Non c’è dubbio che l’attuale Sindaco di Roma, Alemanno, abbia vinto le scorse elezioni comunali cavalcando la paura verso gli stranieri e i Rom dovuta ad una serie di episodi di sconvolgente criminalità straniera culminati con la barbara uccisione della povera signora Reggiani da parte di un immigrato rumeno. Ovviamente il centrodestra a Roma non ha vinto solo per questo. Nel conto bisogna metterci il fallimento del cosiddetto “modello romano” su cui il centrosinistra si era cullato e sul quale sembra continuare a baloccarsi con una nostalgia così struggente che lo rende bambinescamente incapace di articolare un minimo di opposizione nella città e nelle istituzioni agli attuali governanti.
Tra i temi più caldi agitati durante i cosiddetti “ludi cartacei” - così venivano definite le campagne elettorali dagli antenati politici del nostro Sindaco - c’è stato il tema specifico dei campi rom. 20 mila persone, disse Alemanno, che andavano espulse perché violatrici della legge con relativa "chiusura dei campi nomadi abusivi, controllo rigoroso ed effettivo di quelli regolari e loro progressiva eliminazione".
Dopo la vittoria elettorale il Sindaco, in collaborazione con il precedente Prefetto Mosca e la Croce Rossa, ha proceduto ad un censimento dei rom risultati essere circa 7000 in gran parte italiani e quindi non espellibili. Così come non sono espellibili i rumeni perché cittadini comunitari. Quanto ai campi ogni volta che si accenna a un qualche spostamento al di là del GRA nascono mobilitazioni in loco di abitanti che non ne vogliono sapere. Oppure arrivano i dinieghi dei comuni limitrofi che non vogliono "zingari" nei territori vicini. Per ora non ci sono stati spostamenti significativi. Sono state demolite, invece, molte baraccopoli di immigrati sparse in diverse aree libere del territorio comunale. Sul più grande campo rom europeo, quello di Casilino ‘900, ci sono stati diversi annunci ognuno dei quali sposta di qualche mese l’annunciata delocalizzazione. Mentre è stato chiuso ai cittadini per ragioni di sicurezza l’adiacente Parco di Centocelle.
Ora viene annunciato un nuovo censimento perché evidentemente quello precedente pare non fosse sufficiente. A farlo non sarà più la Croce Rossa, ma le forze dell’ordine coadiuvate anche dai parcadutisti. Inoltre il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha annunciato direttive severe: ricognizione degli aventi titolo a restare nei campi; nuovo regolamento per gli insediamenti autorizzati; "tutoraggio" dei campi per favorire l'integrazione; trasferimento dei nuclei meglio integrati nei Comuni che portano avanti progetti di inclusione sociale; avvio sgombero Casilino 900.
Diciamo la verità: la questione dei "campi nomadi" non è di facile soluzione. Non lo è se la si vede solo sotto il profilo securitario e militare. Se ne è accorto anche il Sindaco che, non solo sul problema rom, ma anche su quello in generale dell’immigrazione, ha assunto in questi ultimi mesi toni piuttosto moderati con inviti continui a non generalizzare, a non abbandonarsi a conati di razzismo e xenofobia ecc.. Questo però sta scontentando chi aveva creduto che si potessero far sparire in quattro e quattr’otto i rom e i loro campi. In questi ambienti popolari si sente crescere una certa delusione e un inizio di rancorosa inquietudine per delle attenzioni ritenute eccessive verso persone considerate “brutte, sporche e cattive”. Insomma è apparso chiaro che Alemanno non è il Mago di Arcella per cui dopo aver ferito con la spada della paura xenofoba ora rischia di esserne colpito a sua volta.
Intanto l’area metropolitana di Roma ogni giorno, in barba alla sicurezza tanto promessa, continua a sfornare fatti di cronaca nera terrificanti e terribili: dallo stupro di Guidonia ad opera del ‘’branco’’ rumeno, al tentativo di rogo dell’immigrato indiano a Nettuno da parte del ‘’branco’’ italiano, dal pedofilo frusinate che adescava bambini immigrati a Roma al poliziotto che ammazza senza tanti complimenti l’immigrato africano a Civitavecchia. Tutto ciò ci dice che la violenza è multirazziale e non si combatte eccitando la paura, la xenofobia, il razzismo. E neanche con annunci sempre più duri e militareschi da parte dei nostri governanti. Annunci del tutto simili, per la loro inefficacia, alle celebri “grida” manzoniane. di Cantachiaro
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