A Milano continuano gli sgomberi elettorali e così, dopo due notti di pressing sui rifugiati di piazza Oberdan, stamattina è toccato gruppetto di Rom accampati nell’area dell’ex-caserma di viale Forlanini. Risultato? In questo momento venti donne, uomini e bambini, tra cui un neonato di appena 4 giorni, stanno vagando nelle strade del quartiere, nella più totale indifferenza delle istituzioni.
L’azione di sgombero, preannunciato ai rom ieri sera da agenti della polizia locale, è iniziata alle ore 7.15. Obiettivo: abbattere le poche baracche malsane e allontanare le famiglie di Rom romeni che vi vivevano. Si sono dunque presentati, nell’ordine, due ruspe dell’Amsa, una nutrita rappresentanza della polizia locale, tra cui spiccavano alcuni agenti in borghese del famigerato (e tanto caro al Vicesindaco) Nucleo Problemi del Territorio in tenuta da buttafuori e alcuni agenti di polizia del Commissariato di Lambrate, in funzione d’appoggio.
In mezzo a tutta questa esibizione di muscoli, peraltro fuori luogo, visto che i rom avevano già fatto i bagagli, si è infine materializzato un funzionario dei servizi sociali, il quale ha avanzato la ormai consueta “proposta” del Comune, cioè la divisione dei nuclei familiari, ricevendo l’altrettanto consueto diniego. Ma in fondo non ci credeva nemmeno lui, o almeno così ci è parso, poiché il suo impegno di convincere le famiglie è durato solo pochi minuti.
Evase quindi le formalità di rito, stile poliziotto da telefilm americano che deve leggere i diritti all’arrestato, le famiglie rom si sono allontanate dal luogo, bagagli e bimbi in braccio, nell’indifferenza soddisfatta di servizi sociali e polizia locale.
Difficilmente poteva andare in modo diverso, visto che i servizi sociali del Comune in questi mesi non si sono mai fatti vedere dalle parti di viale Forlanini, sebbene la situazione fosse ampiamente conosciuta, e che unici a preoccuparsi delle persone che vivevano nelle baracche sono stati alcuni volontari del quartiere.
Ma poi, si sa, arrivano le elezioni, il ballottaggio per la precisione, e bisogna pur inventarsi qualcosa per fare campagna. E chi se ne frega del destino di venti rom, compreso il bimbo appena nato, tanto loro non votano, non hanno amici potenti e mediamente non stanno nemmeno simpatici ai nostri concittadini. Importante è che De Corato o chi per lui, riesca a produrre un comunicato stampa anche oggi.
Infine, giusto per la cronaca, mentre poliziotti locali e uno spaesato funzionario dei servizi sociali si aggiravano nell’area dell’ex-caserma infestata dai topi, gli unici a fare qualche centinaio di metri per contattare i rom cacciati e mettersi a cercare qualche struttura che potesse ospitare le famiglie erano i soliti volontari della zona. di Luciano Muhlbauer
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