L’Italia, rappresentata dal Presidente Berlusconi, ha perso l’ennesima occasione per essere inserita tra i grandi del mondo civile. L’occasione non è stata persa dalla cancelliera tedesca Angela Merkel ma neppure dal presidente russo Vladimir Putin.
L’occasione è stata la commemorazione ufficiale dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Settanta anni fa l'inizio della tragedia, con l'invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler. La Seconda guerra mondiale, il più sanguinoso conflitto del XX secolo, provocò milioni di morti e orrori irripetibili come lo sterminio degli ebrei, dei rom e dei sinti e i campi di concentramento. Nella commemorazione ufficiale dello scoppio del conflitto, i capi di Stato e di governo ricordano quei momenti terribili. "Mi inchino davanti ai 60 milioni di vittime" della seconda guerra mondiale, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel nel passaggio più toccante del suo discorso a Danzica per i 70 anni dall’inizio del conflitto.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ammonito al dovere della memoria di quel tragico capitolo della storia europea. "Degli oltre 55 milioni di vittime della seconda guerra più della metà erano cittadini dell’Unione Sovietica", ha ricordato Putin. "Il mio Paese - ha detto ancora Putin nel suo discorso - riconosce gli errori del passato e costruisce il nuovo mondo basato sulle nuove regole". "Bisogna combattere la xenofobia e l’odio razziale e costruire sulla base dei principi comuni", ha aggiunto il premier russo.
Berlusconi ha rappresentato l’Italia, che è bene ricordare: alleata della Germania nella Seconda Guerra Mondiale e quindi corresponsabile della tragedia che ha travolto il Mondo intero. Ecco alcune perle del nostro Presidente del Consiglio: “Celebrazioni come queste contribuiscono a rafforzare la memoria e dunque ad impedire che simili tragedie si ripetano”. Ma subito dopo cambia versione: "La situazione è completamente diversa. La cultura democratica di tutti i cittadini europei è solida, radicata nel tempo e forte dell’esperienza di questa grande guerra, quindi non vedo nessuna possibilità che si possa ritornare a situazioni come quelle che siamo qui a ricordare".
Ma subito dopo si contraddice di nuovo e dichiara: "Si strumentalizzano espressioni di portavoce; è un problema che porterò sul tavolo del prossimo Consiglio dei capi di Stato e di governo e la mia posizione sarà decisa e precisa. Non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio Europeo ove non si determini che nessun commissario europeo e nessun portavoce possa intervenire più pubblicamente su nessun tema".
Davvero strana la cultura democratica (se così possiamo definirla) del nostro Presidente del Consiglio. Imbarazzante per l’Italia la risposta della Commissione che ricorda al Presidente Berlusconi le norme europee. Giustamente polemico il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Martin Schulz: "Pensiamo che il capo di un governo non dovrebbe fare queste richieste. Berlusconi, ancora una volta, ha mostrato il suo profondo spirito antieuropeo".
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