venerdì 27 febbraio 2009

Bolzano, perché si deve vivere in mezzo ai veleni?

Ci sono persone che vivono ai margini delle strade, sotto i ponti, sulle banchine, sotto gli alberi nei giardini pubblici, ci sono famiglie intere che vivono nelle roulotte, con i figli piccolissimi, se non appena nati, anche in questo caso stanno vivendo in una maniera che tutti abbriverebbero se pensassero a come dovrebbe essere dura e difficile per loro vivere così, specialmente nei mesi d’inverno,
Poi ci sono famiglie che vivono nei campi nomadi, segregati in campi di concentramento moderni, senza guardie e filo spinato, ma a contatto con persone estranee, messe abitare uno sopra l’altro, attaccati come gemelli siamesi che non possono staccarsi dall’una all’altro, sistema di vita precaria ed immorale.
Ma il permettere di vivere ha contatto, all’interno, sopra a delle sostanze tossiche e cruciali per l’uomo, questo e il massimo d’inciviltà, il colmo supremo, solamente perchè sono d’etnia diversa, li lasciano vivere in una ex discarica che le ricerche svolte dal professore di Udine, Fabio Barbone, dichiarano che il campo nomadi castel Firmiano non può essere adibito a verde pubblico, privato e residenziale, perché contaminato oltre i limiti consentiti con idrocarburi policiclici aromatici, metalli e altre sostanze pericolose e nocive per l’essere umano… Dichiarazioni che erano già a conoscenza di parecchie persone, e questi non curandosi e ignorandole, hanno continuato a lasciar vivere sulla ex discarica piena di non si sa cosa d’altro, intere famiglie per 13 anni, con i propri figli messi sopra una montagna di veleni. Li hanno lasciati li anche se nei vari anni ci sono stati dati certi che l’ex discarica portava malattie che hanno colpito e fatto ammalare parecchi bambini di famiglie Rom, bambini ancora piccoli da non sapere dove, con che cosa giocavano, l’innocenza di non sapere che toccavano, mangiavano, succhiavano, ingerivano soltanto delle scorie che gli facevano ammalare. E nonostante tutto, dopo tutto quello che si sa, ancora oggi ci sono delle persone che ci vivono con i propri famigliari.
Ecco, tutto questo e veramente crudele ed incivile. In una situazione dove nessun essere umano dovrebbe starci nemmeno per un secondo, ci abitano intere famiglie d’etnia Rom. Ma qui, in questo caso, in questo momento non si deve più parlare d’etnie, di zingari, di nomadi o qualsiasi altro nominativo ci si vuole attribuire, per nascondere e far tacere la propria coscienza…oggi qui bisogna solo dire, parlare, gridare che ci sono degli essere umani al 100%, di bambini appena nati, che vivono sopra, in mezzo a delle scorie di una pericolosità enorme.
Questo è immondo, incivile per tutta la razza umana, esistente su questa terra, e tutti si dovrebbero indignare.
Dove sono la Caritas, l'Associazione per i popoli minacciati, l'osservatorio per le discriminazioni, ecc? Perchè nessuno dice niente?
Non bisognerebbe aspettare nemmeno un minuto ancora per trovare delle soluzioni definitive per queste famiglie. Chi dovrebbe risolvere il problema, il Comune, la Provincia, o chi altro ? intanto, nell’attesa di una decisione concreta e definitiva (da discutere pian piano con moltissima calma), i Rom di castel firmiano abitano ancora nella ex discarica.
Pensare che si è appena festeggiato il 60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani, e nella civilissima provincia di Bolzano accadono ancora queste cose. di Radames Gabrielli, “essere umano”

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