Quasi non avevano ancora posato le valigie. Tre anni fa i 200 soci dell’Associazione bocciofila Bolzanetese erano stati sfrattati dalla loro sede di via Bruzzo, per fare spazio a un posteggio. L’amministrazione comunale li aveva destinati a una nuova struttura costata alle casse comunali 800 mila euro.
Oggi sulle carte di Autostrade che raffigurano il tracciato 2 della Gronda c’è una linea dritta che va da Murta al nuovo mercato ortofrutticolo di Bolzaneto e passa proprio sopra a queste aree di fronte al piazzale della Metro, in via Levati. Qui erano previsti anche un laghetto e una pista di atletica. A fianco ci sono il “campo nomadi” e il distributore di metano con annesso Circolo Arci. Duecento Sinti e altrettanti soci. Uniti agli appassionati di bocce fanno 600 persone.
Nessuno li ha contati. Nessuno li ha avvertiti. Ma sulla mappa, questa zona è compresa in un’immensa area gialla con scritto: «area di cantiere». «Siamo una concentrazione di vecchi, zingari e ambientalisti – dice qualcuno con un sorriso amaro - La scelta dell’opzione 2 era quasi ovvia».
«Siamo una della società bocciofile più grosse di Genova, se ci spostano ancora moriremo – denuncia il presidente Ermanno Maya – Abbiamo già dovuto sopportare troppe spese». Nel primo trasloco avevano già perso 50 soci, soprattutto anziani, che non potevano più venire a piedi. Il saldo è stato bilanciato grazie alla nascita di un’amicizia. «Quaranta sinti sono diventati soci, andiamo perfettamente d’accordo. Il Comune dovrebbe ricordarsi che svolgiamo un’attività sociale di integrazione». di Marco Grasso
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