Giorgio Bezzecchi (in foto) ha presentato il libro “i rom e l’azione pubblica” alla Commissione politiche sociali del Comune di Milano. Bezzecchi ha denunciato "macroscopiche esclusioni e il rischio crescente di trattamenti discriminatori o differenziali, come l'obbligo di sottoscrivere un Patto di legalità e socialità", sottolineando che "i Sinti e i Rom hanno generalmente perso le loro occupazioni, sia quelle tradizionali sia quelle consentite dal mercato del lavoro in rapida trasformazione, senza che in alcun modo le politiche pubbliche affrontassero il problema del superamento della perdita di autonomia e della ricerca di una nuova professione".
Ripercorrendo le soluzioni realizzate in città per l'accoglienza dei Sinti e dei Rom dalla fine degli anni '70 fino ad oggi, "cosa si è fatto - è il problema posto da Bezzecchi ai consiglieri - in questi anni per risolvere i problemi di chi il lavoro lo ha perso, non lo ha mai avuto, non sa come accedervi?". Per Bezzecchi c'è stata "la perdita di un senso riconoscibile e difendibile nell'azione pubblica rivolta ai rom" che "si somma a tentativi illusori di governo delle contraddizioni, ispirati a pratiche costrittive, rese apparentemente meno repressive ma più ambigue dalla cogestione di interventi assistenziali e caritatevoli da parte di enti benefici, corresponsabili della situazione attuale".
Giustamente Bezzecchi ha fatto notare che "con la spesa in conto capitale destinata a realizzare Triboniano si sarebbe potuto avviare un progetto di inserimento abitativo di ampio respiro, come è stata la strada scelta dal Comune di Bologna, che con una politica di sostegno al pagamento del canone d'affitto ha inserito in abitazioni oltre 500 rom".
Al contrario, a Milano, "il sostegno alle cooperative sociali rom", Romano Drom e Laci Buti, "è stato abbandonato dall'attuale dirigenza comunale senza alcuna spiegazione" mentre "la ripresa di questa esperienza e l'affidamento di commesse e servizi pubblici creerebbero delle condizioni di autonomia e delle alternative alla devianza per molte famiglie".
Davvero singolare la risposta della Commissione. "Anche i rom devono fare la loro parte, non solo le istituzioni. Serve un loro auto-movimento per cambiare". E' la richiesta bipartisan con cui la commissione Politiche sociali a palazzo Marino ha risposto al libro "I rom e l'azione pubblica".
«O c'e' un concorso delle comunità nomadi, con un impegno e con denunce, a collaborare con le istituzioni contro le situazioni di illegalità nei campi e per la formazione e la scolarizzazione, o non si risolverà mai nulla. Non ci possono essere solo rivendicazioni", ha detto il consigliere del Pd, Carmela Rozza.
«Condividiamo pienamente l'istanza di Rozza», ha chiuso il presidente della commissione, Aldo Brandirali, di Forza Italia: «Chiedere, chiedere, chiedere, e non essere soggetti del proprio cambiamento - ha detto Brandirali - è uno scandalo. E la spiegazione della situazione drammatica dei campi».
Forse, ma non crediamo, i diversi Consiglieri comunali non sanno che il Comune di Milano ha cancellato tutti i progetti che vedevano i Sinti e i Rom soggetti del proprio cambiamento. Quindi davvero assurdi i commenti della Rozza e di Brandirali.
E’ davvero incredibile. Il disastro milanese è frutto del menefreghismo ventennale dell’amministrazione comunale che non ha mai ascoltato le proposte fatte proprio da quelle persone, come Giorgio Bezzecchi, che chiedevano a questi politici di approntare in maniera diffusa progetti che vedessero i Sinti e i Rom protagonisti attivi del cambiamento.
Sarà utile che Giorgio Bezzecchi, insieme a Maurizio Pagani e Tommaso Vitale, contestino pubblicamente le dichiarazioni vergognose, uscite dalla Commissione politiche sociali. Noi di sucardrom, si sappia, stiamo denunciando il Comune di Milano per il cosiddetto “patto di legalità e socialità”, vero e proprio simbolo della discriminazione razziale subita dai Sinti e Rom in Italia.
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