
Un razzismo ''pervasivo e persistente'' in Europa in molti importanti settori della vita sociale quali lavoro, casa, istruzione, salute, ordine pubblico, accesso a beni e servizi, media, secondo l'European Network Against Racism (ENAR), che ha sottolineato il cosiddetto racial profiling, cioè l'utilizzo di criteri ''etnici'' nella selezione dei soggetti da sottoporre a controllo.
Particolarmente allarmante, poi, il fatto che sia sempre più evidente la tendenza a considerare ''accettabili'' i crimini razzisti e i maltrattamenti contro appartenenti alle minoranze etniche e religiose, anche all'interno delle forze di polizia e di altre autorità quando non da parte dei legislatori. Un po' ovunque in Europa manca un serio monitoraggio del fenomeno da parte delle istituzioni, cosa significativa almeno quanto la diffusa impunità, nonostante alcuni strumenti legislativi recentemente introdotti nella legislazione europea.
Secondo l'Agenzia europea per i diritti fondamentali, il problema delle scarse rilevazioni è tale da far sorgere il dubbio che gli Stati membri che fanno registrare un maggior numero di episodi a sfondo razzista e xenofobo siano in realtà solo quelli che svolgono un monitoraggio più attento e capillare. da ASCA
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