venerdì 7 agosto 2009

Livorno, la Città ricorda Eva, Menji, Danciu e Tutsa

Due anni fa, nella notte fra il 10 e l'11 agosto, quattro bambini rom, Eva, Menji, Danciu e Tutsa, persero la vita nel rogo che distrusse la baracca dove abitavano, una misera baracca alla periferia della città, nella zona di Pian di Rota. Fu un fatto terribile, una tragedia che sconvolse la città e che sollevò un acceso e controverso dibattito, non solo locale.
A due anni da quella tragedia, l'Amministrazione comunale di Livorno ricorda le quattro piccole vittime con una cerimonia al cimitero dei Lupi e la deposizione di mazzi di fiori sulle loro tombe, con la scritta "la Città di Livorno".
Alla cerimonia, che si svolgerà lunedì 10 agosto alle ore 10,30 , saranno presenti l'assessore al sociale Maria Pia Lessi e Viktor Lakaciu, padre di Tutsa. Ma accanto alla cerimonia ufficiale in città vi saranno altri momenti per non dimenticare: domenica 9, durante lo spettacolo di chiusura di Effetto Venezia un momento particolare sarà dedicato al ricordo dei quattro piccoli rom.
La Comunità di Sant'Egidio, la Fondazione Caritas Livorno e della Società Volontaria di Soccorso commemoreranno il tragico evento lunedì 10 , alle ore 18 , a Pian di Rota. Seguirà una preghiera di Don Piotr Kownacki (Delegato per l'Ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Livorno) e Giovanni Popa (rappresentante della Comunità ortodossa romena di Livorno).
Sempre lunedì 10 agosto , alle ore 21,30, nella piazzetta Caproni, l' Arci Livorno, il Teatro del Porto, la compagnia Anfass, Major Von Frinzius e l'Associazione per la pace daranno vita ad una iniziativa con lettura di poesie, commenti liberi, riflessioni collettive e piccole performance musicali messe in essere da varie realtà artistiche cittadine, per commemorare i bambini rom ma anche per riflettere su integrazione e inclusione sociale.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ricordo con dispiacere la triste vicenda. Risiedendo in Toscana, a non molti Km di distanza da Livorno, ho vissuto da vicino l'accaduto, dato il rilievo ad esso dato dalle TV locali e dalle testate giornalistiche.
Ritengo che questa disgrazia ponga di fronte a precise responsabilità, in primo luogo, le amministrazioni locali. Se i familiari dei piccoli non fossero stati sfollati da un campo rom sito nel pisano, forse la tragedia si sarebbe potuta sventare.
Credo, poi, che anche i genitori di questi bambini abbiano la loro parte di responsabilità. Il rogo si è consumato nella notte tra il 10 e l'11 agosto di due anni fa.
La polizia li ha trovati alla stazione di Livorno. Se qualche adulto, in quelle ore, fosse stato presente nella baracca di legno, forse qualcosa era possibile fare per quei poveri bambini, due dei quali erano diversamente abili. Eva, se non ricordo male, era sordomuta. Certo non si può andare contro il destino, ma prevenire, per quanto possibile, certe fatalità, si.
Beatrice

Giancarlo ha detto...

Beatrice... questa è soltanto la verità "giudiziaria" accertata a seguito del "patteggiamento" dei genitori che, nell'immediato dell'accaduto, furono rinchiusi in carcere. Rimane il serio dubbio che si trattò di un "attentato" e che, sicuramente, le indagini non furono svolte come si doveva.

http://www.corrieredilivorno.com/index.php/news/articolo/21-Qualcuno-appicc-lincendio-allaccampamento-dei-romeni

Comunque, fuori da ogni retorica di mistificante commemorazione, bene avrebbero fatto le Istituzioni a prendersi "cura" di Victor ed Elena Lacataus, i genitori della piccola Tutsa, gli unici rimasti in Italia per stare vicini alla tomba della loro figlia. Io li ho conosciuti personalmente ed ho visto nei loro occhi la disperazione.
Victor ed Elena cercano di sopravvivere al dolore come sempre... ai margini del degrado di questa nostra Italia e l'anno scorso a Pisa ancora una volta la loro baracca è andata in fiamme...

Anonimo ha detto...

Indubbiamente Giancarlo la verità sul tragico evento è stata in parte occultata. L'accanimento mediatico ha, poi, avuto un ruolo-cardine nel dipanamento della disgrazia. Molti hanno puntato il dito solo contro i genitori dei bambini, tralasciando le responsabilità delle amministrazioni locali. Credo, tuttavia, che se di attentato si è veramente trattato, è probabile che gli artefici del rogo non siano state le famiglie che vivevano nei dintorni della baracca di legno. All'indomani della disgrazia furono intervistati alcuni vicini di queste famiglie Rom, che avevano in quella zona periferica di Livorno piccoli appezzamenti di terreno. Molti dissero che erano brava gente. Uno, in particolare, riferì che la bambina sordomuta, Eva, spesso lo aiutava, senza che lui gli dicesse niente, a innaffiare l'orto. Penso che la verità sul fatto difficilmente verrà a galla.
Beatrice

Giancarlo ha detto...

L'attentato fu anche rivendicato da un farneticante gruppo: GAPE Gruppo Armato Pulizia Etnica.
C'è da dire inoltre che nei mesi precedenti c'erano stati altri episodi di "intolleranza razziale", ma era comunque opinione diffusa che gli "italiani brava gente" mai potessero arrivare a tanto.

A settembre dello stesso anno, dopo una estate passata a discutere sulla questione dei "lavavetri", a Roma in località Ponte Mammolo, viene attaccato con bottiglie incendiarie un altro campo.
Tra i tanti aggressori ne viene arrestato uno: F.L di 40 anni che si dice rappresentante di un Comitato Civico antesegnano delle ronde, ma in realtà promotore di quel senso di giustizia "fai da te", probabilmente maturato anche all'ombra della tragica vicenda di Livorno.
Cerca di discolparsi, in particolare sostiene di girare "armato" perchè il quartiere è diventato pericoloso. Viene condannato.
Due anni dopo, febbraio 2009, malato di Aids, viene trovato in un parco in compagnia di un piccolo bambino Rom di 12 anni.

Non mi risulta, in entrambi i casi, Pian della Rota e Ponte Mammolo, che le Istituzioni Comune,Provincia e Regione, e le tante Associazioni come ad esempio l'ARCI e l'Opera Nomadi solo per citarne alcune che, a mio avviso, potrebbero avere maggiori interessi, si siano, in un qualche modo, prodigati a sostegno delle vittime e per l'accertamento della "verità".

Oggi la "commemorazione"...