lunedì 3 agosto 2009

Roma, presentato il piano di concentramento per tutti i Sinti e i Rom

Roma vara "il numero chiuso" per Rom e Sinti. Un tetto massimo di 6.000 persone censite da integrare «nella legalità e nella solidarietà» che vivranno in soli 13 villaggi autorizzati, che cancelleranno una «vergogna europea» ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
A via di Salone le ruspe stanno già lavorando per trasformare l'inferno in paradiso: villette con veranda per le 500 famiglie che ci vivono, acqua, luce, gas e fogne a norma, e strade asfaltate, così quando passano i camion che lavorano nelle aziende della zona la polvere non gli entra in casa.
Il campo di via Salone, location scelta dal sindaco Gianni Alemanno per la presentazione del Piano nomadi, il 31 luglio pomeriggio, sarà uno dei 13 villaggi (ma tra questi ce ne sono due nuovi dentro Roma e la località è top secret, sennò cominciano le proteste; più uno a Latina su un campo di proprietà della Regione) dove vivranno i 6.000 Rom e Sinti, è questo il tetto, che il comune di Roma vuole «integrare in sicurezza», «nella legalità e nella solidarietà», un «modello romano» su cui cammineranno anche «Veneto e Piemonte», e che sarà presentato come «modello» anche ai «nostri partner europei» ambisce il ministro dell'Interno Roberto Maroni, presente in conferenza stampa.
Ecco il piano in sintesi. Ci saranno solo 13 villaggi autorizzati, per la maggior parte periferici e di medie dimensioni: Salone, Candoni, Gordiani, Camping River, Castel Romano rimarranno dove si trovano adesso ma verranno ristrutturati e ampliati così come Cesarina e Lombroso che saranno, però delocalizzati, ma sempre negli stessi municipi.

A questi si aggiungeranno tre strutture al momento solo "tollerate" ma che verranno ristrutturate, La Barbuta, Salviati e Ortolani e due nuove aree sulle quali vige ancora il più stretto riserbo. Inoltre è previsto un campo di semitransito dove alloggiare i nomadi sgomberati che ora vengono sistemati nell'ex Fiera di Roma. A Latina, ha detto il prefetto Pecoraro, «su un terreno di proprietà della Regione Lazio è previsto un altro campo che andrà ad accogliere i nomadi che già vivono nella zona e quelli di Aprilia». Il prefetto ha auspicato anche che «non ci siano ricorsi per mantenere i termini prefissi». Il tetto dei Rom e dei Sinti è fissato in 6.000 persone, mentre il censimento ne ha contati 7.200, e il 25% non si è fatto censire.
Saranno chiusi 9 campi tollerati, oltre a quelli di Naide e Dameta già sgomberati 5 giorni fa. Si parte con: Casilino 900, Tor de Cenci e La Martora con una riduzione del 50% del campo entro fine ottobre. Il piano prevede inoltre la chiusura degli insediamenti abusivi, la ristrutturazione dei villaggi autorizzati e la ricollocazione della popolazione rom e sinta avente diritto nelle nuove e all'interno di alcuni dei 7 campi attrezzati che verranno ampliati.
Saranno realizzati presidi di vigilanza e socio-educativi, la consegna del documento di autorizzazione allo stanzionamento temporaneo (Dast) ai Rom e Sinti in possesso dei requisiti previsti dal regolamento, l'avvio delle operazioni di bonifica e recupero delle aree interessate dalla chiusura dei campi che verranno restituiti alla cittadinanza e infine il completamento delle operazioni di censimento effettuate dalle forze dell'ordine in collaborazione con gli uffici del dipartimento V diretto da Angelo Scozzafava (che è soggetto attuatore del Commissario straordinario) nei campi non autorizzati.
Le forze dell'ordine inizieranno il censimento negli insediamenti abusivi e nei campi tollerati dopo la pausa estiva. La stima nei 14 campi tollerati è di 2.700 persone presenti e di 2.200 negli insediamenti abusivi. Le operazioni di chiusura riguarderanno gli insediamenti abusivi presenti sul territorio del Comune di Roma e 9 campi ad oggi tollerati. A questi si aggiungono i villaggi di Naide e Dameta sgomberati il 27 luglio 2009. I campi tollerati interessati alla chiusura sono: Casilino 900, Tor de Cenci, La Martora, Baiardo, Foro Italico, Monachina, Naide, Dameta, Arco di Travertino, Spellanzon, Sette Chiese. Si prevede dunque che entro fine ottobre si riuscirà a chiudere almeno il 50% di Casilino 900, Tor de' Cenci e La Martora. E parte il toto-siti misteriosi. «L'area di semitransito nell'ex Fiera di Roma» o «i nomadi nel Cpt di Ponte Galeria» azzarda più di qualcuno. da Il Tempo

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi auguro che questo piano varato dal Comune di Roma contenga gli scempi dei campi nomadi privi di servizi igienici adeguati e di baraccopoli senza gas ed energia elettrica. Questo vivere animalesco deve finire! Le civili abitazioni sono la soluzione migliore al problema dei campi nomadi superaffollati e abusivi.
Una cosa però temo, che questi villaggi diventino come le riserve degli indiani d'America, spazi dove segregare e non integrare i Rom. Speriamo di non vedere del filo spinato che delimita le abitazioni degli "italiani" da quelle delle famiglie Rom!
Questi agglomerati urbani non devono somigliare a dei lager.

Anonimo ha detto...

Anonimo, vuoi dire che le abitazioni saranno destinate anche a chi non è rom? Sarebbe bello che un po' delle abitazioni, almeno un 10 percento, siano per gli altri, perché è un bel modo per favorire l'interazione.
Fabiano.

u velto ha detto...

Il piano prevede la concentrazione di tutti i Sinti e Rom in pochi siti, lontani dai centri abitati e naturalmente non serviti dai mezzi pubblici (vedi Castelromano e Salone).
Per chi non si assimilerà entro quattro anni è prevista la cacciata ma sicuramente finirà all'italiana, ghetti che si trascineranno per altri decenni...

Anonimo ha detto...

Appunto per questo, mi pare di capire che è un errore quello di mettere Rom Sinti da una parte. Se dessero questi alloggi anche agli altri, sarebbe una cosa buona? Ma poi, voi che vi lamentate sempre, non sarete un po' invidiosi perché a loro gli danno queste villette, e allora dite che se non le danno anche a voi non gliele devona dare neanche a loro?
Fabiano.

Anonimo ha detto...

Scusate se mi sovrappongo con un altro commento, mi è venuta in mente una cosa e non vorrei poi scordami di dirla: non vi sembra che ci sono tanti tra Rom e Sinti che vogliono sempre remare contro? Una cosa non va bene, quell'altra non va bene, hanno sempre da dire e alla fine cosa risulta? risulta che si fa fatica ad andare avanti perché invece di remare tutti nella stessa direzione ci sono sempre quelli che remano contro. Non trovate anche voi?
Fabiano

Anonimo ha detto...

Credo che di ogni cosa si debba cogliere il lato buono. Il fatto che il Comune di Roma abbia destinato un certo numero, seppur limitato, di complessi residenziali alle famiglie Rom, è, mio avviso, già un piccolo buon segno. Non si può avere tutto in tempi rapidi. Questi agglomerati urbani sorgeranno in zone periferiche, mal servite dai servizi pubblici. Su questo nessuno discute. Che miglioramento di tenore di vita avranno però quelle famiglie che occuperanno le villette? Niente più wc chimici, taniche d'acqua da riempire alle fontane, bombole a gas, peraltro pericolose, per cucinare e riscaldarsi. Guardiamo avanti. Questo è già un primo piccolissimo passo per superare il binomio Rom = zingari/nomadi, che possono stare solo nelle roulottes o nelle baraccopoli.
Beatrice

u velto ha detto...

ciao Fabiano, nessuno è invidioso di una "villetta" di 20/30mq.
il problema è un altro. queste decisioni sono sempre prese sulla testa delle persone.
sarà strano ma il Comune di Roma, come tutti gli altri EE.LL., investe tante risorse per la partecipazione dei cittadini alle decisioni ma quando si tratta di Cittadini, appartenenti alle minoranze rom o sinte, al massimo vi è una consultazione sommaria.
il problema sta tutto quì anche perchè i bisogni sono diversi, un esempio? un Sinto italiano che ha la giostra, avrà bisogno di una microarea o meglio di essere aiutato ad acquistare un terreno. al contrario di chi fa un lavoro dipendente che spera nell'assegnazione di un alloggio popolare.

Anonimo ha detto...

Ho capito, comunque la prima cosa che ho detto, destinare un dieci percento di questi alloggi anche agli altri, perché no? Sembrerebbe un controsenso, detto così, però guardate che potrebbe essere un bel passo in avanti.
Fabiano

Carlo Berini ha detto...

ciao Fabiano, a Roma il problema sono le politiche per la casa perchè in tutti questi anni l'unica politica è stata quella di acquistare alloggi fuori da Roma con l’obiettivo di “decongestionare” la Capitale di casi sociali.
quindi invece di spendere gli ennesimi milioni di euro per costruire dei "campi nomadi" sarebbe più utile costruire degli alloggi popolari da assegnare a chi ne ha bisogno, Rom compresi.

Anonimo ha detto...

Ma per esempio, in Francia e in Spagna la situazione è diversa?
Fabiano.

u velto ha detto...

ciao Fabiano, presentare la situazione in questi due Paesi sarebbe molto lungo.
possiamo comunque dirti (nello spazio di un commento) che ne in Francia ne in Spagna, i rispettivi Governi hanno promosso delle politiche così discriminatorie come quelle che si sono viste in Italia negli ultimi tre anni.
tutto il contrario soprattutto in Spagna ma anche in Germania, Austira, Svezia...
Per quanto riguarda la Francia il discorso è più complesso perchè se è vero che negli ultimi anni sono state attuate politiche molto avanzate, è pur vero che in questo Paese non è stato riconosciuto a Sinti e Rom lo status di minoranze perchè la Costituzione francese non prevede questo tipo di riconoscimento.

Barbara ha detto...

Dear Sara, thanks a lot for your presence. We appreciate you have enjoied our blog and we will wait for a comment by you very soon.

Anonimo ha detto...

Ciao u Velto, dite che in Italia "queste decisioni sono sempre prese sulla testa delle persone" e che "a Roma il problema sono le politiche per la casa perchè in tutti questi anni l'unica politica è stata quella di acquistare alloggi fuori da Roma con l’obiettivo di “decongestionare” la Capitale di casi sociali"; quindi gli italiani "invece di spendere gli ennesimi milioni di euro per costruire dei "campi nomadi"" farebbero cosa più utile a "costruire degli alloggi popolari da assegnare a chi ne ha bisogno, Rom compresi.".

Ma per esempio, in Francia e in Spagna, le decisioni come le prendono? gli alloggi dove li costruiscono, fuori o dentro le città? Loro costruiscono alloggi popolari dove accedono anche Rom e Sinti, oppure costruiscono solo per Rom e Sinti?
Scusa se lo chiedo, ma non capisco tutto questo malcontento per la politica italiana, oltretutto la partecipazione dei Sinti e dei Rom io non l'ho mai saputa. So che c'è questa Federazione, ma forse questa federazione non sa quello che vuole.
Fabiano

u velto ha detto...

ciao Fabiano, tra il bianco e il nero esistono tante tonalità di grigio ed è quindi difficile risponderti in maniera esauriente nello spazio di un commento.
se vuoi meglio capire la situazione spagnola puoi navigare nel sito dell'Union Romanì: http://www.unionromani.org/.
Per quanto riguarda l'Italia, non è mai stata promossa una poltica partecipativa per le minoranze sinte e rom. La federazione Rom e Sinti Insieme le idee le ha chiare, per farti un'idea delle richieste ti consigliamo questo documento: http://sucardrom.blogspot.com/2007/07/cecina-il-comitato-rom-e-sinti-insieme.html

Anonimo ha detto...

Vi faccio i migliori auguri di buone vacanze e di trovare un bel clima di collaborazione.
Fabiano.

u velto ha detto...

ciao Fabiano, ti ringraziamo e contraccambiamo di cuore.