
In generale il piano prevede disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, interventi diversificati a seconda delle categorie interessate e incentivi e agevolazioni fiscali. Si parte dagli ampliamenti del 20% se grazie ai lavori si riesce a risparmiare il 10% dell'energia necessaria al riscaldamento.
Di conseguenza sale a quota 4,1 milioni il numero di edifici mono o bi-familiari potenzialmente interessati dalle leggi regionali sugli ampliamenti, per cui sarà, però, richiesta maggiore attenzione per l’isolamento termico degli edifici, per la coibentazione, per gli infissi anti-dispersione, per calaia e impianto di riscaldamento. Le abitazioni devono trovarsi fuori dai centri storici. In caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio è possibile salire fino al 35% della volumetria. Sarà, inoltre, possibile recuperare le aree dismesse e trasformale in nuove abitazioni a patto che si trovino in zone per le quali è prevista dal Piano regolatore comunale una destinazione d’uso residenziale.
In questo caso la superficie volumetrica rimane invariata ed è vincolata alle disposizione degli indici di edificabilità dei singoli Comuni. A poter beneficiare del nuovo Piano casa saranno i nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, a patto che siano esidenti da almeno dieci anni in Italia o da cinque nella stessa regione. Sono, inoltre, previsti sconti fiscali per chi decida di ampliare la prima casa.
Lo sconto ammonterà al 50% del balzello che si deve ai Comuni per la costruzione. Il contributo si paga inoltre solo con riferimento agli incrementi realizzati e il taglio del 50% è previsto anche per gli interventi che siano realizzati mediante la utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabili. di Marianna Quatraro
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