Numerosi i partecipanti allo spettacolo tenuto da Moni Ovadia lo scorso sabato 30 Maggio, nell’ambito del Festival della Pace. Il palco è stato allestito in via Montebello, nella zona meglio nota come “piazza della verdura”. Lo scrittore e teatrante ha proposto per l’intera durata dello spettacolo, circa due ore, un percorso di matrice ebraica, rom e sinta. Accompagnato da ben sette musicisti ed una cantante, Ovadia ha mescolato sapientemente letteratura ed musica, spiegando ed interpretando in maniera semplice le origini e le ragioni dell’errare ormai insito nella cultura delle due etnie. Così è nato “Senza confini: ebrei e zingari”, uno spettacolo di impegno sociale e di informazione, che però non rinuncia all'ironia, con il primo e non unico fine di riflettere sul problema del razzismo e della discriminazione.
Lo stesso autore ha descritto lo spettacolo come “la nostra assunzione di responsabilità, poiché la sua forma si iscrive nella musica e nel teatro civile, arti rappresentative e comunicative che possono e devono scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente".
Molti gli applausi, oltre che per Ovadia, anche per tutto il gruppo di musicisti, che hanno incantato e rapito il pubblico con virtuosismi e melodie dal sapore di antiche terre lontane. Spettacolo dunque gradevole, ma al contempo molto importante poichè inserito nel festival della pace; quando si parla di pace intesa come rispetto e conoscenza delle altre culture, Moni Ovadia non può che essere parte integrante del contesto. da Sambenedetto Oggi
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