lunedì 7 settembre 2009

Milano, le dichiarazioni razziste dell'assessore Boni e del ministro La Russa

A Milano è in atto una “gara”, nel centro destra, su chi fa la proposta più razzista nei confronti dei milanesi, appartenenti alle minoranze sinte e rom, che vivono nei cosiddetti “campi nomadi”. Le ultime proposte, in ordine di tempo, sono quelle di Davide Boni (in foto), capodelegazione della Lega Nord in Giunta regionale lombarda, e del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Inizia l’assessore regionale Davide Boni: "Mi auguro che il Comune di Milano utilizzi al meglio i fondi stanziati dal Ministero dell'Interno per risolvere l'emergenza rom. Su questo tema è uscito di tutto in questi ultimi giorni: il punto fermo è che non possiamo regalare altri privilegi a chi pretende diritti senza aver mai fatto nessun minimo sforzo per integrarsi". "Gli sgomberi, le successive operazioni di pulizia e di bonifica delle aree gentilmente occupate dai nomadi, così come la messa in sicurezza dei luoghi dove i rom potrebbero tornare, costano moltissimo. Pertanto un utilizzo in questo senso delle risorse a disposizione - spiega Boni - risolverebbe molte situazioni difficili che gli enti locali non riesco ad affrontare da soli per questioni anche economiche". "Quello che mi auguro - chiosa Boni - è che tutto questo non si traduca in una diatriba politica, con qualcuno che, in preda al solito eccessivo buonismo, proponga di fare transitare questi fondi direttamente nelle tasche dei rom, perchè un conto è chiudere i campi un altro è regalare i soldi...".

Risponde il ministro Ignazio La Russa: "Ho molti dubbi che i rom utilizzerebbero quei soldi per sistemarsi regolarmente - ha dichiarato il ministro -. E' sempre un bene aiutare le persone ad inserirsi, ma non lo è privilegiare chi non da prova di voler veramente meritare un aiuto di questo genere. Ci sono tante altre persone che non sono rom, che vorrebbero un aiuto del genere e lo metterebbero a frutto". Il ministro chiude: "L'unica differenza fra noi e la Lega è che, a parità di severità, per noi è altrettanto importante ricercare le migliori vie per l'integrazione. Ma l'integrazione - ha concluso il ministro della Difesa - non può mai avvenire a discapito della libertà, della sicurezza e della tranquillità degli italiani".
In sintesi Boni spenderebbe i soldi per cacciare le persone e bonificare le aree, mentre per La Russa i milanesi, appartenenti alle minoranze sinte e rom, dovrebbero dare prova della loro volontà ad integrarsi. E per integrazione, si pensa al concetto di assimilazione.
Facciamo un esempio. Una famiglia Cittadini italiani, appartenenti alla minoranza dei Rom abruzzesi, ha acquistato negli Anni Ottanta a Milano un terreno agricolo per uscire dalla logica assistenziale e segregante del “campo nomadi”. Vivono su questo terreno con la casa mobile perché la legislazione italiana (legge 47/1985) gli permetteva di fare questo. Hanno vissuto dignitosamente senza chiedere niente a nessuno. Ma dal 2005 la legge cambia (Legge regionale 12/2005) e per il Comune di Milano, questa famiglia di milanesi, diventa “abusiva”, da sgomberare.
La soluzione prospettata dal Comune di Milano è quella che si comprino casa ma nel frattempo la famiglia è cresciuta (i figli si sono sposati e vivono insieme ai genitori con una loro casa mobile) e di case ne dovrebbero comprare quattro. Non hanno i soldi per comprare quattro case e vorrebbero continuare a vivere insieme. La risposta data a questa famiglia da Boni è lo sgombero dalla propria proprietà, mentre per La Russa, devono assimilarsi…
Qualcuno cerca di giustificare queste uscite, affermando che è colpa delle elezioni regionali alle porte ma è indubbio che in Italia le campagne elettorali si susseguono senza nessun segno di discontinuità, così come si susseguono gli sgomberi e queste dichiarazioni che sono frutto dell’ignoranza e del razzismo che permea la testa dei politici lombardi e non solo.
Boni ci deve dire dove devono andare queste persone che sono Cittadini italiani con gli stessi suoi diritti e suoi doveri (ma Boni i suoi doveri di amministratore verso queste persone gli ha mai assolti?), mentre La Russa ci deve spiegare il perché il suo concetto di integrazione è la cruna di un ago. Ma difficilmente ci risponderanno ed è per questo che l’unica nostra possibilità per avere delle risposte sarà quella di denunciarli in tutte le sedi possibili, comprese quelle europee.

1 commento:

Anonimo ha detto...

È l'etrna lotta fra integrazione ed assimilazione e con chi confonde le due cose. E l'assimilazione può essere volontaria o imposta. Se è volontaria e tocca migranti singoli, può essere positiva. Se non è volontaria o tocca comunità è sempre negativa. Abbiamo assistito tante volte nel mondo la riuscita o il tentativo di spogliare comunità della loro lingua, cultura ed identità.
Probabilmene La Russa non considerà la diversità un valore e tende a considerare valore solo in quello che crede. Di persone del genere ne abbiamo incontrate molte nella storia e nella cronaca. La fortuna degli altri è vivere in una democrazia e che vengano sostituiti.

franco -(anonimo perché senza computer mio)