mercoledì 16 settembre 2009

Amnesty International: firma anche tu l'appello contro lo sgombero senza alternative di 200 persone

Il prefetto di Milano sta preparando lo sgombero forzato di una comunità di circa 200 persone rom che vivono nella zona di Rubattino, un'area a est della città. Secondo le associazioni locali e i media, le autorità hanno annunciato che eseguiranno lo sgombero prima del 21 settembre. Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, non è chiaro quale sistemazione alternativa sarà offerta alla comunità che vive nella zona di Rubattino.
La comunità rom non è stata consultata sullo sgombero in vista e le autorità non hanno fatto alcuno sforzo per identificare insieme agli interessati ogni possibile alternativa allo sgombero. In occasione di precedenti sgomberi di comunità rom, le autorità cittadine hanno offerto alcune forme di riparo nel breve periodo (settimane o pochi mesi), e soltanto alle donne e ai bambini piccoli, nei dormitori per i senzatetto.
Senza una sistemazione alternativa, le famiglie si troverebbero a vivere in condizioni difficili in un altro campo improvvisato o potrebbero essere lasciate senza il minimo riparo. Questo implicherebbe dover vivere all'aperto anche in condizioni di tempo avverse.
Della comunità fanno parte una settantina di bambini, 40 dei quali frequentano le scuole della zona. Lo sgombero minaccia di interrompere la loro scolarizzazione e di compromettere seriamente la loro istruzione.
La legge prevede che le autorità informino tramite notifica ogni singola persona, o pubblichino un ordinanza o un avviso. Secondo le notizie pervenute ad Amnesty International, non lo hanno fatto. Poiché l'ordinanza non è stata formalizzata in questo modo, la comunità non potrà impugnarla davanti a un giudice per fermare o posporre lo sgombero.

La maggior parte di coloro che vivono nel campo di Rubattino hanno già subito almeno uno sgombero forzato. Gli sgomberi precedenti hanno comportato la distruzione degli alloggi, dei vestiti, dei materassi, e qualche volta, di medicinali e documenti. Si crede che tutti questi sgomberi siano stati effettuati in assenza delle salvaguardie procedurali richieste dagli standard internazionali ed europei sui diritti umani.
Negli ultimi 10 anni in Italia sono stati eseguiti numerosi sgomberi forzati di comunità rom. Gli sgomberi forzati sono diventati più frequenti dopo la firma, il 18 maggio 2007, degli accordi chiamati "Patti per la sicurezza" tra governo nazionale e autorità locali, incluse quelle di Milano. Come risultato di questi accordi speciali, alcuni poteri sono stati trasferiti dal ministro dell'Interno alle autorità locali, con l'obiettivo di fronteggiare quelle che venivano percepite come minacce alla sicurezza, tra cui quelle presuntamente poste dalla presenza delle comunità rom in queste città.
Secondo il diritto internazionale gli sgomberi forzati (sgomberi messi in atto senza le garanzie procedurali appropriate, inclusa la possibilità di chiedere un risarcimento attraverso un tribunale e senza le assicurazioni di un alloggio alternativo adeguato) costituiscono una grave violazione di una serie di diritti umani incluso il diritto a un alloggio adeguato. Gli sgomberi devono essere effettuati solo come ultima soluzione e quando tutte le alternative possibili sono state esplorate e tutte le garanzie procedurali appropriate, in linea con gli standard europei e internazionali sui diritti umani, siano state messe in atto. L'Italia è stata fortemente criticata da parte di organismi europei ed internazionali che si occupano di diritti umani, tra cui la Commissione europea su diritti sociali, secondo la quale l'Italia ha agito in violazione della Carta sociale europea. L'Italia non ha attuato le raccomandazioni ricevute e ha proseguito, in alcuni casi esacerbando la situazione, a sgomberare comunità rom.
Firma l'appello...

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