giovedì 14 maggio 2009

Ddl sicurezza, scontri e tensioni prima del voto finale alla Camera

Via libera della Camera al disegno di legge sulla sicurezza. Il provvedimento, votato dalla maggioranza, è passato con 297 voti a favore, 255 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento, ora andrà ora al Senato per il sì definitivo. Invitiamo i lettori che volessero approfondire ad andare nelle due pagine preparate da Sergio Briguglio sulle principali novità introdotte in materia di immigrazione: il sommario e le specifiche nuove norme.
Ma la tensione è salita in Aula alle stelle durante il dibattito con un intervento scomposto del Ministro Maroni in evidente difficoltà. L’atmosfera si riscalda quando Roberto Cota, capogruppo della Lega, difende il provvedimento come "una promessa mantenuta agli elettori", uno spartiacque "tra chi le cose le fa e chi invece non le fa".
Lo scontro tocca il picco più alto durante l’intervento di Dario Franceschini, interrotto dai banchi del governo dal ministro dell’Interno Roberto Maroni."Avete impedito di fatto il matrimonio tra irregolari, avete di fatto reso impossibile l’iscrizione all’anagrafe di bambini di genitori non in regola, bambini invisibili", tuona il leader del Pd. Qui Maroni non resiste e urla, gesticolando visibilmente: "Basta falsità! Basta falsità!".
L’opposizione insorge, mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi invita Maroni, che gli siede accanto sui banchi del governo gremiti, alla calma. E la vicepresidente Rosy Bindi lo bacchetta, richiamandolo ad "un atteggiamento consono all’Aula". Maroni incassa il richiamo; lo stesso non fa il collega Andrea Ronchi: prima si alza e, girandosi verso la presidenza, chiede alla Bindi di fermarsi. Poi, rivolto ai banchi dell’opposizione il ministro per le Politiche Ue dice "ma smettetela", e fa con il braccio il classico gesto di chi manda qualcuno a quel paese.
Un siparietto che evidenzia l’estrema tensione che si vive all’interno della maggioranza, dopo le tante critiche e proteste arrivate da più parti che di fatto hanno isolato il Governo italiano. Non da ultima la dura presa di posizione di Napolitano contro il linguaggio xenofobo di alcuni politici, giunta non per caso in questo momento.
Ma è stato di certo l’intervento dell’Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, a rendere inequivocabile l’isolamento della maggioranza, di fatto succube delle posizioni xenofobe della Lega Nord. "Un'analisi sballata produce scelte di paura": è il titolo eloquente scelto nell’editoriale all'indomani della fiducia incassata dalla Camera sul ddl sicurezza.
"Il compito delle istituzioni nazionali e comunitarie - scrive il giornale della Cei - è avvicinare l'Europa ad una prospettiva umana più universale, inserendo le attuali condizioni sociali multietniche dentro un quadro giuridico interculturale che in prospettiva garantisca a tutte le persone, oltre la sicurezza e la legalità, eguale dignità di vita e di speranza".
"Spesso, a livello di opinione pubblica - prosegue 'Avvenire' - si percepisce una sorta di equiparazione tra la presenza di migranti e l'aumento progressivo della criminalità. In realtà i due fenomeni non hanno un legame necessario tra loro, e soprattutto non sono sovrapponibili". Avvenire ricorda che "le attività economiche, in quasi tutti i settori, sopravvivono ormai solo grazie all'apporto imprescindibile della mano d'opera diversa sul piano etnico o anche solo culturale".
Dunque, "sicurezza e immigrazione rimangono due problemi distinti. Il primo chiama in causa una responsabilità esclusivamente politica: nessun cittadino può difendersi da solo, con le proprie risorse individuali, perchè l''uso legittimo della forza' spetta solo agli organi di pubblica sicurezza. La questione della cittadinanza, invece - conclude 'Avvenire' - riguarda il rapporto esistente tra persone di cultura diversa in un determinato territorio".

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