Il Comune vuole ridurre del 30 per cento le presenze dei Rom e dei Sinti in città e portarne il numero dai 1.200 censiti a 800: i campi saranno smantellati o ristrutturati, si offriranno casa e lavoro. Ma per chi non rispetterà le regole ci sarà l'espulsione
Entro due anni almeno il trenta per cento dei quasi mille e duecento Rom e Sinti distribuiti nei campi autorizzati del Comune sarà fuori di lì. Per un buon motivo: avranno trovato casa e lavoro, iniziando così un percorso di vero inserimento. Oppure, al contrario, per il motivo peggiore: l'allontanamento forzato imposto a chi non rispetta le regole stabilite dal patto di legalità e socialità e a chi commette reati.
Del resto, da Comune e Prefettura la voce è univoca: il concetto di campi nomadi deve essere superato, quindi i campi vanno smantellati. Nel futuro non dovranno essercene, se non per il solo transito. La prima stima la fa il vicesindaco Riccardo De Corato (in foto): «Con alcune differenze da un campo all'altro, contiamo di ridurre le presenze di più del trenta per cento, e già entro fine anno dovremmo realizzare la prima parte dei nostri progetti».
Progetti per cui il ministero dell'Interno mette a disposizione i fondi che gestirà il commissario straordinario per l'emergenza nomadi, il prefetto Gian Valerio Lombardi e che, nelle intenzioni, dovrebbero servire alla parte "costruttiva" del piano: accordi con le associazioni di volontariato laiche e cattoliche per aiutare i rom a trovare un lavoro e, di conseguenza, una casa. Man mano che i campi si svuoteranno, poi, si provvederà a ristrutturarne qualcuno, realizzando strutture adatte a soste temporanee.
Ma c'è anche l'altro aspetto del progetto di svuotamento dei campi, quello legato alla criminalità. Da inizio anno — dicono i dati del Comune — sono oltre cento le persone rom, tra adulti e minori, fermate per furti e rapine.
Sabato gli ultimi due episodi, quando un ragazzino di 13 anni ha scippato una donna in corso Garibaldi (ma la vittima l'ha inseguito riuscendo a recuperare la borsa) e tre donne romene sono state scoperte mentre tentavano un furto in un supermercato.
Nel frattempo ai semafori di molte arterie principali sono ricomparsi i mendicanti, tutti dell'Est europeo, di ogni età. «La questione rom — tuona il vicesindaco — diventa complessa quando sono coinvolti minori, spesso utilizzati dagli adulti per compiere reati predatori, o schiavizzati per la prostituzione: diventa più difficile quando si tratta di minorenni comunitari, che non si possono rimpatriare né arrestare, se hanno meno di 14 anni». Minori spesso destinati a fare un continuo dentro-fuori dalle comunità protette, da cui, immancabilmente, scappano per tornare nei campi. di Oriana Liso
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