Le norme relative all'immigrazione contenute nel ddl sicurezza del governo, rischiano di creare una società parallela di cittadini invisibili, di costruire dei nuovi ghetti, di far crescere il numeri di cittadini apolidi. È questo l'allarme lanciato dal segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti monsignor Agostino Marchetto (in foto), in un'intervista rilasciata al mensile dei paolini, “Jesus”. In merito al pacchetto sicurezza, monsignor Marchetto ha affermato: «Devo dire che le mie preoccupazioni sono tante. C'è il rischio di creare una società di invisibili, non dobbiamo creare una società parallela di immigrati, prima di tutto per non avere ghetti e poi per rispetto alla dignità della persona umana di ognuno, in situazione regolare o meno. Vi è a questo proposito una convenzione internazionale a difesa dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, ratificata da più di 40 Stati. Tra essi non c'è l'Italia e nemmeno altri Paesi cosiddetti sviluppati. Il rischio è far crescere in Italia il numero degli apolidi, che nel mondo sono circa 5 milioni».
Monsignor Marchetto: no alla xenofobia. «Bisogna - ha aggiunto monsignor Marchetto - cioè combattere la discriminazione, la xenofobia, il razzismo che sono cose diverse ma che spesso conducono agli stessi atteggiamenti di chiusura, animosità, offesa, violenza». In questo senso il prelato si è richiamato anche a quanto ha detto il Presiedente della Repubblica e ha ricordato che «forse pensare al carico di dolore e miserie che il mio prossimo, proveniente da lontano, porta con sè, potrebbe aiutare a vincere la xenofobia e ad aprire il cuore».
Ricordare anche gli irregolari che lavorano nelle nostre case. «Così come - ha detto ancora monsignor Marchetto - aiuta ricordare l'opera di centinaia di migliaia di irregolari che operano e servono nelle nostre case e danno forse il contributo più valido alla costruzione di una società interculturale. Si pensi infine al legame sviluppo-migrazione, binomio che sta andando sempre più nell'agenda degli incontro internazionali».
Respingimenti: zelo italiano alibi per altri Paesi. Nella politica dell'immigrazione basata sui respingimenti, «l'Italia sembra essersi presa il ruolo di tirare la volata ad altri Paesi con uno zelo degno di miglior causa». Il segretario del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti torna oggi a criticare le scelte del governo italiano in materia d'immigrazione, in una intervista al mensile cattolico Jesus. «Il riferimento continuo a una tendenza o a comuni intendimenti in seno all'Unione europea - aggiunge Marchetto - non toglie la responsabilità di ciascuno Stato e non esclude gli adattamenti previsti alle varie situazioni».
Fa pena la politica dal linguaggio violento. La politica alta e nobile è particolarmente rispettosa sia di chi ha idee diverse che dei poveri e dei bisognosi e i politici che scelgono un linguaggio aggressivo e violento spesso fanno pena. È quanto ha aggiunto Monsignor Marchetto. «Ho un grande rispetto per la politica e per gli uomini che vi sono impegnati. Molte volte mi fanno pena, nel senso buono di questa espressione, quando li vedo assumere, e penso ritengano così di difendere le proprie posizioni di partito, atteggiamenti aggressivi nel linguaggio, anche violenti, non rispettosi dell'altro, che è poi un uomo politico come loro. Penso alla politica superiore che Paolo VI, un grande italiano, definì “eminente espressione di carità”». Quindi mons. Marchetto è tornato a criticare la politica dei respingimenti messa in atto dal governo italiano spiegando che «il principio di non respingimento dei rifugiati o richiedenti asilo è una delle colonne di sostegno della legislazione internazionale, espressione di umanesimo, oltre che di cristianesimo, per noi».
Franceschini: per il governo tutti immigrati sono criminali. La politica del governo sull'immigrazione è insopportabile «perchè tende a far passare tutti gli immigrati come dei criminali». Lo ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini durante la trasmissione Radio Anch'io. Franceschini ha ribadito le critiche alla politica dei respingimenti effettuata dal governo che «viola la legge e i diritti internazionali». «Basterebbe applicare - ha proseguito - la loro legge, e cioè la Bossi-Fini. Quello che è insopportabile - ha aggiunto Franceschini - è che facciano passare tutti gli immigrati per quelli che fanno il reato sotto casa. Gli immigrati invece sono anche la badante che abbiamo in casa o l'operaio che si spacca la schiena sotto il sole per raccogliere la frutta nei nostri campi».
Franceschini ha infine criticato l'introduzione del reato di clandestinità: «Se una persona anziana - ha spiegato - ha in casa una badante che non è in regola, deve denunciarla altrimenti compirà lei il reato di favoreggiamento. Questo è il bel risultato del governo».
Cicchitto: Franceschini falsifica. «Franceschini non può falsificare la realtà e non vedere che con la nuova politica attivata dal governo in materia di immigrazione nell'arco di poche settimane è già stato possibile registrare un decremento degli ingressi clandestini nel nostro Paese, che così si sta allineando sui livelli della Francia di Sarkozy e della Spagna di Zapatero». Lo dice il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. «Franceschini - aggiunge - quindi, sta cambiando le carte in tavola: infatti, vengono accettati tutti gli immigrati che regolarmente entrano in Italia per lavorare, ma sono respinti i clandestini che, come dicono le statistiche, anche a causa della loro condizione, sono potenzialmente spinti a delinquere».
Rutelli: rispettare diritti umani e asilo. «Quello dell'immigrazione è un tema importante e bisogna distinguere la propaganda dai fatti: la propaganda prevale quando si parla di reato di immigrazione clandestina». Così Francesco Rutelli, oggi a Barletta per un incontro elettorale. «La soluzione - ha detto Rutelli - è rispettare la normativa internazionale in questa materia senza eludere il diritto di asilo». Alla domanda se bisogna oppure no respingere gli immigrati che arrivano dal mare, Rutelli ha risposto: «la norma internazionale prevede il respingimento alle frontiere e non qualsiasi altra pratica che non tenga conto, prima di tutto, dei diritti umani delle persone che devono essere aiutate in quanto tali».
Nuovi sbarchi in Calabria. Erano complessivamente settanta gli immigrati, di nazionalità turca e irachena, che hanno raggiunto nella notte le coste della Calabria a bordo di una imbarcazione. Ventisei stranieri sono stati rintracciati e bloccati dai finanzieri mentre gli altri vengono ricercati. Gli immigrati sono stati sentiti dai militari della Guardia di Finanza, dai carabinieri e dagli agenti della polizia di Stato. Dal loro racconto si è appreso che il viaggio è durato poco più di due giorni. Al momento dello sbarco a Stignano (Reggio Calabria), le condizioni del mare erano pessime a causa del vento forte e della pioggia. Sul posto è giunto il sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia che ha dato la disponibilità ad accogliere gli immigrati nella scuola elementare in attesa del loro trasferimento nel centro d'accoglienza di Isola Capo Rizzuto.
Immigrati sbarcati in Spagna. Nelle ultime 24 ore sono arrivati sulle coste di Almeria (Andalusia orientale) un totale di 130 immigranti su nove barconi: lo riferisce l'edizione elettronica del quotidiano El Pais. Tutti gli occupanti delle imbarcazioni, tra i quali vi erano due donne incinte e vari minorenni, sono in buone condizioni di salute. Solo nella giornata di martedì sono arrivati sette barconi con 116 persone, tutte accompagnate dal Salvamento Maritimo (il Soccorso Marittimo) al porto di Almeria. Un mercantile ha individuato oggi al largo del Cabo de Gata il cadavere di un uomo di apparente origine subsahariana probabilmente abbandonato da giorni in mare. Il corpo è stato recuperato dalla Guardia Civil che aspetta adesso i risultati dell'autopsia.
Nessun commento:
Posta un commento