Il festival internazionale Human Rights Nights (Bologna, 27 marzo – 5 aprile 2009) ha ospitato – tra gli altri – un documentario dal titolo eloquente: “Sono niente – I am nothing”. Realizzata da tre studenti americani, questa mini produzione si propone di raccontare vite e sfortune della comunità Rom di Monte Mario, a Roma. Charlie Noell, Alexandra Platt e James Kilton puntano telecamere e microfoni sugli abitanti di questo campo romano, la cui condizione già difficile di Rom in Italia è aggravata ulteriormente da un aspetto apparentemente irrisolvibile, centro focale del documentario. I primi abitanti di Monte Mario sono arrivati in Italia una quarantina di anni fa, sfuggendo alle condizioni terribili di quel paese che era allora la Yugoslavia. Per una beffa della storia…
dopo il frazionamento della loro patria in nuovi stati e conseguente riorganizzazione anagrafica, l’esistenza burocratica di queste persone è stata cancellata: ex cittadini di uno stato che non c’è più, e residenti in un altro stato, che non li riconosce come propri appartenenti di diritto. La mancanza di rappresentanza diplomatica, la condizione di povertà, l’appartenenza all’etnia sbagliata e l’attuale situazione politica italiana completano il quadro, facendo sì che per gli abitanti del campo di Monte Mario non sia prevista una via d’uscita. Nessun documento, quindi nessun lavoro, quindi nessuna casa, quindi nessuna ricchezza, quindi nessun riconoscimento sociale, quindi nessun diritto. Quindi nessun barlume di futuro. Questo racconta il documentario, che non avrebbe nulla di eccezionale, se non fosse per il punto di vista straniero sull’Italia. Il punto di vista dei tre autori, americani, e quello di un giornalista dell’Observer, che raccontano questa nostra italietta folcloristica come raccontando di un terzo mondo in balia delle proprie chiusure, di credenze secolari, di politicanti sempliciotti e volgari, di cattiveria gratuita e sprezzo per la giustizia e per i diritti umani.
Come dare loro torto?
sabato 11 aprile 2009
Sono Niente
"The making of Sono Niente was a necessity. Fair documentation of the plight of the Roma community in Italy was required to bring their urgent needs to the greater world community, hopefully eliciting a swift and effective humanitarian response. "
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