
A partire dalle ore immediatamente successive allo stupro, l’intera zona era stata setacciata a fondo dalla polizia alla ricerca del gruppo. Proprio la pressione esercitata sugli insediamenti abusivi dei nomadi nella zona della violenza, dove gli arrestati si appoggiavano quando erano a Milano, e l’efferatezza e la ferocia del loro gesto avevano di fatto portato la comunità rom ad isolare i quattro giovani, che avevano così deciso il rientro in patria, avvenuto a bordo di uno dei tanti furgoni dei corrieri che fanno quasi quotidianamente la spola tra Italia e Romania. A dare una svolta all’indagine, che nelle prime battute sembrava complicatissima, è stato il ritrovamento da parte degli esperti della Scientifica dell’impronta di Cristea sull’auto delle vittime. Un elemento importante a cui si è aggiunto lo studio del traffico telefonico: i quattro balordi avevano preso dal portafogli del ragazzo aggredito una scheda Sim e l'avevano utilizzata per fare due telefonate. da Corriere della Sera, continua a leggere…
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