lunedì 2 marzo 2009

Ue, la crisi economica e il razzismo

Vladimir Spidla (in foto), commissario europeo per gli affari sociali, ha espresso «grande preoccupazione» per le notizie sui recenti attacchi contro in Rom in Ungheria e in altri paesi dell’Ue. «Sono molto preoccupato da questi episodi. In alcuni stati Ue sembra che i Rom siano diventati l’obiettivo di violenza razzista organizzata, alimentata da populismo politico, affermazioni che incitano all’odio e da esagerazioni dei media». «In alcuni casi i rom sono diventati i capri espiatori per problemi sociali più vasti», ha sottolineato Spidla.
Quest’ultima frase del Commissario Spidla dovrebbe far riflettere perché il rischio di una vera e propria catastrofe è più che evidente. Secondo molti analisti economici la crisi economica internazionale può portare al “fallimento” alcuni Stati dell’Europa dell’Est con conseguenze devastanti per tutti. Una di queste conseguenze sarà quella di costruire un capro espiatorio e i segnali danno già per sicuro che il dito sarà puntato contro le minoranze sinte e rom.
Proprio per questa ragione Spidla ha affermato «La Commissione Ue condanna con forza tutte le forme di violenza contro i Rom e fa appello alle autorità di tutti gli stati Ue per garantire la sicurezza personale di tutte le persone sul loro territorio», segnalando che «il significato profondo dell’Unione europea è quello di superare quello che ne ha caratterizzato la storia per secoli, incluso l’odio razziale, i pogrom e l’incendio di insediamenti».
In Italia si sono vissuti e si stanno vivendo momenti drammatici proprio per questa ragione ma se alcuni Stati dell’Est subiranno un tracollo economico così violento da portare al fallimento gli stessi Stati, le conseguenze sono inimmaginabili.
Le notizie non confortano perché Bruxelles ha bocciato il piano di intervento a favore di questi Stati. Ieri infatti i 27 capi di Stato e di Governo, riuniti a Bruxelles hanno detto "no" ad eventuali aiuti per i Paesi dell'Est. Le ragioni sono da imputare sia alle divisioni tra gli stessi Paesi dell’Est che alla paura, soprattutto di Francia e Germania, di doversi far carico di un costo non indifferente. Non per niente Angela Merkel, prima ancora di iniziare a discutere ha affermato, "Sconsiglio di mettersi a discutere su cifre gigantesche", di fatto bocciando la proposta da 180 miliardi di euro per le banche dell'est Europa lanciata dal premier ungherese Ferenc Gyurcsani. Scelta miope perché le economie sono strettamente connesse, soprattutto sul piano finanziario, e i Paesi dell'Est pagheranno il prezzo più alto anche perchè sono stati indotti da alcuni Paesi occidentali alla cosiddetta "finanza creativa". di Carlo Berini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate, di solito non mi faccio "pubblicità", ma questo articolo potrebbe interessare.

u velto ha detto...

ti ringraziamo Fabrizio