sabato 14 marzo 2009

Rom: favorire l'integrazione prima che sia troppo tardi

Pubblichiamo l’intervista a Magda Kósáné Kovács, dopo la votazione del Parlamento europeo sulla Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2009 sulla situazione sociale dei rom e su un loro miglior accesso al mercato del lavoro nell'Unione europea.
Quali misure contiene il suo rapporto che potrebbero migliorare la situazione economica dei Rom e il loro accesso al mercato del lavoro?
La situazione dei Rom è un circolo vizioso: non possono entrar nel mercato del lavoro perché, vivendo in una regione depressa, lo hanno perso. Nonostante i fondi europei stanziati per la riqualificazione delle zone depresse dei Paesi membri, i Rom non possono goderne visto che costituiscono una forza lavoro dequalificata e anche perché il lavoro più vicino è a ottanta chilometri da casa loro e non c'è nessun mezzo di trasporto.
Inoltre spesso non hanno vestiti o scarpe proprie. Se una donna Rom vuole cercare lavoro in un villaggio nelle vicinanze, per esempio come cuoca in una mensa scolastica, sconta il proprio abbigliamento: se appare trasandata non verrà mai assunta
Per quelli che vivono ai margini della società nel Centro o Est Europa il modo più immediato per guadagnarsi da vivere viene dalla terra, per esempio dall'agricoltura di sostentamento. Non c'è altra possibilità. Non ci sono industrie, l'artigianato è ancora presente ma non c'è un mercato di domanda e offerta.
L'Ue fa fatica a trovare un modo per comprendere questo tipo di agricoltura all'interno del suo sistema di sussidi, il quale funziona in base a precisi parametri: efficienza, competitività e benefici di mercato".
Si dovrebbero creare delle cooperative sociali; affidare ai Rom a pagamento la terra su cui lavorare e beneficiarli di sussidi rilasciati in base a criteri differenti. Inoltre è molto importante garantire un alto livello di vita ai più giovani, senza rinchiuderli in scuole speciali.

Nel suo rapporto si suggerisce che gli sforzi dell'Europa si focalizzino soprattutto sui Rom del Centro ed Est Europa. In cosa la loro situazione è peculiare rispetto a quelli che vivono ad Ovest? Cos'è cambiato dall'allargamento ad Est dell'Ue del 2004?
Di sicuro la situazione del Centro ed Est Europa è diversa da quella degli altri Paesi. Noi proveniamo da un posto diverso non solo per motivi geografici ma anche soprattutto storici. Basti pensare che abbiamo vissuto per decenni sotto la dominazione dell'Unione Sovietica.
In aggiunta, il nostro sistema sociale ed economico ha vissuto un trauma alla fine degli anni Ottanta che ha sconvolto l'intera regione. Questo ribaltone economico ha spaccato la società in due parti: tra una maggioranza che è riuscita ad adattarsi abbastanza bene ed un gruppo senza nessuna speranza, di variabili dimensioni da Stato a Stato ma che può arrivare fino ad un terzo della popolazione totale in alcuni Paesi.
A questo é seguito un secondo shock con l"allargamento dell'Europa. Chi si trovava già ai margini della società si è visto dare l'ultima possibilità di salvezza. ma molti non sono stati in grado di adattarsi, perché non avevano nessuna abilità da scambiare e, inoltre, vivevano in luoghi depressi dove le aziende fallivano e non venivano sostituite da alcun posto di lavoro.
Infine à arrivata la terza batosta: l'attuale crisi economica, primo trauma in tutti gli Stati membri dal tempo della seconda guerra mondiale, ma il terzo per le regioni del Centro ed est Europa.
Circa un anno fa l'Ue ha presentato una strategia per aiutare il popolo Rom. Cosa ne pensa lei?
Più che una reale strategia si tratta di un elenco di buoni intenti. Quello di cui abbiamo bisogno è di sapere quali strumenti e quali risorse possiamo utilizzare per raggiungere gli obiettivi, e questi obiettivi non sono ancora stati determinati.
Sembra quasi che ci sia bisogno di una qualche tragedia per affrontare il problema: basti pensare alla questione dell'immigrazione o del terrorismo. Per esempio, dagli attentati di Londra e Madrid non c'è più bisogno di spiegare quanto sia importante occuparsi dell'integrazione degli immigrati e della loro posizione nel mercato del lavoro. Non voglio assolutamente vedere la questione Rom affrontata solo dopo avvenimenti così gravi.

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