lunedì 18 maggio 2009

Marsala, si chiude l'inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone

Si avvia a conclusione la lunga e infruttuosa indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone, sparita nel nulla mentre giocava di fronte alla casa della nonna, all'eta di quattro anni, il 1° settembre del 2004.
Denise Pipitone è stata cercata ovunque, purtroppo invano. Adesso la procura di Marsala ha detto stop, l'inchiesta sulla sparizione della bimba di Mazara del Vallo si chiude. E' comunque sempre attivo il sito www.cerchiamodenise.it, con le informazioni utili per cercare la bambina.
Nei prossimi giorni saranno inviate le notifiche agli unici due indagati, la sorellastra di Denise e il suo fidanzatino di allora, Gaspare Ghaleb. Ma i due non sono indagati per la vera e propria scomparsa della piccola, sono sotto inchiesta rispettivamente per concorso in sequestro di persona e per false dichiarazioni al pm, perché avrebbero mentito su quel giorno. Solo tra una ventina di giorni si saprà se si procederà col rinvio a giudizio o se la vicenda della piccola finirà con un'archiviazione. I due avranno tempo 20 giorni per consegnare attività difensiva, poi i pm potranno decidere se chiedere al gup il rinvio a giudizio.
Le testi che sono circolate in questi anni sono le più diverse: chi dice che Denise sia ormai con un'altra famiglia, da qualche parte del mondo, chi pensa che sia stata uccisa subito dopo il rapimento, come ha raccontato un collaboratore di giustizia che però non è stato ritenuto attendibile.
''Siamo abbastanza soddisfatti, l'invio degli avvisi di chiusura indagini è un primo passo verso la verità e un'eventuale condanna degli imputati''. Lo ha detto all'AdnKronos l'avvocato Giacomo Frazzita, legale della famiglia di Denise Pipitone. ''L'avviso di conclusione indagini - ha spiegato l'avvocato - prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, sarà un atto dovuto''. ''Poi - ha aggiunto - ci sono diverse richieste di archiviazione che ancora non mi sono state notificate che riguardano il capitolo aperto con le dichiarazioni di D'Asaro''.
''Noi ci riserviamo l'analisi degli atti, dopo averli analizzati daremo la nostra valutazione - ha concluso - Abbiamo 10 giorni di tempo per fare opposizione alle richieste di archiviazione con la richiesta di ulteriori indagini. Quindi, in quel caso, qualora il gip ritenesse opportuno si aprirebbe un'appendice di indagine verso i soggetti per cui fosse richiesto''.
Denise è stata cercata in questi anni in Italia e all'estero. Secondo gli inquirenti un ruolo nella sparizione della bimba l'avrebbe avuto la sorellastra, Jessica Pulizzi, minorenne all'epoca dei fatti. La ragazzina, è questa la tesi, avrebbe portato via Denise per gelosia e per vendetta nei confronti della madre della bimba, Piera Maggio, da lei ritenuta responsabile del fallimento del matrimonio dei suoi genitori. Alcune tracce del suo cellulare proverebbero che lei non ha detto la verità su quell'1 settembre, sembrerebbe che si trovasse vicino al luogo dove è scomparsa la bambina. Ma nonostante gli appelli - anche di suo padre - Jessica non ha mai ammesso responsabilità nella vicenda.
Sempre alla pista familiare si ricollegano le indagini del pentito Giuseppe D'Assaro, ritenuto non credibile. L'uomo, ex compagno della zia della bimba, Rosalba Pulizzi, ha detto che la bimba sarebbe morta poco dopo il sequestro per un'overdose di farmaci, e che lui stesso si sarebbe disfatto del corpicino, gettandolo in mare. Una tesi, però, cui gli inquirenti - dopo tutte le verifiche - non hanno creduto.
Una tesi a cui non crede Piera Maggio, la mamma di Denise, che continua pervicacemente a credere che la bambina sia viva e a chiedere che venga cercata. Negli anni gli avvistamenti sono stati numerosi. Ma, purtroppo, senza esito, e con una lunga scia di sofferenze in tante famiglie rom che si sono viste sequestrare le proprie figlie, fino all’evidenza dell’esame sul Dna.
“E' un momento di verità, che consentirà durante il processo di andare in profondità, di fare luce su quello che è accaduto dopo anni di silenzi, reticenze, scelte non chiare. La principale indagata si è avvalsa sempre della facoltà di non rispondere. Ora dovrà parlare e dovrà dire la verità". Lo afferma Piera Maggio, intanto, commentando la notizia dell'avvenuta chiusura delle indagini.

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