
“Non diciamo che i provvedimenti governativi sulla sicurezza e contro gli immigrati clandestini, quali i respingimenti, abbiano intenti razzistici e, tanto meno, che contengano misure di questo tipo, ma il contesto culturale e sociale in cui trovano applicazione e' tale per cui possono venire interpretati e recepiti in questo modo”. Don Schiavon ricorda che “si tratta di un contesto di difficoltà, a partire da quelle economiche, per cui la reazione delle persone e delle comunità in situazione di disagio è quella della difesa e, pertanto, risulta contraria a quella della condivisione”.
“Soffermiamoci, ad esempio, sui temi della sicurezza. Il governo e le autorità di polizia ci dicono, in continuazione, che i reati stanno diminuendo, anche da parte degli stranieri. Eppure - conclude il 'cappellano dei Rom e dei Sinti' - quella che si respira è un'aria esattamente opposta: di estrema insicurezza”.
Conclude don Schiavon “Basta un episodio, anche il più marginale, per terrorizzare la popolazione, specie quando il protagonista è lo straniero, nella fattispecie il clandestino. Ritengo che qualche responsabilità, al riguardo, ce l'abbiano anche i media”.
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