martedì 3 febbraio 2009

Diritti, non schedature

La Fio.PSD lancia una campagna per il diritto alla residenza anagrafica delle persone senza dimora (leggi l'approfondimento). Tra poche settimane la vita delle persone senza dimorAggiungi immaginea in Italia potrebbe essere ancora più difficile. Con la più che probabile approvazione del disegno di legge n. 733, in discussione domani al Senato (ed entro 15 giorni alla Camera), verrebbe di fatto modificata la legge anagrafica del 1954 e ciò complicherebbe i percorsi di inclusione sociale delle persone gravemente svantaggiate.
In particolare, l’articolo 36 del decreto legislativo legherebbe il diritto alla residenza alla verifica, da parte degli uffici comunali, delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile in cui si intende fissare la residenza stessa. Oltre a creare seri problemi alle amministrazioni pubbliche, questo provvedimento renderebbe ancora più difficile per le persone in stato di grave emarginazione ottenere e mantenere la residenza anagrafica, di fatto escludendole dai più importanti diritti civili riconosciuti dalla Costituzione, tra cui l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale e l'accesso ai servizi sociali.
Non è tutto: l'articolo 44 prevede l'istituzione, presso il ministero degli Interni, di un registro nazionale per le persone senza dimora. Oltre a far intuire finalità di controllo, più che di reinserimento sociale, delle persone gravemente emarginate e senza dimora, il registro rischierebbe di separare l'iscrizione anagrafica dagli abituali luoghi di vita, con effetti imprevedibili sul reale accesso ai servizi da parte delle persone senza dimora. Un esempio? Se una persona senza dimora di Palermo dovesse avere qualsiasi tipo di problema, dovrà rivolgersi ai servizi sociali della sua città o direttamente a Roma?
“Nel caso delle persone senza dimora e in condizioni di emarginazione – dice il presidente di Fio.PSD, Paolo Pezzana –, tali provvedimenti costituirebbero un ulteriore grave ostacolo all’attivazione e alla realizzazione di percorsi di aiuto ed inclusione sociale, per i quali la residenza anagrafica è condizione necessaria, e rappresenterebbero, nei fatti più che nelle intenzioni, una volontà politica che loro (e chi di loro si occupa) vivrebbero certamente come persecutoria”.

“Siamo consapevoli – prosegue Pezzana – che la legge anagrafica del 1954 necessita di una rivisitazione che sappia cogliere le nuove esigenze delle comunità e dei territori e della vita delle persone, e garantire sicurezza, trasparenza e prevenzione degli abusi. Proprio perché questi obiettivi, a cui tutti teniamo, siano raggiunti, deve trattarsi di una riforma organica, non di una mutilazione progressiva e non coordinata”.
Alla luce di queste disposizioni, che stanno per essere tradotte in legge, la Federazione italiana organismi Persone senza dimora (Fio.PSD) lancia un appello al Parlamento affinché venga presa in considerazione l'ipotesi di stralciare gli articoli 36 e 44 del disegno di legge n. 733.
L'appello è sottoscritto anche dalla rete dei giornali di strada italiani: Piazza Grande (Bologna), Scarp de' Tenis (Milano), Terre di mezzo (Milano), Shaker pensieri senza dimora (Roma), Foglio di via (Foggia). Avvocato di strada Onlus partecipa alla campagna, e invita tutte le associazioni di volontariato che si occupano di persone senza dimora e di esclusione sociale, e tutti i privati cittadini, a unirsi e collaborare. Per aderire: Fio. PSD, Vico San Luca 4/14, 14124 Genova (GE), telefono e fax 010 246 10 96, e-mail: fiopsd@fiopsd.org, skype: callto://fiopsd, Facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=64283882256&ref=nf

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