Il Consiglio di Stato non ha accolto la sospensiva per la costruzione del Villaggio Sinti a Favaro Veneto, come deciso dal Comune di Venezia.
Lo ha reso noto il presidente del consiglio comunale veneziano Renato Boraso (Fi-Pdl), per il quale della vicenda deve essere ora investito il tribunale dei minori di Venezia. «Sono molto rammaricato - ha detto Boraso - del fatto che non ci sia nessun giudice amministrativo che voglia prender atto delle gravi difformità amministrative e di carattere urbanistico presenti nel progetto».
«Spero che quando verrà trattato il merito ci sarà una valutazione più serena - ha aggiunto - da parte mia intendo interessare il tribunale dei minori, perché trovo sconcertante che famiglie con minimo due o tre figli a carico possano alloggiare in abitazioni di 40 metri quadrati, fuori dalla norma del regolamento edilizio vigente che è di 45 metri quadri per un massimo di due persone, con 10 metri quadri in più per ogni figlio».
Per Boraso, «la norma dovrebbe valere ancor di più per la pubblica amministrazione, che deve essere di esempio: stiamo costruendo un lager?».
Il progetto del Comune di Venezia prevede di alloggiare in 38 casette prefabbricate 160 cittadini italiani di origine sinti, in tutto una quarantina di famiglie, che oggi vivono in un'area fatiscente, per un spesa complessiva di circa 3 milioni di euro.
Il Comune: «Attendiamo il merito con serenità». Dopo il pronunciamento del Tar che non ha accolto la sospensiva dei comitati contrari alla costruzione del villaggio Sinti a Mestre, il Comune di Venezia attende ora il giudizio di merito.
Il progetto di costruzione del villaggio per i Sinti, ha rilevato l'assessore veneziano alla pianificazione strategica Laura Fincato, «anticipa di anni quelle che oggi sono le norme stabilite dal ministro Maroni».
«Non sarei mai voluto intervenire, perché ho sempre avuto il massimo rispetto di tutti i pronunciamenti della magistratura, in questo caso amministrativa - ha detto Fincato - ma non posso tacere che il presidente del consiglio comunale di Venezia si arroga il diritto di censurare una valutazione del Consiglio di Stato accusandolo di non aver voluto affrontare il caso».
«Mi pare chiaro invece - prosegue Fincato - che il Consiglio ha ritenuto valide, nel non concedere la sospensiva, le ragioni di un'amministrazione che sta ottemperando ad un dovere di civiltà, rendendo vivibile una situazione che riguarda decine di concittadini veneziani di etnia sinti, fino ad oggi confinata nella difficoltà quotidiana di un campo nel quale le norme igieniche e di vita normale non sono certo quelle degne di Venezia!».
«Abbiamo sempre sostenuto come amministrazione - conclude l'assessore - che il progetto del villaggio era secondo le regole. Ha “resistito” a tutti gli assalti in giudizio: aspettiamo quindi con serenità il giudizio di merito». da Il Gazzettino
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