Il cittadino rumeno Karol Racz, anche se brutto, sporco e cattivo, è una persona innocente, fino a prova contraria non ha commesso alcun reato e deve essere dunque immediatamente scarcerato, visto che l’Italia è ancora uno Stato di diritto e non di polizia. A stabilirlo è stato il Tribunale del riesame di Roma, dopo aver visionato le schiaccianti prove a discolpa del sospettato. Il DNA, quella che fino a pochi giorni fa era considerata una “prova regina” nelle inchieste, dimostra inequivocabilmente che a violentare la ragazzina nel parco della Caffarella sono state due persone, ma non Racz e Alexandru “il biondino”.
Rincorsi dalle necessità della politica, gli inquirenti romani, furbetti ed ingenui, hanno perso la faccia di fronte alle pressioni mediatiche, finendo schiacciati dalla loro mania di protagonismo. “Caso risolto con la insuperabile tattica delle indagini sul campo compiuta da poliziotti alla Serpico, instancabili segugi del territorio”. Questi i primi trionfalistici commenti alla vicenda, peccato che nelle stanze della questura si fosse presa una cantonata madornale, testimoniata dal filmato della “confessione” di Isztoika che, per chiunque abbia un po’ di sale in zucca e orecchie per sentire, è sembrata fare subito acqua da tutte le parti.
La gravità di tutta questa vicenda, oltre la brutalità dello stupro ovviamente, sta nel consapevole accanimento degli inquirenti nei confronti di due poveracci. Non sappiamo se le confessioni del biondino siano state estorte con la violenza, oppure siano soltanto il frutto di mitomania, fatto sta che su fragili indizi si è stabilita una Verità preprocessuale da gettare in pasto alla stampa compiacente per alimentare le paure della gente e la presunta emergenza immigrazione. Ancor più grave la decisione dei giudici di emettere nuovi ordini di custodia cautelare per i due.
Racz, sospettato di un altro stupro (quello del Quartaccio) solo perché dipinto come un mostro dalla tv, tra pochi giorni verrà puntualmente scagionato da questa infame accusa sempre per merito del DNA, dopo che anche i “fermenti lattici” hanno capito da tempo che non c’entra niente. Per Isztoika invece il nuovo fermo in carcere è scattato per le accuse di calunnia e autocalunnia e il presunto favoreggiamento dei veri, fantomatici ed imprendibili violentatori (primo caso in Italia a finire dietro le sbarre per autocalunnia, ridicolo). Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Ci aspettiamo di veder rotolare al più presto la testa di qualche incompetente funzionario di polizia. di Domenico Camodeca
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