«Casa di Rosita», lettura della mano, «Casa Vesna e Paola» lezione di cucina, «Casa Senad», mercato. È stata una giornata speciale quella di ieri al Casilino 900, dove ad accogliere il sindaco Alemanno, nel grande piazzale sulla Casilina a ridosso con viale Palmiro Togliatti, c'erano persino clown e giocolieri.
«Non posso crederci, Alemanno entra a casa mia», ride un giovane ragazzo mentre balza dal fango al piccolo patio della baracca numero 5,36. E sì la visita del primo cittadino è un evento. Alemanno è il primo sindaco che entra nello storico campo nomadi della Capitale. Ed è la seconda volta che lo fa in pochi mesi. «La scorsa volta ho trovato condizioni peggiori - ricorda Alemanno - significa che qualcosa è cambiato».
Ad accompagnarlo nel campo c'è il portavoce Najo Adzovic, Don Paolo e l'ex consigliera capitolina Donatella Poselli. Intorno bambini, adulti, bancarelle con oggetti in vendita, per lo più cose vecchie e riciclate, musica e donne che spazzano le malconce scale di legno che portano alle baracche poco prima del passaggio del sindaco. C'è fango per i sentieri del campo dove vivono 650 persone, di cui 250 bambini, dietro le casupole cumuli di immondizia e il panorama non offre che cofani e carcasse di macchine degli sfasciacarrozze.
Poco prima di entrare, il sindaco firma una lettera, una specie di «patto», l'impegno da parte dell'amministrazione alla solidarietà e dei nomadi alla legalità. «Sono profondamente convinto che la questione dei campi nomadi abbandonati nel degrado si possa risolvere - ha sostenuto il Alemanno parlando ai nomadi - Non è pensabile fare un blitz per lo sgombero del campo ma si tratterà di costruire un campo a misura di persona e per questo programmeremo il trasferimento insieme.
Il patto con i Rom è questo, con l'impegno da parte loro a isolare chi compie le illegalità». Il nuovo piano per i campi nomadi della Capitale sarà pronto la settimana prossima, quando verrà presentato insieme al prefetto e il primo campo interessato sarà proprio il Casilino 900.
«Con questo campo noi ci giochiamo la faccia - promette Alemanno - ma occorre essere molto precisi, con i cittadini che scesero per la strada per manifestare la propria contrarietà all'insediamento e con i rom che abitano qui. La settimana prossima comunicheremo la data per il trasferimento del Casilino 900. Diremo il mese "x" del prossimo anno. Contestualmente allacceremo la luce e l'acqua. Costruiremo un nuovo campo che segua le normative europee per dar modo ai rom di avere una vita accettabile. Questo percorso lo dobbiamo fare insieme affinché ci sia un destino diverso per i campi nomadi di Roma e affinché questo sia costruito con una collaborazione con le comunità nomadi della città che vanno anche responsabilizzate. I futuri campi li costruiremo insieme, con il vostro lavoro - ha detto Alemanno rivolto ai rom - per far lavorare voi e per far risparmiare all'amministrazione qualche soldo grazie al vostro impegno». di Susanna Novelli
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