La genetica non c'entra. A differenziare i gruppi umani è invece l'evoluzione culturale: le conoscenze, le innovazioni, i costumi, le abitudini del vivere. E dunque il razzismo non ha alcuna base scientifica. Così Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista di fama internazionale, docente alla Stanford University e direttore dell'opera Storia della cultura italiana edita da Utet di cui è da poco uscito il primo volume Terra e popoli, ha rilanciato un messaggio di chiaro segno antirazzista al convegno, in corso a Trieste, dedicato alla diversità umana.
“Il razzismo – sottolinea Cavalli Sforza - è semplicemente l'intolleranza per le persone che sono diverse da noi”. “Le differenze visibili – continua – sono innegabili. Ma il nostro aspetto, su cui si focalizza tanta attenzione, in realtà coinvolge una piccola quota del codice genetico umano. Ben più importanti a differenziare i gruppi sono invece gli atteggiamenti culturali”.
Sfatati i presunti fondamenti scientifici del razzismo, il convegno – promosso dal Dipartimento di storia e storia dell'arte dell'ateneo triestino e dalla Scuola dottorale in scienze umanistiche in collaborazione con la Sissa – Scuola superiore di studi avanzati con il supporto della della Fondazione Kathleen Foreman Casali – prosegue oggi la sua suggestiva carrellata sulle mille sfaccettature della diversità umana affrontata con un approccio interdisciplinare da esperti di genetica, neuroscienza, storia e letteratura.
Centrale, in questa disamina, il capitolo dell'educazione. Se, come sottolineato da Cavalli Sforza, l'evoluzione umana procede su impulso dell'evoluzione culturale, proprio la cultura può sostenerci nella lotta al pregiudizio e alle discriminazioni. “In un periodo in cui sembrano riemergere antichi fantasmi – dice infatti Gacomo Todeschini, direttore del Dipartimento di storia e arte – è necessario riuscire a proporre una riflessione a tutto campo sul tema del razzismo capace di intrecciare i temi della scienze biologiche a quelli delle scienze umanistiche e all'etica. Solo così possiamo pensare di riuscire a dare concretezza ed efficacia al discorso antirazzista”. da L’Unione Informa, del 28 maggio 2009 - 5 Sivan 5769
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