mercoledì 4 marzo 2009

Roma, la vicenda di Rudi Salkanovic

“Sono a Ponte Galeria da 20 giorni. Sono qui, chiuso. Da 20 anni collaboro con l'Opera Nomadi. Mi hanno buttato qui e rinchiuso come un cane”. Dal Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Ponte Galeria, Rudi Salkanovic, apolide, residente al Casilino 900, a Roma, racconta da un telefono qualcosa che dopo anni di impegno per i rom non avrebbe mai immaginato. Montenegrino d'origine, oggi ha 46 anni, sette figli di cui alcuni sposati e anche due nipoti italiani che hanno fatto il militare a Livorno e a Venezia. È arrivato in Italia a soli 11 anni.
“Io non me lo aspettavo- spiega-. Per avere il permesso di soggiorno ci vuole un passaporto valido. Io, invece, ho perso la cittadinanza jugoslava e non ho potuto rinnovare il passaporto. Il vecchio passaporto ce l'ho, ma è scaduto. Non potendolo rinnovare non ho potuto prendere il permesso di soggiorno. Ci vuole il passaporto valido”.
Rudi per diversi anni è stato mediatore allo Sportello lavoro comunale e con la cooperativa sociale Phralipé (fraternità) collaborava ad offrire una possibilità di un lavoro a tanti. “Riempivo i fascicoli per persone che venivano da tutta Italia per il nuovo permesso di soggiorno. Abbiamo fondato anche una fraternità, con dei mercatini dove le persone vanno a lavorare e con la cooperativa facciamo rinnovare i permessi di soggiorno”.
A Ponte Galeria è solo. A casa ha lasciato l'intera famiglia. Conosce bene la procedura e sa bene dove si trova in questo momento. “Qualcuno rimane qui due mesi, altri dopo una quarantina di giorni tornano liberi. Ci sono tanti stranieri. Sono circa 170 le persone qui nel centro”. È una sorta di babele. Tante persone da tanti posti diversi. “Noi non siamo come chi viene da altri paesi senza moglie e senza bambini-spiega-. Noi abbiamo moglie e bambini che vanno a scuola. Se mi vuoi mandarmi via, fallo con mia moglie e i miei figli. Non puoi dividere la famiglia. Invece non interessa”.
Rudi ha paura di prendere qualche malattia, ma è la mancanza di una cittadinanza gli ha tolto soprattutto la libertà. “Qui stanno male. Questo non è un centro di accoglienza. Ponte Galeria è un carcere vero e proprio, secondo me”. Nonostante tutto non ce l'ha con chi gli ha tolto la libertà per un pezzo di carta. “Qui ci sono persone fanno il loro lavoro e lo fanno bene, ma non so come mai noi rom con i bambini e da tanti anni in Italia siamo finiti qui. Non abbiamo fatto niente, solo che non abbiamo questo pezzo di carta del permesso di soggiorno”.
Il più piccolo dei suoi figli ha soli 12 anni, va a scuola. Rudi lo ha sentito al telefono in questi giorni e ha cercato di spiegargli che presto sarà di nuovo a casa. “Mi chiama, parlo con lui qualche volta. Mi chiede quando tornerò a casa e piange. È un casino spiegare dove sono adesso. Gli dico di non preoccuparsi e che tornerò presto a casa”. di Redattore Sociale - Dires

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi pongo solo una domanda...è qui in Italia da 35 anni... regolarizzare la posizione in questi anni...no????
Questa persona in questi 35 anni era un fantasma? Non risultava esistente? Lavorava ma non esiste? Ha figli ma non si sono accorti di lui?
Mi sembra che il sistema sia pieno di falle,ma anche questo signore ha dormito sugli allori.
Mi auguro che il tutto possa risolversi in fretta.

u velto ha detto...

ciao Xpisp, diciamo che questa persona da una parte si è sentita tutelata dai tanti tesserini distribuiti durante i diversi censimenti in questi anni e non solo da questo.
Ma certo si è anche un po' perso lui anche se la legislazione sull'apolidia è un gran casino e se ha dei figli che sono Cittadini italiani è inespellibile e quindi non è chiaro il motivo per cui si trova in quella situazione.

Anonimo ha detto...

a parte augurare a questo signore di tornare presto a casa (dato che la nostra legislazione in materia, oltre che essere un casino, fa veramente schifo), volevo chiedervi un paio di cose: se uno straniero ha figli cittadini italiani è inespellibile, davvero? anche se ha reati sulle spalle o se ha una causa in corso in cui è accusato di furto (per esempio)? e se ha un coniuge che ha la carta d'identità?
credo che non sia il posto giusto per fare queste domande...ma leggere la situazione me le ha fatte venire in mente tutte insieme,io faccio volontariato con i rom da 7 anni e sinceramente sulla legislazione in materia mi perdo in maniera assoluta...ti lascio la mail amleto02@hotmail.com se puoi rispondermi o indicarmi una persona competente che ha tempo di stare a setntire le mie rotture di scatole :) ti ringrazio tantissimo!