lunedì 11 maggio 2009

Ddl sicurezza, ispirazione razziale

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha manifestato il suo dissenso rispetto al pacchetto sicurezza mettendo l’accento sulle norme che riguardano i medici-spia e i presidi- spia mettendo in guardia il governo anche da probabili profili d’incostituzionalità di queste norme. Sembrerebbe che il governo e tutta la maggioranza compresa la Lega, abbiano accolto queste obiezioni e si apprestano a modificare queste specifiche norme, ma se non è una pantomima, oltre che una telenovela come ha dichiarato il Ministro Maroni, ci si dovrebbe spiegare perché le stesse obiezioni non riguardano i funzionari dello stato civile-spia che sono ancora contenuti nel DDL sicurezza e che impediranno il matrimonio (diritto umano sancito dalla carta dell’ONU – art. 16) e la registrazione delle nascite e delle morti ed il riconoscimento di figli naturali.
E’ evidente che anche per questa fattispecie valgano i fondanti motivi d’incostituzionalità di cui sopra.
Il paradosso grottesco è che s’insiste con l’istituzione del reato di clandestinità, che rappresenta la madre di tutte le aberrazioni, di trasformare in “spie” tutti i pubblici ufficiali e non si vuole fare invece una cosa semplice per sanare la piaga della clandestinità: cioè “spiare” pardon ”denunciare” dove gli immigrati irregolari lavorano in nero e offrire un’opportunità di regolarizzazione.
In questo modo la stragrande maggioranza degli immigrati irregolari diventerebbero legali e la clandestinità patologica e criminale sarebbe isolata e più facilmente perseguibile.
Non si vuole fare perché le norme al di la del pretesto della clandestinità e della sicurezza, vogliono colpire gli immigrati e dare sfogo propagandistico ed elettorale ad una ondata di razzismo pericolosamente dilagante. In questo impianto legislativo s’incontrano come ulteriore materiale esplosivo le norme sulle ronde e sulla detenzione prolungata nei CIE che sembrava fossero cancellate ed invece sono state di nuovo inserite.
L’ispirazione razziale è confermata anche da altre norme che se analizzate razionalmente non hanno nulla a che vedere con l’immigrazione illegale e la sicurezza.
Mi riferisco alla tassa di 200 euro per rinnovare il permesso di soggiorno o chi fa richiesta della cittadinanza, o la restrizione dei ricongiungimenti familiari, l’istituzione del permesso a punti, l’innalzamento della idoneità alloggiativa, tutte restrizioni e vessazioni persecutorie che riguardano lavoratori e cittadini immigrati regolari che pagano le tasse e rispettano le leggi di questo Stato.
Questo DDL se approvato, rappresenta un vulnus gravissimo della nostra civiltà giuridica e dei valori di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione ed avrà ripercussioni negative dirompenti sulla sicurezza, sulla coesione sociale e sulla convivenza civile della nostra comunità nazionale, nel breve, medio e lungo periodo.
Che il governo abbia posto la fiducia su questo provvedimento è un atto di arroganza nei confronti del Parlamento e di tutti quei deputati compresi molti della maggioranza che avevano rivendicato giustamente un voto di responsabilità e coscienza.
Se questa legge sarà approvata senza significativi cambiamenti dovremo valutare tutte le possibili impugnazioni davanti alla Corte Costituzionale, e di Giustizia Europea non escludendo anche il ricorso al referendum abrogativo. di Pietro Soldini, responsabile immigrazione CGIL

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