venerdì 2 gennaio 2009

Roma, è un coro di no per la delocalizzazione dei "campi nomadi"

Undici Comuni rispondono un secco «No» alla richiesta del prefetto di Roma (in foto) di accogliere nei loro territori alcuni campi nomadi della Capitale. Al momento hanno espresso parere contrario: Morlupo, Rignano Flaminio, Bracciano, Anguillara, Trevignano, Sacrofano, Sant'Oreste, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Castelnuovo di Porto e Fiano di Roma.
È un coro di no al prefetto di Roma, in qualità di Commissario per l'emergenza nomadi nel Lazio, di individuare aree per l'allestimento dei campi. Il prefetto infatti, lo scorso 22 dicembre, aveva inviato una lettera in cui chiedeva ai sindaci di tutti i comuni del Lazio di indicare entro trenta giorni «aree idonee alla realizzazione di nuovi insediamenti per porre in atto azioni per porre fine allo stato di emergenza, indicando anche il numero di persone che sarebbe possibile accogliere».
Le ragioni variano dalla mancanza di aree idonee ad ospitare i campi all'impossibilità di garantire servizi essenziali ai nomadi, dalla contrarietà della popolazione residente ai presunti danni che la presenza dei Rom avrebbe sull'economia locale. Tutti, inoltre, sostengono di non avere i mezzi necessari per fronteggiare eventuali problemi di ordine e sicurezza pubblica.
Alcuni sindaci, come quelli Bracciano e Anguillara (Comune commissariato due giorni fa, ndr), hanno risposto «no» con una semplice lettera, altri si accingono a farlo con delibere di giunta o di consiglio comunale. Altre risposte negative saranno comunicate nei prossimi giorni.
Ma l'area a Nord di Roma non è la sola ad opporsi al trasferimento dei campi nomadi della Capitale. Proprio a Guidonia lunedì si terrà un Consiglio comunale durante il quale si discuterà proprio un ordine del giorno che prevede la possibile delocalizzazione degli insediamenti. Analogo approccio negativo viene anche dalla gran parte degli altri Comuni dell'area tiburtina. di Bruno Burretta

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