Stupore. Disappunto. Rabbia. Sono i sentimenti che circolano tra le fila dei deputati e dei senatori della Lega Nord dopo che 101 parlamentari del Popolo della Libertà, guidati da Alessandra Mussolini, hanno incalzato il premier sul disegno di legge sicurezza ("Inaccettabili il reato di clandestinità e l'obbligo di denuncia che sarà imposto ai medici"). Nel mirino sono finite proprio due proposte molto care al ministro dell'Interno Roberto Maroni e al popolo del Carroccio.
I deputati padani, però, sono sotto scacco: con il federalismo fiscale in aula a Montecitorio non possono attaccare i colleghi di maggioranza, per non rischiare clamorose bocciature sulla madre di tutte le riforme (come la chiama Bossi), anche se a microfono spento si sfogano: "E' la cricca dei meridionali-clericali che si mette di traverso", sbottano in Via Bellerio. La Lega legge nell'iniziativa dei cento del Pdl un modo per mettere alle corde proprio il movimento del Senatùr: vuoi il federalismo fiscale? Cancella la norma contro i clandestini. Nervi tesi quindi nel Centrodestra. Anzi tesissimi.
Il reato di clandestinità e le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici sono "inaccettabili". Per questo 101 deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, incalzano il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinché non ponga la fiducia sul ddl che riguarda la sicurezza. Nelle richieste avanzate al premier, la Mussolini si dice convinta "di poter contare sull'appoggio del presidente della Camera Gianfranco Fini. Ti chiediamo - si legge nella lettera inviata al premier - di non porre la fiducia" perché in quel disegno di legge "sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni". Non solo. La Mussolini rivela di averne parlato anche con il presidente Napolitano: "Sono stata la settimana scorsa dal Capo dello Stato per parlare dello status dei minori stranieri non accompagnati, e abbiamo parlato anche dell’obbligo di denuncia per medici e insegnanti: ho trovato il Presidente Napolitano sensibile alla necessità di non penalizzare donne e bambini".
I parlamentari firmatari (tra gli altri Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Cost, nessuno è della Lega) aggiungono d'esser certi che Berlusconi si renderà conto "di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità".
Nella missiva i deputati di maggioranza respingono anche l'interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l'obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E ciò proprio a causa dell'introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio". Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l'obbligo dell'istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell'educatore". E il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore imperdonabile".
Ma il presidente e il vicepresidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino ribattono: "La lettera di Mussolini sul decreto sicurezza non è condivisa dal gruppo del Pdl. Per altro verso, sul merito del decreto è ancora in corso il dibattito in commissione". E la Lega, con il capogruppo Roberto Cota, aggiunge: "La lettera di Alessandra Mussolini stupisce e trovo molto opportuna la precisazione del Capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto che ha detto che non rappresenta la posizione del Gruppo. Il Governo non ha mai pensato di mettere la fiducia su questo provvedimento. La lettera evidentemente è figlia di manovre interne in vista del congresso del Pdl, ma non va bene strumentalizzare un argomento così importante e delicato come la sicurezza. Vorrei anche far presente che il ddl in questione è stato approvato al Senato con voto unanime della maggioranza dopo un ampio dibattito e con un pieno accordo politico".
Apprezza l'iniziativa dei cento deputati di maggioranza, Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd. "È molto importante che un numero così rilevante di parlamentari segnali la propria profonda contrarietà su alcune norme contenute nel ddl sulla sicurezza come quelle che prevedono la denuncia degli immigrati clandestini da parte dei medici o di chiunque eserciti incarichi pubblici. È un tema su cui riteniamo si giochi una partita di civiltà per il nostro Paese". di Affaritaliani
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