“La vita umana non è mai stata trattata alla stregua di merce deperibile e vile quanto in questa nostra epoca di opprimente empietà”(Gabriel Marcel)
Con le navi dei poveri del mondo che affondano nel mediterraneo affonda anche la dignità di una paese come l’Italia. Dai tempi antichi esiste la legge del soccorso in mare e dell’ospitalità; erano leggi non scritte ma praticate da persone che s’incontravano nelle zone d’incrocio che sono tipiche delle zone marittime. Ospitalità, accoglienza, incontro, dialogo: parole antiche come i dialoghi di Platone che faceva dialogare Socrate con tutti quelli che incontrava per strada, parole antiche come quelle di Gesù Cristo che se n’andava per le strade polverose della Galilea a predicare l’amore e la fratellanza, parole antiche pronunciate dai migranti italiani che si recavano in Sud America , in Nord America, in Australia, in Belgio e in tanti altri posti, parole antiche come la vita che è sempre un grande viaggio fatto d’incognite e di terre sconosciute da scoprire, viaggio che avviene anche senza spostarsi perché nel ciclo esistenziale di un individuo vi sono tanti incontri e tante storie di relazione diverse. Come diceva Jacques Maritain nel suo testo “L’umanesimo integrale”: siamo genti in cammino, alla ricerca dell’incontro , del mistero dell’esistenza e di un po’ di umanità, di affetto , di equità e di amore.
I migranti lasciate affondare e annegare nel mare non interessano nessuno; muoiono di fronte alla più totale indifferenza della maggioranza della gente chiusa nel proprio piccolo e povero narcisismo; muoiono di fronte anche all’ostilità dei tanti che proiettano su di loro tutte le loro frustrazioni facendone un capro espiatorio ideale per chi governa e detiene il potere economico e mediatico. Andiamo verso un enorme società dell’apartheid , della separazione della negazione dell’umanità e della dignità dei tanti migranti che arrivano perché fuggono da un mondo basato su una struttura d’ingiustizia. La vergogna è quella di una classe politica che organizza il consenso con la demagogia xenofoba , razzistica e classista: i barconi non devono essere soccorsi e devono tornare indietro (dove nei campi del deserto in Libia dove si muore comunque!) oppure devono affondare con il loro carico umano (che per qualcuno umano non è !).
La vergogna è quella di una ‘opposizione’ democratica che non osa organizzare la disubbidienza civile e la protesta per paura di essere impopolare e di perdere voti. La vergogna è quella dei tanti intellettuali e accademici che preferiscono tacere perché sono genti ‘serie’ che non si sporca le mani in denuncie che non hanno nulla di ‘scientifico’. La vergogna è quella dei tanti media e dei tanti giornalisti che alimentano campagne di paura con una informazione distorta. La vergogna è quella dei tanti giovani che preferiscono godersi i loro piccoli narcisismi egocentrici piuttosto che indignarsi per l’ingiustizia di cui sono vittime i poveri del mondo. La vergogna è anche quella delle gerarchie religiose che pure denunciando la barbarie e la disumanità in nome del cristianesimo finiscono comunque per il passare accordi con chi fa le leggi razziali poiché in fondo vi è da difendere potere e ‘identità cristiana’ contro la concorrenza degli altri credi religiosi di cui sono portatori i migranti. La vergogna è quella del mondo del lavoro e degli imprenditori che sfruttano come schiavi questi migranti e sostengono poi le posizioni razziste di alcune formazioni politiche al potere. La vergogna è purtroppo anche di una scuola che si sta allineando alle nuove pulsioni xenofobe: non basta sperimentare ‘percorsi d’integrazione’ se poi si veicola pregiudizi e stereotipie esplicitamente razziste nella relazione con le famiglie migranti. La vergogna è anche quella di chi dovrebbe essere garante della Costituzione repubblicana basata sul principio di eguaglianza di tutti i cittadini a prescindere delle loro origini e firma comunque le nuove leggi razziali senza metterne in discussione la sostanza fondamentalmente discriminatoria. La vergogna è di chi guarda tranquillamente la televisione vedendo scene di morti annegati senza soccorsi e non sente nessuna emozione di simpatia umana per chi è morto in quelle terribili condizioni. La vergogna è quella di chi osserva per denunciare il clandestino o di chi inventa un gioco per amici per fare ‘rimbalzare il clandestino’ un po’ come i nazisti facevano rimbalzare gli ebrei. La vergogna è quella della donna nigeriana incinta senza documenti che non sa come fare per partorire perché andando in ospedale rischia una denuncia. La vergogna è la violenza psicologica che subiscono tanti bambini migranti che vedono i propri genitori angosciati perché non hanno avuto il rinnovo del permesso di soggiorno. La vergogna è quella dei tanti che vedono in spiaggia passare i poveri del mondo e provano solo fastidio perché guastano le loro ferie. La vergogna è quella di una società che non riesce neanche più a sentire nulla di umano perché contano solo i soldi e le merci, perché gli esseri umani sono ridotti a categorie contabili e a numeri insignificanti sul registro di un centro d’identificazione per immigrati. La vergogna è quella dei nuovi lager a cielo aperto nelle nostre città e che tutti fanno finta di non vedere oppure i nuovi campi per i Rom che sono considerati come sub-umani.
Eppure già alla fine del 900’ lo storico napoletano Pasquale Villari notava a proposito dell’emigrazione italiana in un libro intitolato “L’Italia e la civiltà”:
“Le correnti migratorie costituiscono il fenomeno antropico più importante dell’ultimo secolo e allo sviluppo di esse è ormai intimamente legato l’avvenire dell’Europa…E’ un fenomeno così grandioso che supera tutti quelli che per forza di eventi si sono verificati dalle invasioni barbariche ai nostri giorni”. “E se ora domandiamo , che cosa è mai questo singolare fenomeno della nostra emigrazione, quale ne è la causa prima e fondamentale, dobbiamo rispondere: la miseria e l’abbandono in cui da secoli abbiamo lasciato le classi lavoratrici del contado, che sono pure la maggioranza della popolazione italiana. Esse sentono questo abbandono , sanno che troveranno per tutto altrove migliore retribuzione all’opera delle loro braccia, ed abbandonano una patria che fu loro sempre matrigna e non mai madre.”
La vergogna è anche quella di chi dimentica la propria storia di migrazione e di sofferenza offendendo così la memoria dei milioni d’italiani che andarono cercare fortuna all’estero. Una storia migratoria che fu una delle pagine più importanti dell’umanità con le sue luci e le sue ombre; ci furono i coraggiosi lavoratori che andarono nelle miniere del Nord Europa, molti vi morirono come nella tragedia di Marcinelle, altri morirono dopo della silicosi, ci furono migranti come Sacco e Vanzetti che pagarono con la vita il loro impegno per la giustizia sociale e contro il razzismo anti italiano, vi furono anche i mafiosi e i criminali, vi furono gli intellettuali antifascisti come Rodolfo Mondolfo che introdusse Hegel , traducendolo in spagnolo, in Argentina e che insegnò in quella terra il patrimonio prodotto dall’umanesimo italiano da Picco della Mirandola a Cesare Beccaria.
La vergogna è l’offesa fatta alla memoria dei tanti emigranti che pagarono con la vita il tentativo di crearsi un futuro migliore.
La vergogna è anche questa cospirazione del silenzio di fronte all’orrore di un Mediterraneo che si sta trasformando in una vera fosse comune; il mare nostrum degli antichi dove navigavano Platone, Pitagora , Aristotele e Seneca. La vergogna è quella dell’indifferenza della gente che gira la testa da un’altra parte non vedendo questi fratelli e sorelle che soffrono, che provano emozioni, che hanno aspettative, che vogliono – come i tanti emigranti italiani- un futuro migliore e più umano. L’indifferenza che diventa complicità di un meccanismo d’ingiustizia e di morte; di un meccanismo che non fa che umiliare la dignità della persona umana e che lo fa anche in quelli che esprimono odio verso ‘lo straniero’. La vergogna è anche il pretesto avanzato da alcuni con il fatto che è sempre stato così o che la vita è una valle di lacrime per non fare nulla. E’ quello che affermava Jacques Maritain:
“Non si può prendere il pretesto che la vita presente è una valle di lacrime per rassegnarsi all’ingiustizia o alla condizione servile o la miseria dei suoi fratelli.”
La vergogna è quella di un paese che rivendica continuamente le sue radici cristiane facendo esattamente il contrario dell’insegnamento di Cristo che parlava di accoglienza, giustizia, amore e fratellanza. La vergogna è quella dei tanti che vanno i giro per turismo sessuale per sfogare il loro odio verso la propria umanità degradando e violentando quella delle bambine povere senza difesa .
La vergogna sono quelle immagini di morti sulle spiagge e di corpi galleggianti che non provocano nessun sentimento di sdegno per l’umanità violentata e ferita. La vergogna è quella dell’assenza di reazione umana di fronte alla barbarie dei discorsi che offendono la dignità della persona umana!
Scriveva Don Lorenzo Milani: “Io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria , gli altri i miei stranieri”.
Scriveva Giuseppe Mazzini: “Dio decretò che la voce straniero , come abitatore di terra diversa, passerebbe dalla favella degli uomini e solo straniero sarebbe il malvagio”.
La vergogna è anche che non vi siano più grandi italiani come Don Milani e Mazzini per affermare in faccia all’universo e ai potenti la loro fede nell’umanità, nella giustizia e nell’eguaglianza.
La vergogna è che tutti in fondo finiscono per fare finta di niente e la barbarie continua a fare danni profondi nell’anima delle persone. La vergogna è anche quella di chi tace e dovrebbe , tuttavia, garantire i valori di eguaglianza della Costituzione repubblicana. La vergogna è la violenza quotidiana diffusa verso l’immigrato e verso chi ha la pelle scura o parla una lingua diversa; violenza praticata da tutti dal bar all’autobus all’uscita della scuola. E’ quel razzismo diffuso che fa parte ormai del modo di essere di tante persone di questo paese. Possiamo dire di questo sistema di rapporti quello che diceva Franza Fanon del sistema coloniale:
“Il regime coloniale è un regime instaurato con la violenza. E’ sempre con la forza che il regime coloniale si è instaurato….Apartheid in Sud Africa, lavori forzati in Angola. Disprezzo, politica di odio. Queste sono le manifestazioni di una violenza molto concreta e molto penosa. Una violenza nel comportamento quotidiano”.
La vergogna italiana , e non solo perché in altri paesi d’Europa le cose stanno peggiorando (basta pensare alla pulizia etnica verso i Rom nell’est dell’Europa, alle lotte interetniche nelle ex repubbliche sovietiche, alla caccia al migrante in diversi paesi d’Europa occidentale) ; la vergogna della disumanità delle politiche e dei discorsi dei media e dei politici nei confronti dei poveri del mondo sta diventando la vergogna di ceti dominanti che sono pronti, per mantenere il loro potere e le loro ricchezze, come è successo in altri momenti della storia, a sacrificare la vita di decine di migliaia di miserabili trasformandoli in capro espiatorio e indirizzando verso di loro il disagio sociale ed esistenziale ormai diffuso. Come Franz Fanon diciamo .
“Bandiamo dalla nostra terra qualsiasi forma di razzismo , qualsiasi forma di oppressione e lavoriamo per l’uomo , per l’affermazione dell’uomo e per l’arricchimento dell’umanità!”. di Alain Goussot
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