martedì 11 novembre 2008

Pesaro, il gruppo EveryOne chiede tempo prima della cacciata dei Rom

Il Gruppo EveryOne si impegna per assicurare ai Rom perseguitati e scacciati dalla città di Pesaro un'accoglienza umanitaria in altre città. "E' necessario, però, che le Istituzioni ci concedano un po' di tempo"
Pesaro, una città in cui alcuni di noi hanno scelto di vivere e che si stanno sforzando di amare - tentando di contribuire a un difficilissimo risveglio di ideali umanitari, antifascisti e di solidarietà - ha scelto la via della persecuzione delle minoranze etniche e razziali più vulnerabili. Alcuni mesi fa abbiamo consegnato alla giunta comunale e alle forze dell'ordine la legislazione italiana ed internazionale che tutela i diritti degli individui e dei popoli disagiati, segregati ed esclusi, nonché le Direttive e le Risoluzioni del Parlamento europeo che combattono razzismo e intolleranza e promuovono azioni di inclusione sociale.
Abbiamo inoltre spiegato - per iscritto - alle Istituzioni locali la Direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea all'interno degli Stati membri. La città di Pesaro avrebbe dovuto capire, in sostanza, che esiste un obbligo da parte delle autorità di tutelare individui e famiglie in stato di indigenza o addirittura di invalidità, che fuggono da Paesi che non offrono loro una possibilità di sopravvivenza dignitosa e che in nessun caso si possono mettere in mezzo alla strada famiglie che non hanno mezzi di sopravvivenza; al contrario, spetta ai servizi sociali provvedere alle loro necessità, fornendo un riparo e un sostegno sociale, assicurando l'opportunità di un'esistenza sicura e dignitosa.
Successivamente, le Istituzioni hanno - secondo quanto prevede la stessa Costituzione - il compito di proteggere invalidi, malati gravi e bambini, nonché di attuare programmi di inclusione per gli adulti validi. In nessun caso è lecito evacuare esseri umani in difficoltà da alloggi di emergenza (baracche, ponti, edifici abbandonati pubblici e privati) senza prima aver fornito loro una soluzione abitativa adeguata e un supporto sociale.
La città di Pesaro, al contrario, prosegue una politica di vessazione, persecuzione e allontanamento delle minoranze "sgradite". Negli ultimi tempi, per evitare l'interbento delle associazioni umanitarie e dei gruppi per i diritti umani, gli sgomberi avvengono in un colpevole "silenzio stampa". Pochi giorni fa i carabinieri hanno evacuato da una casa abbandonata in via Borgheria una piccola comunità di senza tetto italiani, albanesi e romeni, fra cui minorenni, portatori di handicap, malati gravissimi, alcolisti e tossicodipendenti. Persone socialmente fragili, cui palesemente necessiterebbe un sostegno socio-sanitario urgente.

La scelta di mettere questi esseri umani in mezzo alla strada è una scelta che nulla ha a che vedere con la civiltà, i diritti umani, la cultura tollerante della nuova Europa. E' crudele e inaccettabile la tragica "marcia della morte" in cui sono stati costretti a incamminarsi, verso il nulla, al freddo, senza alcun mezzo di sostentamento, senza un tetto sulla testa, con poche possibilità di sopravvivere al clima rigido e ai pericoli della vita all'addiaccio. Istituzioni e autorità di Pesaro hanno già stabilito un destino identico anche per le ultime famiglie Rom rimaste in città.
Il Gruppo EveryOne, con un impegno instancabile e fra mille difficoltà, è riuscito finora a trovare protezione umanitaria per due famiglie "nomadi", che sono state accolte in un piccolo paese del sud. Grazie alla tolleranza delle autorità del posto e all'impegno di alcuni privati, i capifamiglia lavorano e i bambini frequentano le scuole locali. In particolare, la piccola Annamaria, bambina Rom nata a Pesaro sei anni fa, è guarita da una brutta polmonite che l'aveva colpita nella città delle Marche e che l'aveva ridotta - a causa dell'emarginazione e della povertà in cui viveva - in drammatiche condizioni di salute.
Recentemente abbiamo individuato una soluzione di alloggio e inserimento professionale per un'altra famiglia Rom, cui un piccolo comune - sempre del sud - ha offerto accoglienza umanitaria, dopo aver appreso della situazione di persecuzione razziale in cui si trovano i Rom a Pesaro. Nel frattempo, un altro nucleo familiare è stato ospitato in Francia.
Le autorità conoscono il nostro impegno per mettere al sicuro i Rom perseguitati a Pesaro, ma sembra che non basti loro sapere che è in atto una "campagna della speranza", un'operazione che un po' per volta porrà in salvo le famiglie, consentendo ai bambini di frequentare le scuole e ai loro genitori di lavorare. Anziché agevolarci e concederci un po' di tempo, incalzano questi esseri umani derelitti ed esclusi, preferendo metterli in mezzo alla strada subito piuttosto che vederli allontanarsi a piccoli scaglioni, verso un futuro caratterizzato dalla speranza e non dall'orrore della miseria e del rigore invernale.
Putroppo - e le autorità ne sono perfettamente al corrente - alcuni Rom che vivono a Pesaro, soffrono di patologie importanti, fra cui tumori maligni non più curabili e gravi handicap. Le famiglie che vivono in via Solferino, in particolare, hanno una situazione socio-sanitaria terrificante, ma anziché ricevere aiuto sono stati denunciati per occupazione di proprietà privata e rischiano una pesante condanna detentiva.
E' caduta nel vuoto anche la richiesta, presentata dai Rom di via Solferino al Comune di Pesaro, di incontrare la società Campus srl di Fano, che ha denunciato l'occupazione dello stabile di sua proprietà, per chiedere un po' di tempo prima di lasciare lo stabile.
Il tempo di definire un'alternativa a quella proposta dalla Istituzioni, che è la solita, inumana "marcia della morte". Il Gruppo EveryOne, che sta lavorando per identificare soluzioni umanitarie, non viene neppure ricevuto dalle Istituzioni pesaresi, nonostante svolga la sua attività a tutela dei diritti dei Rom in sinergia con le istituzioni Ue e con un incarico ufficiale.
E' necessario abbandonare questa strada di intolleranza e odio, sostituendola, se non con la cultura dell'accoglienza, almeno con il buon senso. "A nemico che fugge, ponti d'oro" recita un antico adagio.
"La mia organizzazione," dice Roberto Malini, co-presidente del Gruppo EveryOne "chiede agli antirazzisti pesaresi, che siano pochi o tanti, di farsi avanti adesso, nel momento più difficile, e di levare le loro voci a sostegno della 'campagna della speranza', per evitare che la politica disumana e frenetica dello sgombero immediato produca danni umanitari irreparabili, mentre se le Istituzioni ci garantiranno qualche settimana di tempo, potremo evitare dolore e lutti, consentendo alla piccola comunità Rom che vive in città di beneficiare della protezione umanitaria offerta da paesi e città, in Italia e all'estero, in cui razzismo e intolleranza non si sono ancora affermati con tanta spietatezza. Le famiglie Rom che vivono a Pesaro sono seguite direttamente dalla Commissione europea e la loro vicenda non sarà dimenticata. Impegnarsi adesso per tutelare i loro diritti fondamentali significa impegnarsi, a imperitura memoria, anche per il buon nome della città di Pesaro, che non deve tramandare agli storici del futuro nuove pagine di intolleranza e orrore". Gruppo EveryOne

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando ho letto che la piccola Annamaria, bambina Rom nata a Pesaro sei anni fa, è guarita da una brutta polmonite, sono stato molto contento. Vorrei che ci fossero più notizie come queste.

Anonimo ha detto...

Vorrei che ci fossero tante più notizie come queste.