lunedì 7 settembre 2009

Ladra di Profumi. “Lettera aperta” a: Opera Nomadi, Federazione Rom e Sinti Insieme, Federazione Romanì, AIZO Onlus, U.N.I.R.S.I. ed Everyone Group

Ai Presidenti. Con la presente per segnalarvi alcune notizie apparse nella cronaca locale di Varese, ridente cittadina lombarda, consegnata alla “storia italica” per avere dato i natali al Ministro Roberto Maroni.
Il giorno 24 agosto, nonostante il caldo e l’asfalto bollente, due giovani Romnì venivano sorprese nei pressi di un semaforo mentre “caritavano” sprovveduti automobilisti. Ai sensi di una Ordinanza del Sindaco, intesa a salvaguardare il decoro della Città, venivano multate per 3.000 (tremila) euro. Entrambe risultavano residenti/domiciliate/internate in un “campo nomadi” situato alla estrema periferia di Milano, dove tremila euro, per una famiglia di quattro persone, corrispondono, più o meno, alle spese di “sopravvivenza” per almeno sei/sette mesi.
Il giorno dopo, il 25 agosto, altre due Romnì venivano sorprese a rubare in un negozio di profumi. Una delle due riusciva a fuggire. L’altra U.M.L. non potendo scappare veloce a causa del “pancione”, veniva presa ed arrestata. Due giorni dopo, il 27 agosto, dava alla luce il suo bambino e lo stesso giorno le veniva notificata la “disposizione” del Giudice, Giuseppe Bettarino, che confermava la misura cautelare in carcere, in quanto “sistematicamente dedita al delitto, con esiti devastanti ed intollerabili, per la convivenza civile”.
La Legge n. 40 dell’8 marzo 2001, conosciuta anche come Legge Finocchiaro, infatti, non prevede la possibilità di usufruire di misure alternative al carcere per chi, troppo spesso, ricade nelle maglie della giustizia. Tante volte e tanto da farla sembrare quasi una abitudine. Sempre, anche quando si rischia la propria vita e del figlio che si porta in grembo. Fino all’ultimo, senza speranza, nella quotidiana lotta per capire chi sei, da dove vieni, dove stai andando e che speranze hai per sopravvivere.

Da una indagine del Partito Radicale denominata “Ferragosto in carcere” si apprende che attualmente negli Istituti Penali Italiani sono “detenute” poco più di 70 mamme con i loro bambini. Non esistono dati ufficiali, ma per certo sappiamo che sono quasi tutte giovani Romnì. Due le ragioni di fondo: la impossibilità di provvedere agli “arresti domiciliari”, anche quando vivono in campi “istituzionalmente” riconosciuti ed, appunto, la facilità con cui commettono reati che, a prescindere dalla loro gravità, sommandosi comportano pene anche molto lunghe.
Da un punto di vista strettamente giuridico, quindi, l’Ordinanza del Giudice è ineccepibile ma, tuttavia, appare evidente il contrasto con quanto sancito dalla Dichiarazione Universale sui Diritti dell’Infanzia, a meno che non si voglia intendere che lo “sviluppo armonioso e completo della personalità” del bambino possa avvenire anche tra le quattro mura del carcere, così salvaguardando il “decoro urbano” e l’esigenza di “sicurezza” delle nostre Città.
Purtroppo storie come queste, le due “zingarelle” fermate al semaforo o la “ladra di profumi”, quasi sempre rimangono confinate nelle pagine di cronaca locale e contribuiscono, in maniera determinante, al deteriorasi dei rapporti di convivenza, favorendo “scellerate” politiche di “apartheid”. Storie come queste sono sempre raccontate a senso unico e nulla è dato sapere.
Le “protagoniste” molto presto vengono dimenticate ed abbandonate al loro destino.
Ed è per questo, grazie all’ospitalità offertami da “U Velto”, ed in considerazione del fatto che ognuna delle Organizzazioni da Voi rappresentate, pur nelle sostanziali differenze, ha comunque il riconosciuto e comune obiettivo di dar “voce” alle Popolazioni Rom, che Vi chiedo di concordare, nel più breve tempo possibile, una “visita” presso l’Istituto Penitenziario di Monza al fine di dare voce ai pensieri della sconosciuta amica “ladra di profumi”, raccoglierne la preziosa testimonianza, verificando le condizioni di “detenzione” cui è sottoposta con il figlio di pochi giorni e valutando, tutti insieme, azioni concrete a suo sostegno. di Giancarlo Ranaldi

11 commenti:

Giancarlo ha detto...

Il Presidente dell'Opera Nomadi, Massimo Converso, mi scrive assicurandomi che la mia "richiesta" verrà pubblicata anche sul loro notiziario.

Ringrazio ma sollecito un pubblico "impegno" sulle pagine di "U Velto",aperte anche ad un sereno confronto con le altre e diverse Organizzazioni, al fine di concordare le opportune strategie da seguire, senza dimenticare la necessità, indifferibile, di riuscire a mettersi in contatto con la sconosciuta amica "ladra di profumi".

Questo serve...

Giancarlo ha detto...

Torna a scrivermi Massimo Converso: “E' assolutamente impossibile che l'Ente Morale Opera Nomadi possa scrivere alcunchè su " 'U VELTO" perchè trattasi di un organismo, peraltro molto provinciale, che ingiuria ed infama, in modo del tutto gratuito, la nostra associazione”.

Rispondo:
Sig. Presidente, nella realtà sono personalmente poco interessato alle “diatribe” fra le varie Associazioni.
A me sta a cuore soltanto la mia sconosciuta amica “ladra di profumi” e la scelta di un confronto “aperto” sulle pagine di U Velto è motivata da due sole ragioni:

1. esplorare la possibilità di un “interessamento” congiunto, quindi, di maggior peso, fra tutte le Associazioni da Voi rappresentate, che hanno l’indiscusso, riconosciuto e condiviso obiettivo di dare “voce” e “rappresentanza” al Popolo Zingaro. “Ladra di profumi” è una giovane Romnì di 22 anni con un passato difficile ed un futuro incerto, con il suo bambino di soli 14 giorni;

2. raggiungere il maggior numero possibile di persone, ed U Velto con le sue 500.000 pagine visitate è il foglio elettronico che dava maggiori garanzie.

Rimane il fatto che credo di aver posto questioni importanti che, forse, meriterebbero una risposta.
Continuo ad auspicare una serena “concertazione” che riporti “ladra di profumi” al centro delle vostre attenzioni per poi avviare concrete iniziative per ridarle una “speranza”. A lei come alle altre 30 o forse 40 giovani donne Romnì, attualmente detenute in condizioni di solitudine con i loro bambini, negli Istituti Penitenziari italiani.

u velto ha detto...

ciao Giancarlo, condividiamo la tua risposta.

Anonimo ha detto...

scusate ma da come avete messo questa pagina,sembra quasi che avete dato una giustificazione a dei reati.Se due babini chiedono la carità in mezzo ad una strada contro la legge e giusto che paghino il prezzo:
1-sanno le conseguenze e quindi nn vengono multati senza ragione
2-se un italiano,africano cinese ecc compie lo stesso gesto paga la stessa cifra
3-perchè uno zingaro compie questo gesto non deve pagare e se altri lo fanno no???sarebbe anche una forma di razzismo!inotre se vai da uno e gli dici a be tu non paghi quella persona e tutti i migiaia di rom che attualmente compiono lo stess gesto continuerebbero a farlo....
4-come dire che un automobilista va troppo veloce se e africano italiano ecc becca la multa se un rom no?ma che ragionamento e??????
5-l italia come avete detto voi deve dare ospitalia,oltre a quello cercare di dare fondi a chi viene e ora dovrebbe pure distinguere se dare una multa o no?
per quanto rigurada la donna.be prima anche lei a comesso un reato e se l italia permette che gli uomini mandano le mogli o figli a rubare cosi nn possono essere accusati e se la passono liscia...sarebbe troppo comoda!se non si fa niente continuano cosi e tutti gli altri come poveri fessi che vengono derubati e questi se la cavano.ha un figlio e per questo magari può stare in quelle case dove sono sotto controllo e ci sono orari precisi.un ultima cosa ma perchè cavolo tutti i rom o quasi hanno 5 o 6 figli quando non hanno lavoro casa e cibo...e un grandissima presa per il culo nei confronti del paese..c e chi lavoro 10 anni si sistema e poi fa figli troppo facile comportarsi in questo modo.non ho nulla facci figli e poi piango perchè nn riesco a sopravivere mi servono gli aiuti e quindi devono essere gli altri a provvedere a quel figlio!poi rubi dicendo magari o un figlio non ho nulla cosa potevo fare!ma cavolo se non hai nulla e di solito ci sono 4 figli a famiglie e poi si prentendono contributi,aiuti...pensarci prima no???????????????

u velto ha detto...

ciao Anonimo, nessuno di noi vuole giustificare chi commette dei reati ma si vuole porre l'attenzione su alcune questioni, come quella delle donne che sono in carcere con i propri figli piccoli.
il tuo intervento è figlio della disinformazione imperante sulle minoranze sinte e rom. infatti, quando scrivi: "ma perchè cavolo tutti i rom o quasi hanno 5 o 6 figli quando non hanno lavoro casa e cibo", riporti un informazione errata.
e quando scrivi: "c e chi lavoro 10 anni si sistema e poi fa figli", descrivi la realtà di moltissimi rom e sinti. il problema è che ci sono tantissimi sinti e rom che non hanno le possibilità che hai avuto tu. in molti casi, la situazione è così drammatica che si vive in un tunnel senza luce.
il compito della società dovrebbe essere quello di accendere la luce in quel tunnel, ovvero offrire a queste persone le stesse opportunità che hai avuto tu.
se questo non succede la situazione non migliorerà mai.
ora Giancarlo si è chiesto: quali opportunità vengono offerte a questa ragazza? e ancora: le associazioni cosa fanno per questa ragazza?
domande importanti che meritano una risposta e azioni concrete perchè se nessuno cercherà di aiutare questa ragazza, la situazione non cambierà.
in ultimo, i bambini nel nostro ordinamento non sono punibili, sono invece punibili i loro genitori. anche quì la questione è sempre la stessa, perchè a nessuno piace andare a chiedere l'elemosina con i propri figli. ma se la risposta della nostra società sarà la punizione per chi vive un problema di povertà, capisci bene che tutto il nostro essere Civiltà finirà ben presto e vivremo nella barbarie.

Anonimo ha detto...

Scrive il Presidente di Opera Nomadi: “Le Romnià e Rumrià detenute sono molto più numerose.
La tua disinformazione nasce dal fatto che "U Velto" è una realtà
provinciale che parla della Svezia e non sa cosa accade a Crotone od a Trapani. Non c'è alcuna diatriba fra la nostra associazione apartitica ed aconfessionale (che opera da 43 anni su TUTTO il territorio nazionale in
spirito di volontariato) e le altre realtà che appartengono alle varie Chiese ed ai diversi Partiti, nate quasi tutte sulla base di contratti e convenzioni economiche. Ciao”.

Rispondo: Sig. Presidente fin qui appare chiaro che non c’è possibilità di dialogo con U Velto, ma non è questo il problema. Per chiarezza devo precisare che la fonte di riferimento delle mie parziali ed insoddisfacenti informazioni è l’indagine svolta dal Partito Radicale che al 15 di agosto attestava la presenza di 71 bambini all’interno delle nostre carceri. La Senatrice Porretti, tra l’altro, preannunciava alla ripresa delle attività parlamentari, la presentazione di una “interrogazione” per fare chiarezza su questa triste realtà. Vedremo. I numeri da me ipotizzati (30 o 40) sono il frutto di un ragionamento che tiene in considerazione gli unici dati reperibili sul Web e che riguardano, in particolare, gli Istituti Penali di San Vittore e Rebibbia, peraltro, riferibili agli anni passati.
Chiarito questo aspetto secondario della discussione, fuori da ogni intento polemico, torno a chiederle: considerato che sono 43 anni che operate su tutto il territorio nazionale, con spirito di volontariato e collaborazione anche su base di contratti e convenzioni economiche insieme a tutte le altre realtà appartenenti alle varie Chiese o Partiti, c’è una concreta possibilità che qualcuno si rechi a Monza per incontrare “ladra di profumi” ? Si può o non si può sapere come si chiama, da dove viene e come vive, come mai si è trovata in questa situazione, se tiene famiglia dei genitori un marito altri figli e, soprattutto, cosa si può fare per esserle vicino in questo momento così difficile della sua vita?
La ringrazio per l’attenzione.

franco ha detto...

Si può lavorare anche senza dialogare. Specialmente se il dialogo porta allo scontro. Da quando leggo Sucar Drom trovo raramente posizioni "estreme" o di parte. Errori forse ce ne sono, ma spesso bisogna agire in fretta.

Di Giancarlo apprezzo la concretezza, forza e pacatezza. Spero che il presidente riveda la sua posizione ed agisca su questo caso. Bastano sei mesi di sbagli per distruggere o minare il lavoro di 43 anni. Forse alcuni "apprezzamenti" nascono da un problema momentaneo. Mi fa sorridere il provinciale.
Mi ripeto se non si puà marciare uniti meglio farlo da divisi, ma contare fino a 10 prima di separarsi è meglio.

franco

Giancarlo ha detto...

Francisco… da una parte c'è un Giudice chiamato ad applicare la legge e che ha disposto la custodia cautelare in carcere della mamma e del suo bambino. Non deve essere stato facile per il Giudice, ma è una decisione maturata sugli elementi “giudiziari” in suo possesso e solo sula base di quelli.

Dall’altra c’è “ladra di profumi”, con diversi precedenti penali, senza storia e senza futuro, di lei ancora non sappiamo nulla, che viene sorpresa a rubare qualche confezione di profumo, due giorni prima che suo figlio nascesse.

Bene… non sono un Giudice ed essenzialmente rispondo solo alla mia coscienza e per questo semplicemente, con piena convinzione e senza vergogna, sono schierato dalla parte di “ladra di profumi” e di suo figlio: fino al punto che mi puoi considerare suo complice….

Nel merito, trovo che il comportamento del Presidente dell’Opera Nomadi sia alquanto discutibile, non tanto per le polemiche, ma solo per il fatto che, neanche tanto abilmente, ha disatteso la mia semplice richiesta che riguarda problematiche di non poco conto che investono tante giovani donne Romnì, non sappiamo ancora quante.

Di certo l’Opera Nomadi è Ente Morale chiamato “istituzionalmente” e per Statuto a rappresentare le Popolazioni Rom e, sia chiaro, non lo fa solo attraverso lo “spirito di volontariato” perché in questo suo “compito” si avvale anche di importanti “risorse economiche”. Per esempio, in questi giorni, la Convenzione stipulata con la Regione Puglia per 480.000 euro in diciotto mesi.

http://www.regione.puglia.it/www/web/files/politiche_migratorie/Conv_Opera_Nomadi.pdf

Ma ci sarà tempo e modo per riparlarne…

Giancarlo ha detto...

http://www.regione.puglia.it/www/web/files/politiche_migratorie/Conv_Opera_Nomadi.pdf

franco ha detto...

Del presidente mi ha colpito, fra l'altro, la non conoscenza del dato recente di ferragosto.

Era un dato da me chiesto in una discussione di un mese fa (mi sembra su facebook), prima si facevano delle stime più alte. Comunque già uno è troppo. Non faccio distingui fra chi è volontario e chi è pagato. Contano i fatti e il modo in cui si realizzano.
Ho trovato un espediente di chi non ha parole o argomenti l'uso del termine provinciale per Sucar Drom oggi rimarco di più la non conoscenza di dati importanti su cui bisogna agire per ridurli o azzerarli.
Una volta c'era solo l'opera nomadi e dalle mie parti funzionava, forse per merito di chi si impegnava localmente. Oggi c'è un gruppo abbastanza numeroso di associazioni che lavorano sia localmente sia a livello nazionale. Ho letto fra le righe un desiderio di avere un'esclusiva come una volta, invece ora si deve lavorare assieme, collegati o non.
Non parlare di complicità.... è una solidarietà verso una giovane donna e il suo neonato nei riguardi di diritti negati. A parlare francamente non mi è piaciuta la battaglia di retroguardia del presidente, al posto di attivarsi e conoscere ciò che ignora ha preferito contrapporsi e non fare niente. Il presidente ha rappresentanza del suo ente verso l'esterno. Spero che qualcuno al suo interno gli tiri le orecchie e lo stimoli ad agire e ad aggiornarsi su dati che dovrebbero essere al centro del suo lavoro.

franco

Giancarlo ha detto...

Scrive Carla Osella, Presidente AIZO Onlus:
"Grazie per la notizia che avevamo appreso attraverso i giornali, se sei d’accordo pubblichiamo la tua comunicazione su “Zingari Oggi” di ottobre. Se concordiamo una data potremo venire con te a Monza, facci sapere".

Rispondo:
Sono io che ringrazio A.I.Z.O. L'appello, infatti, quasi sembrava essersi perso nei meandri del Web. Purtroppo io vivo a Potenza, rappresento solo me stesso, ed ho difficoltà a stabilire un contatto con i Servizi Sociali del Comune di Monza ed anche con la Casa Circondariale in cui è detenuta "ladra di profumi". Ma sarei felice di andarla a trovare di persona. Qualche tempo fa ho vissuto una esperienza simile a Nisida ed in quella occasione, ma la ragazza era minorenne, ho dovuto farmi autorizzare ad incontrarla facendomi delegare da EveryOne. La mia richiesta era "pubblica" proprio per questo... alla ricerca di un aiuto, ma come potrà verificare sul Blog di U Velto per il momento è stata largamente disattesa. Vedremo nei prossimi giorni...