martedì 16 giugno 2009

Milano, Roberto De Corato è un criminale

Il Vice Sindaco De Corato è un criminale che mantiene la parola e che certo non si ferma davanti alle semplici proteste. Alcuni giorni fa aveva affermato: «Non gli daremo tregua - ripete -. Li inseguiremo. I rom abusivi devono andarsene da Milano, devono capire che qui non c’è aria. Come? Ogni giorno facciamo due o tre sgomberi, anche di pochi irregolari. Ora ci sono 1.331 emigrati nei dodici campi regolari gestiti dal Comune, mentre gli abusivi sono 1.745. Per questi ultimi il messaggio è chiaro: per loro non c’è posto. Penati dice che li sposta, io invece li mando fuori da Milano».
Il Vice Sindaco ha pronta sul suo tavolo un’ordinanza contingibile ed urgente contro le Ferrovie dello Stato. La colpa delle Ferrovie è quella di non recintare sei aree dismesse che, secondo il Vice Sindaco, potrebbero essere occupate da quel centinaio di persone che il Vice Sindaco bracca per tutta la Città, senza offrire una soluzione abitativa dignitosa.
La mappa, secondo il quotidiano Il Giornale, è già disegnata: c’è l’arcata del cavalcavia Bacula dove si sono piazzati circa 40 rom con le tende canadesi, una decina di baracche in via Pesto-Troya, l’ex scalo di Porta Romana sgomberato lo scorso giugno è occupato da una cinquantina di afghani.
In altre tre aree gli edifici ferroviari mai finiti rischiano di diventare baraccopoli: in via Molinetto da Lorenteggio, tra via Breda e De Marchi, o al confine con il parco delle Memorie Industriali.
Fs si difende e fa sapere che ha effettuato nel tempo «numerosi interventi risolutivi o atti a limitare il disagio sociale all’esterno» e l’ad Mauro Moretti ha già risposto con due lettere negli ultimi 15 giorni al vicesindaco, per riferire che in Porta Romana «si continuano a registrare presenze indesiderate sebbene siano murate e sbarrate e siano stati abbattuti i magazzini centrali» mentre per le aree sotto il cavalcavia Bacula è già partita «la procedure di gara per la messa in sicurezza». Per via Pesto «procederemo a pulizia e messa in sicurezza contestualmente allo sgombero da parte delle autorità» anzi auspica «un sopralluogo congiunto con il Comune per trovare le soluzioni più idonee». Ma De Corato non ne vuole sapere.

Tutto questo per perseguitare un centinaio di persone che hanno l’unica colpa di essere povere ma soprattutto perché appartengono alle minoranze rom. E non ci si ferma perchè è pronta anche l’operazione di “alleggerimento” del “campo nomadi” di via Triboniano.
De Corato, anche su questo caso picchia duro anche perché per via Triboniano la fine è già scritta: lì verrà creato uno svincolo per collegare Cascina Merlata alla sede Expo, i cantieri apriranno nel 2011 quindi già il prossimo anno i 580 Rom ancora presenti dovranno andarsene («resterà un piccolo campo da 30 persone»).
E ancora… a giorni si riunirà il nuovo comitato di gestione e inizierà ad applicare il regolamento firmato a marzo dal prefetto nella parte che prevede come ha dichiarato il Vice Sindaco De Corato «allontanamenti per chi ha procedimenti interdettivi o è responsabile di episodi che hanno turbato la cittadinanza». Chi ha condanne definitive a carico «verrà cacciato».
Questa è la situazione drammatica. E’ quindi ora di prendere carta e penna e denunciare le politiche razziste del Comune di Milano. Il Vice Sindaco è un criminale e come tale deve essere trattato. L’unica possibilità, vista l’inerzia della Procura della Repubblica di Milano, è quella di trascinarlo davanti alla Corte di Giustizia dell’Aia perché risponda dei crimini contro l’umanità che sta commettendo a Milano come responsabile di una serie infinita di sgomberi che si configurano come veri e propri pogrom.
In meno di due anni il Comune di Milano ha eseguito centinaia di sgomberi nella maniera più violenta, spendendo quasi 500 mila euro. Soldi che potevano essere utilizzati per sostenere sia interventi sociali che rimpatri assistiti per chi l’avesse chiesto. E invece si picchia giù duro, sia a parole che nei fatti. Una vergogna! Le “grate anti rom” devono trasformarsi nelle grate del carcere Onu di Scheveningen per Roberto De Corato. La società civile di Milano si dia una svegliata. di Carlo Berini

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido sul fatto che la situazione è critica. E' ora di prendere carta e penna e proporre qualche cosa di concreto. Non si deve lasciare la patata bollente alle amministrazioni comunali, dato che non sanno cosa fare oltre agli sgomberi. Ormai si è capito che le amministrazioni, quando i numeri sono tanti, non riescono a trovare i modi per affrontare queste difficoltà di abitazione e di inserimento lavorativo. Devono allora proporre qualche rimedio gli esperti e chi si occupa di queste problematiche. La politica ha fatto il suo corso e non è riuscita a concludere, ci vogliono allora le proposte concrete degli interessati e degli esperti di relazioni sociali.

Gio.

Carlo Berini ha detto...

ciao Gio., il centro-destra, e in particolare la Lega Nord, governa Milano da tanti anni ma mai è stata seguita una delle tante proposte che noi ed altri abbiamo fatto. al contrario di quanto successo nel resto della Lombardia (ad esclusione di Brescia) con un serio governo dell'immigrazione e il riconoscimento dei diritti di minoranze ai Sinti e ai Rom italiani.
quindi ora, dopo anni di lassismo istituzionale, si picchia giù duro contro persone che hanno l'unica colpa di essere povere... e, dimenticavo, appartenere alle minoranze rom.
ma anche altrove, le politiche sono state fatte, come ad esempio a Firenze.
in sintesi, a Milano per anni i politici se ne sono fregati ed ora, per ragioni elettorali, picchiano duro contro poche centinaia di persone.
ricordo che quel criminale di Roberto De Corato è stato uno degli artefici della sindrome da invasione, sparando cifre assurde per due anni. si era arrivati, prima del censimento di luglio 2008, a sparare sui giornali la cifra di 35mila persone, presenti in baracche a Milano. tutte balle, tutte falsità per un gioco di potere con Salvini della Lega Nord.
l'unica cosa concreta da fare è spedire quel criminale di De Corato in carcere, dove meditare sul dolore che ha procurato.
perchè uno può fare un errore ma perseverare come fa De Corato è diabolico.

Anonimo ha detto...

Dipende dai punti di vista. Dipende dal valore che viene dato ai fatti. Fino a quando si dice che uno è un criminale non si risolvono i problemi della povera gente e non si ricuce una divisione. E' un fatto politico, questa divisione tra un modo e l'altro di pensare, è una comunicazione con un preciso intento politico senza una proposta per attenuare i conflitti? A chi giova? Dove sta il guadagno? Non sarà che è più facile prendersela con il vice Sindaco piuttosto che proporre un piano concreto di sostegno alle attività del Comune? I piani non vengono accettati, e per questo, allora, tutto è da buttare, come se di qua è tutta luce e di là tutta notte buia?
Ci vuole un senso della realtà che tenga conto di molti aspetti, che non siano solo quelli che considerano le cose dal punto di vista della battaglia ideologica, così come tutto il peggio non può essere da una parte sola. La realtà è che il peggio c'è anche dove si cede alle trappole ideologiche. Il senso di una realtà ben costruita, una realtà che possa definire i propri limiti nella sfera di emozioni condivise, e perciò emozioni adulte, che non tengano conto dei dissidi ideologici più di quanto si rendesse necessario, si costruisce giorno per giorno attraverso un duro lavoro diplomatico e l'appianamento dei dissidi, nell'intento di sentire che noi e loro siamo a posto, che ci sentiamo bene in questo mondo anche se è un mondo imperfetto visto i modi in cui l'essere umano a volte si comporta.

Gio.