lunedì 17 novembre 2008

Lucca, il Consiglio comunale discute sulla situazione abitativa dei Sinti italiani

Nella seduta di giovedì 13 novembre, è stata nuovamente portata all'attenzione del consiglio dai gruppi PD e Rifondaziome Comunista la situazione della comunità Sinti stanziata in via della Scogliera.
E' stato approvato un è stato approvato, con 22 voti a favore e 12 contrari, un ordine del giorno della maggioranza, dando mandato al sindaco, alla giunta e alla commissione servizi sociali "di approfondire i temi del dibattito al fine di individuare tutte le opportune soluzioni acquisendo le necessarie conoscenze".
Hanno votato contro Pd e Rifondazione comunista, proponendo al contempo una propria mozione dove veniva chiesto "al sindaco e alla giunta a predisporre progetti che prevedano soluzioni per le quali vi dia stato il piano di coinvolgimento e l'assenso dei cittadini interessati". L'ordine del giorno è stato respinto.
Ad aprire la discussione, dove era presente anche una rappresentanza dei Sinti, è stato l'assessore al sociale Angelo Monticelli, ricordando, tra le altre cose, che da lungo tempo le amministrazioni comunali stanno cercando una sistemazione diversa per gli abitanti di quest'area, per favorire l'integrazione in ambito di edilizia pubblica.
“In questo lavoro – ha proseguito Monticelli – almeno tre saranno i livelli di analisi, e ciò in considerazione del fatto che le esigenze non sono univoche, ovvero: garantire ai proprietari delle strutture un’alternativa soddisfacente, favorire l’integrazione, dove ci sono i presupposti, con l’assegnazione di case popolari, trovare altre risposte a quei nuclei che rifiutano l’inserimento nelle abitazioni sociali. Si intende perseguire la via dell’integrazione, convinti che non è un percorso facile da tirare avanti, ma al tempo stesso il comune non può limitarsi a concedere aiuti, ma deve chiedere in cambio il rispetto delle regole e della legalità”.

A sua volta l’assessore alla Polizia Municipale Cappellini ha sottolineato come le normative impongano di censire i “campi nomadi” ed i procedimenti da seguire in caso di accertamenti di abusi edilizi: “Mi sfugge – ha detto Cappellini – se da parte della minoranza si contesti l’opportunità di un intervento, peraltro effettuato in sinergia con le Forze dell’Ordine e con le modalità dalle stesse ritenute più opportune, oppure le conseguenze di tale intervento che stanno, come detto, nel diritto e non nei fatti”.
Durante la discussione ha preso la parole anche Padre Luciano, da anni attento alla vita della comunità Sinti. Il trattamento che è stato fornito alla "minoranza culturale", secondo il religioso, è profondamente contraddittorio: “Sono stati mandati in un acquitrinio, hanno cercato di elaborare delle strutture minime per rendere la loro condizione vivibile, hanno subito processi per abusi conclusi con l’assoluzione per “stato di necessità”, non ci si deve meravigliare se molti , nati e cresciuti lì, non se ne vogliono andare. Chiedono solo un dialogo franco e corretto, un approccio positivo e costruttivo”.
Numerosi sono i consiglieri intervenuti nel dibattito. Tambellini (PD) ha sostenuto la reale esistenza di un problema legale per cui è necessaria una soluzione giusta e improntata al dialogo. Dinelli, invece, (Forza Italia verso il Pdl) ha posto l'accento sull'illegalità, come condizione che impedisce la ricezione di aiuti.
Secondo Bertini (PD) non si tratta di un “campo nomadi”, ma di abitazioni a tutti gli effetti. Dell'opinione diametralmente opposta Martinelli (An verso il Pdl), che sottolineato l'ingente presenza degli abusi edilizi messi in atto dai Sinti: "Se un cittadino ne avesse compiuto solo la metà, sarebbe già stato sanzionato. Da un lato dobbiamo garantire la legalità, dall'altro l'integrazione".
Anche per Brancoli (gruppo misto), l'illegalità travia una sana integrazione e coesistenza. "E' necessario fare un salto di qualità e un impegno serio da parte di tutti".
Tagliasacchi (PD) ha chiesto che ora si apra un percorso di confronto attraverso le commissioni consiliari preposte, per trovare una soluzione, “perché la legalità va rispettata, ma bisogna creare le condizioni perché ciò avvenga”. Secondo Maria Teresa Leone (PD) “la scuola è il luogo dove queste conflittualità vengono abbattute, perché nella scuola siamo tutti persone”.
Per Fabbri (F.I verso il Pdl) bisogna trovare una via d’uscita ad una situazione che non fa onore alla città: “se ci sono abusivismi dovuti alla necessità, bisogna rimuovere la necessità”. Infine Bertani (Udc): “Spero che il problema sollevato stasera non cada nel dimenticatoio, ma prosegua nella commissione servizi sociali, che ne prenda coscienza ed elabori, unitamente all’assessore, progetti finalizzati a trovare una soluzione”. di Sara Berchiolli

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