martedì 2 dicembre 2008

Essere Rom o Sinto diventa un reato...

Mentre una recente ricerca dimostra che la «percezione di insicurezza» diminuisce, un giornale nazionale finge di non accorgersene, e cita uno studio vecchio di mesi che dice il contrario. Poi, in un box illustrativo sui «reati che alimentano l’insicurezza», cita la «presenza di Rom e Sinti»: come se, per i Rom, il solo fatto di esistere e di manifestarsi fosse un reato da perseguire. Ecco i dettagli di una cronaca tutta da riscrivere.
Un’Italia «meno impaurita e meno insicura». Meno spaventata dagli immigrati, forse perchè più attenta ai fattori materiali (e reali) di disagio: povertà, precarietà sul lavoro, crisi economica. E’ la fotografia che emerge nella ricerca condotta recentemente da Ilvo Diamanti. Tuttavia, si sa, il «senso di insicurezza» e la paura dello straniero fanno notizia - almeno per certi giornali - mentre i cittadini preoccupati per il loro lavoro non sono uno scoop, anzi non interessano proprio. E così, se l’«insicurezza» non c’è, la si può sempre inventare…
E’ quanto ha fatto recentemente il Quotidiano Nazionale, assieme alle sue testate regionali, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno. In un articolo del 21 Novembre scorso, il quotidiano ignora quella che sarebbe la notizia della giornata (la ricerca di Ilvo Diamanti, datata appunto 21 Novembre), e inventa di sana pianta un fatto dal significato opposto. Si, perchè l’articolista spiega che è uscita proprio una ricerca sulla sicurezza, in cui si dice che, ormai, quest’ultima rappresenta «un tema centrale, sentito non solo nei grandi centri o nelle aree metropolitane, ma anche nei piccoli comuni». Ma come, lo studio uscito proprio quel giorno non diceva l’esatto contrario?
Il mistero si spiega rapidamente: la ricerca citata sul Quotidiano Nazionale non è quella curata da Ilvo Diamanti. E’, invece, uno studio dell’ANCI vecchio di un paio di mesi, dedicato all’«analisi della percezione del senso di insicurezza dei cittadini dei piccoli comuni». Si noti la prosa involuta: la «percezione del senso di insicurezza», come dire la percezione della percezione della percezione. Pura teologia, per citare Giuseppe Faso.
Comunque, la ricerca dell’ANCI cita un sondaggio, condotto tra i cittadini dei piccoli comuni, sulla percezione di cui sopra. A pagina 10 sono riportate le risposte alla domanda «secondo Lei, quali sono tra i seguenti fenomeni quelli che incidono maggiormente sulla percezione della sicurezza urbana della sua città?». Tra le risposte più gettonate, troviamo le solite amenità: l’immigrazione clandestina, la tossicodipendenza, l’alcolismo, la presenza di Rom e Sinti [!!] sarebbero i fenomeni più minacciosi. Minacciosi, appunto, ma pur sempre fenomeni.
Quotidiano Nazionale fa una bella capriola linguistica, e trasforma i «fenomeni» in «reati». E la domanda diventa: «quali sono i reati che alimentano l’insicurezza?». Risposte: l’immigrazione clandestina, la tossicodipendenza, l’alcolismo e la presenza di Rom e Sinti (ingrandire la foto per credere).
Dunque, secondo l’autorevole quotidiano, la semplice «presenza di Rom e Sinti» è diventata addirittura un reato. Un capolavoro di professionalità giornalistica: si ignora la notizia del giorno, si dà una notizia vecchia di mesi, si inventano reati che non ci sono e si criminalizza un’intera minoranza linguistica. Poker… di Sergio Bontempelli

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A meno che il reato in questione sia la presenza abusiva di tali elementi.
Anche se stona un pò vicino alle altre voci e questa eventuale giustificazione risulterebbe molto tirata per i capelli.

u velto ha detto...

ciao Xpisp, è una forma di istigazione all'odio razziale. chiederemo immediatamente una ratifica ma stiamo già valutando l'azione penale e civile.