Il primo round va ai Sinti. Per il momento non ci sarà lo sgombero del campo sulle rive del Terdoppio. Il Tar ha concesso ieri la sospensiva richiesta dalla associazione Naga. Solo il giorno prima il sindaco Elena Nai aveva deciso di posticipare lo sgombero, in programma secondo un ordinanza il 15 gennaio, al 15 giugno. La sorpresa è arrivata dalle aule di tribunale dove per il momento si è stabilito che le roulotte delle 5 famiglie sinti, residenti gambolesi, potranno rimanere dove sono.
«Apprendiamo con soddisfazione la decisione in via cautelare del Tribunale Amministrativo Regionale - dice una nota del Naga l’associazione che si è fatta carico del caso dei Sinti di Gambolò - sullo sgombero di svariate famiglie di cittadini italiani di origine Sinti presenti in Gambolò da più di ottant’anni».
Soddisfatto anche l’avvocato che si occupa della questione. «Con questa decisione viene evitato, per ora, un grave atto di discriminazione- afferma Pietro Massarotto, avvocato e presidente del Naga - la decisione di sgomberare, in termini brevissimi, l’area in cui vivono i cittadini Sinti si fonda, infatti, su una distorsione inaccettabile delle leggi vigenti non essendoci i presupposti per un atto di questo tipo».
Continua Massarotto: «Ci auguriamo che all’udienza del 22 gennaio sia confermata la decisione del Tar e che il Comune agisca, in futuro, in controtendenza, attuando politiche e prassi di accoglienza e tutela delle minoranze».
Fin dal proprio insediamento Elena Nai aveva promesso che il “campo nomadi”, per i quali la precedente amministrazione aveva stanziato 250 mila euro, non sarebbe stato realizzato. Si era impegnata a liberare parte dell’area in questione. Tra i motivi che hanno portato l’amministrazione a posticipare lo sgombero c’è il fatto che tra gli occupanti vi sono bambini che frequentano la scuola a Gambolò.
Nei fatti la decisione del Tar non modifica la sostanza delle cose, dal momento che comunque lo stesso Comune aveva deciso di rimandare lo sgombero. Ora la sentenza definitiva sarà pronunciata il 22 gennaio, quando il Tar si pronuncerà in via definitiva sul ricorso e dirà se i Sinti dovranno abbandonare le rive del Terdoppio.
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