mercoledì 9 settembre 2009

Reggio Calabria, Opera Nomadi: "colpevoli di essere rom"

Il presidente dell'Opera Nomadi, Antonino Giacomo Marino (in foto), ha inviato alla stampa un comunicato nel quale fa il punto della situazione sull'avvenimento di cronaca dei giorni scorsi, che ha visto coinvolti 3 minori rom. Riportiamo di seguito il comunicato.
Una storia di rom cattivi e violenti è l’ideale per destare le paure dell’opinione pubblica concentrandole su un gruppo da sempre visto da molti come l’esempio del male. E’ così che la vicenda di una rissa stradale che vede coinvolti tre minori rom e un 41enne non rom diventa un fatto di violenza gratuita da parte dei rom che vengono accusati di tentato omicidio ai danni del non rom. Per qualche giorno l’avvenimento occupa la prima pagina dei giornali locali e i tre minori incensurati ma colpevoli di essere rom, vengono descritti come balordi e criminali e il loro gesto di violenza unilaterale diventa l’esempio e il sintomo di quanto non funziona nella città.
La ricostruzione dei fatti riportata dalla Questura e dai giornali, naturalmente, tiene conto solo delle dichiarazioni rilasciate dal 41enne non rom il quale sostiene di essere stato aggredito in seguito alle proteste rivolte ai minori che a bordo di un motorino gli avevano tagliato la strada. Secondo questa ricostruzione la vittima dell’aggressione è stata ricoverata presso il reparto di “chirurgia d’urgenza” degli Ospedali Riuniti in prognosi riservata per ferita penetrante in addome e da qui muove l’accusa di tentato omicidio a carico dei minori rom.
In questa storia non solo non viene considerata la versione dei minori rom ma non vengono prese in considerazione pure alcuni elementi importanti come il rinvenimento delle chiavi del motorino dei due rom nell’autovettura del 41enne e soprattutto il fatto che lo stesso automobilista si trovasse in stato di ebbrezza. Finalmente, i giudici del Tribunale dei minori di Reggio Calabria con una attenta disamina di quanto avvenuto hanno superato la prima sommaria ricostruzione dei fatti facendo cadere l’accusa di tentato omicidio e decidendo la liberazione dei minori.

I sanitari degli OORR che hanno curato l’automobilista hanno dichiarato in un certificato trasmesso ai giudici del Tribunale dei minori che il soggetto aveva una semplice ferita superficiale e quindi non c’è stata alcuna prognosi riservata ne tanto meno il ricovero in Chirurgia d’urgenza.
Dalla ricostruzione reale dei fatti si è capito che tra l’uomo a bordo di un’autovettura e i due minori che viaggiavano su un motorino c’è stata una rissa per motivi di viabilità . Il 41enne, tra l’altro in stato di ebbrezza, in seguito al diverbio sorto per questioni di precedenza ha aggredito i minori tanto da riuscire a strappare loro le chiavi del motorino e i minori hanno reagito colpendolo con dei bastoni.
E’ chiaro che bisogna sviluppare un’attenta riflessione su questa violenza esercitata da entrambe le parti ma i dati ci restituiscono un fatto del tutto diverso da quello che è stato riportato con tanta enfasi dai media. Il fatto è servito a demonizzare tre minori rom e ad alimentare, ancora una volta, il pregiudizio esistente verso i nostri concittadini rom. Sarebbe necessario che prendessimo coscienza di quali danni provocano fatti di questo genere su questi minori e sull’intero gruppo rom e sugli ostacoli che generano nella costruzione dell’inclusione sociale. Però l’impegno libero da ogni schema pregiudiziale di istituzioni come il Tribunale dei minori e del Centro di prima accoglienza del Ministero di Giustizia di Reggio Calabria ci fa sperare che ci possa contrastare il pregiudizio e costruire una società dove un minore rom possa ricevere lo stesso trattamento degli altri minori.

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