"Una ragazza mi ha detto “negro di merda” quando si è seduta sull’autobus di fianco a me". Quando entriamo nei negozi di abbigliamento le commesse ci guardano male". "La polizia ci tratta come criminali, diventa sempre più difficile".
Sono voci di stranieri in Italia alle prese con i “razzismi quotidiani” perpetrati da gruppi di persone o da singoli individui, dalle forze dell’ordine, da controllori sui mezzi pubblici, da personale della sicurezza privata, da datori di lavoro.
Le associazioni Naga e Cospe hanno intervistato nell’arco di un mese 580 cittadini stranieri e monitorato i mezzi d’informazione nell’intento di mettere a confronto l’informazione in materia di discriminazione e razzismo con l’effettivo vissuto dei cittadini stranieri. I risultati sono stati presentati il 26 gennaio a Milano.
Il quadro che emerge dalle interviste del Naga è preoccupante: ad almeno 1 persona su 5 è capitato di essere trattata male dalle forze dell’ordine; ad 1 persona su 5 di dormire per strada; a 3 persone su 10 di essere offese sui mezzi pubblici e di essere guardate male per strada; a 3 persone su 10 di non essere pagate per un lavoro; a più della metà del campione di perdere all’improvviso il lavoro.
E' la preoccupazione di ammalarsi a prevalere, che si intreccia con quella di perdere il lavoro. Per il 65% del campione, infine, la vita in Italia è cambiata negli ultimi anni e, per la grande maggioranza di questi, in modo negativo.
“I dati evidenziano una situazione odiosa, una sorta di "normalizzazione" degli atti di discriminazione e razzismo, che incide negativamente sulla vita di persone che vivono e lavorano in Italia”. dichiara Pietro Massarotto, presidente del Naga.
“Inoltre – aggiunge - ci ha colpito il fatto che di fronte a un’incidenza media del 30% di episodi di sopraffazione, la percezione critica di ciò che accade sia fortemente sottodimensionata nei racconti dei cittadini stranieri, che, in un contesto di criminalizzazione continua, paiono aver alzato il livello di sopportazione degli abusi”.
L’analisi del Cospe su testate locali e nazionali (carta e web) ha rilevato una media di 1,3 episodi di razzismo al giorno.
Gli immigrati sono state le vittime principali, soprattutto i cittadini di nazionalità rumena, e sembra che il colore della pelle sia l’elemento che rende le persone di origine straniera, anche se nate in Italia o cittadine italiane, più esposte a violenze, insulti e comportamenti offensivi. Alta la percentuale di atti di violenza “istituzionale”, compiuta da forze dell’ordine e da persone in una posizione di autorità, come i controllori dei mezzi di trasporto. Tra le principali vittime i Rom e Sinti.
“Gli immigrati non sono rappresentati come persone a tutto tondo; come risulta anche dalla nostra analisi essi sono frequentemente ridotti ad una nazionalità” afferma Udo Enwereuzor, esperto di discriminazioni e responsabile COSPE del progetto europeo RAXEN (Rete di informazione europea sul razzismo e la xenofobia).
“Inoltre, - sottolinea Enwereuzor - come abbiamo rilevato, la loro voce nei media e nel dibattito pubblico è del tutto residuale. Così come la voce del mondo associativo, di esperti, di attori che ruotano nel mondo dell’ immigrazione è raramente presa in considerazione come fonte. Dal nostro monitoraggio emerge infatti la tendenza dei giornalisti a utilizzare quasi esclusivamente voci e fonti istituzionali”. Leggi i rapporti…
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