giovedì 23 luglio 2009

Piano casa: come fare ad ampliare abitazione. Regole e sgravi fiscali

E’ stato approvato definitivamente dal Governo dopo il parere favorevole espresso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dal Cipe il nuovo Piano Casa del governo Berlusconi, con l’obiettivo primario di realizzare centomila alloggi in cinque anni, che saranno destinati sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale.
In generale il piano prevede disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, interventi diversificati a seconda delle categorie interessate e incentivi e agevolazioni fiscali. Si parte dagli ampliamenti del 20% se grazie ai lavori si riesce a risparmiare il 10% dell'energia necessaria al riscaldamento.
Di conseguenza sale a quota 4,1 milioni il numero di edifici mono o bi-familiari potenzialmente interessati dalle leggi regionali sugli ampliamenti, per cui sarà, però, richiesta maggiore attenzione per l’isolamento termico degli edifici, per la coibentazione, per gli infissi anti-dispersione, per calaia e impianto di riscaldamento. Le abitazioni devono trovarsi fuori dai centri storici. In caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio è possibile salire fino al 35% della volumetria. Sarà, inoltre, possibile recuperare le aree dismesse e trasformale in nuove abitazioni a patto che si trovino in zone per le quali è prevista dal Piano regolatore comunale una destinazione d’uso residenziale.
In questo caso la superficie volumetrica rimane invariata ed è vincolata alle disposizione degli indici di edificabilità dei singoli Comuni. A poter beneficiare del nuovo Piano casa saranno i nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, a patto che siano esidenti da almeno dieci anni in Italia o da cinque nella stessa regione. Sono, inoltre, previsti sconti fiscali per chi decida di ampliare la prima casa.
Lo sconto ammonterà al 50% del balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento agli incrementi realizzati e il taglio del 50% è previsto anche per gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili. di Marianna Quatraro

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