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Nel frattempo, le associazioni che li sostengono, hanno presentato esposti al Prefetto e al Presidente della Repubblica Napolitano per denunciare quella che Djana Pavlovic, vicepresidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, non esita a definire «grave emergenza umanitaria». Ci sono infatti almeno 87 bambini, fra cui tre neonati, e due donne incinte, fra i nomadi romeni sgomberati dalla cascina, oggi demolita, dove negli anni passati si sono rifugiati molti degli zingari sgomberati a Milano.
Dettaglio che viene sottolineato con forza anche dal sindaco di Pioltello, Antonio Concas, che guida una giunta di centrosinistra e che punta il dito contro la giunta Moratti: «Io, con le piccole forze che può avere un Comune dell’hinterland ho chiesto i finanziamenti al commissario straordinario ai rom, il prefetto Lombardi, per dare una alternativa alla strada alle famiglie sgomberate che hanno i figli iscritti alle nostre scuole. Palazzo Marino non fa niente per quelli che vengono da Milano e che hanno ancora i figli iscritti nelle scuole cittadine, da via Ravenna a Crescenzago. Anzi De Corato si permette di esortare nuovi sgomberi. Lo trovo scandaloso».
Dopo lo sgombero infatti 8 famiglie rom, 49 persone in tutto, sono state infatti sistemate in roulotte in un campo comunale, e l’amministrazione, forte di uno stanziamento di 455mila euro, si è impegnata ad aiutarle a trovare casa e lavoro regolare, in cambio della firma del Patto di Legalità.
Anche don Massimo Mapelli, vice di don Colmegna alla Casa della Carità, sollecita altre amministrazioni comunali a farsi avanti per trovare alternative per le famiglie rom disposte a vivere nella legalità: «Pioltello ha fatto la sua parte, ora tocca agli altri».
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