E’ passato un anno dall’inizio del censimento e mentre a Roma siamo ancora nella fase uno, il concentramento e l’avvio dei progetti di assimilazione, a Milano siamo già alla fase due, la cacciata. Complici della svolta meneghina gli appetiti immobiliari che la Milano dell’Expo 2015 deve soddisfare.
Quando i politici, come Matteo Salvini, affermano: “Il numero ideale dei campi nomadi è sempre zero” non bisogna ingannarsi. I politici meneghini non si riferiscono alle strutture segreganti e ghettizzanti che tutti vogliono superare ma alla presenza degli stessi Sinti e Rom in quanto Sinti e Rom su un dato territorio.
Il ragionamento della stragrande maggioranza dei politici di destra e di sinistra è sempre stato lo stesso dagli Anni Settanta ad oggi: concentriamo le persone in un determinato luogo e mettiamo in campo progetti di assimilazione (vedi patto di socialità e di legalità). Se i Sinti e Rom si assimilano, bene. Se non si assimilano se ne devono andare. Oggi la novità è che fanno sul serio, non si fermeranno.
Cosa vuole dire assimilarsi? Accettare il modo di sentire, leggere, vedere, interpretare il mondo ma soprattutto accettare il modo di essere nel mondo della cultura maggioritaria.
Come lo stanno mettendo in atto? Veicolando nell’opinione pubblica che le culture sinte e rom sono fondate su tutto ciò che è male assoluto.
Un esempio: la famiglia è un valore fondamentale nelle culture sinte e rom e ciò presuppone il sottovalore della solidarietà che impone ad una famiglia sinta e rom anche di non “abbandonare” la persona anziana non più autosufficiente in una casa di riposo. Chiedo: qualcuno ha mai sentito o letto questa pezzo delle culture sinte e rom? La risposta è inevitabilmente: no. Questa semplice questione impone alle famiglie sinte e rom, che non sono ricche da poter assumere una badante, uno sforzo ed un investimento di risorse che tutti possono ben comprendere.
Eppure questo è un valore, la famiglia, che tutte le forze politiche sbandierano, soprattutto le forze politiche di centrodestra. E quindi non si riesce a capire il perché questa ricchezza, ancora presente nelle culture sinte e rom, non diventi strumento per avvicinarsi a culture diverse che potrebbero aiutare tutta l’Italia su una questione, la cura degli anziani, all’ordine del giorno nell’agenda politica.
Gli esempi possono essere innumerevoli come ben sa chi ha partecipato a momenti di formazione sulle culture sinte e rom. Ma queste persone sono poche, anzi pochissime. E comunque anche queste persone sono ogni giorno bombardate da continue notizie di segno contrario. Oggi qualsiasi notizia di cronaca nera che riguardi Sinti o Rom, finisce inevitabilmente sulle cronache nazionali. Al contrario qualsiasi notizia di segno opposto, si pensi al documentario di Laura Halilovic, non avrà mai la stessa esposizione mediatica di Marco Hametovic, tanto per fare un esempio. Ma nemmeno politica o culturale: il Ministero della Cultura perché non compra il documentario e lo diffonde nelle scuole, nei festival…? Perché i giornali non lo propongono al loro pubblico, come fanno per tanti altri prodotti culturali? Non c’è oggi risposta.
Nel frattempo a Reggio Emilia, Matteo Sassi, neo assessore al Welfare (ex Rifondazione comunista, ora Sinistra democratica), ha disposto lo sgombero di una famiglia di Sinti italiani con un anziano malato dal campo di via Calvetro a Masone.
Alla Lega piace il pugno duro dell'assessore: “una novità politica interessante” dicono, bisogna “continuare sulla linea della fermezza e della legalità intrapresa con questa ordinanza”. Per il consigliere comunale Matteo Iotti, infatti, a Masone “non c’è stato nessun sopruso: è ora che i nomadi la finiscano di utilizzare minori o persone malate per giustificare l’inosservanza delle regole”. Se questa è democrazia… di Carlo Berini
2 commenti:
Allora proponete voi un Rinascimento Rom Sinto, e poi perché non ci pensate voi e distribuite il documentario, per esempio, nelle scuole?
Fabiano.
ciao Fabiano, ti ringraziamo per la considerazione che hai di noi e se anche ci piacerebbe fare tante cose, dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti.
certo non dobbiamo tarparci le ali in partenza, siamo però ben consapevoli che per esempio non abbiamo la penetrazione che potrebbe avere il Corriere della Sera
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