e il pagamento delle utenze», aggiunge Collesei. Dov´è il palazzo? Al numero civico 21 di via Lorenzini, incastrato tra il viale XI Agosto e il braccio ferroviario di Castello.
Fino a qualche mese fa ospitava alcune decine di artigiani (carrozzieri, muratori e ferramentisti), ma già da gennaio 2009 partiranno i lavori per la realizzazione di una ventina di appartamenti. E nel giro di una decina di mesi, entro la fine del prossimo anno, il nuovo palazzo potrebbe essere pronto.
Ma non ci saranno solo appartamenti, il progetto del quartiere 5 è più ambizioso. «Se non vogliamo che quello diventi il palazzo ghetto per i rom, dovremo pensare a qualcosa di diverso e di coraggioso», anticipa Collesei.
Cosa vuol dire? «Potremmo immaginare che all´interno del complesso di via Lorenzini, nel cortile interno tra i due immobili che lo compongono, nasca una piazza e trovino casa negozi e uffici», dice la presidente del quartiere 5. Ma per questa operazione ci sarà bisogno di una variante urbanistica e i tempi potrebbero essere più lunghi del 2009.
Oggi l´Olmatello ospita 70/80 persone: non più le oltre trecento della metà degli anni Novanta, quando il campo nacque. Per gran parte gli ospiti sono kosovari, o anche macedoni, bosniaci: molti sono nati in Italia, figli di profughi partiti dalla ex Jugoslavia alla fine degli Anni ‘80 per fuggire a guerre e povertà. Non ci sono più le vecchie roulotte di un tempo: solo una quindicina di case mobili, sorta di container sopraelevati. Tutte con servizi igienici, acqua potabile, lavatrice, tv e almeno una parabola. Ci abitano perlopiù famiglie giovani, molte con bambini piccoli
«Per un paio di famiglie da gennaio si aprirà un posto nelle case popolari del Comune, il resto andrà in via Lorenzini», spiega Collesei, pronta a parlare con i residenti della strada per spiegare la decisione e condividere con loro la scelta di dare una casa vera agli ultimi ospiti dell´Olmatello. di Ernesto Ferrara
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