«La condanna di Gentilini per istigazione al razzismo dovrebbe far riflettere quanti nel Pdl si ostinano a ritenere indissolubile il legame con la Lega Nord. Ricordo che l'ex sindaco e attualmente vicesindaco di Treviso è stato, da molti suoi colleghi di partito, considerato un esempio per definire la cultura politica del Carroccio a livello locale».
Lo afferma in una nota il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia (in foto). «Sappiamo - conclude D'Alia - che la tolleranza non è un principio nelle corde della Lega, ma ci chiediamo come il Pdl, dopo questa sentenza, non sia in imbarazzo per aver accettato il “modello” Gentilinì».
Il capogruppo dei Comunisti Italiani in Regione Veneto Nicola Atalmi esprime «soddisfazione» per la condanna a 4.000 euro di multa inflitta dal Tribunale di Venezia al prosindaco di Treviso Giancarlo Gentilini per alcune frasi pronunciate durante la festa della Lega nel capoluogo lagunare nel settembre 2008. «Si tratta di una condanna perfino ovvia - afferma Atalmi - perché ovunque nel mondo frasi violente e volgari di incitazione all'odio razziale come quelle pronunciate da Gentilizi sarebbero state sanzionate». «Mi auguro - conclude l'esponente dei Comunisti Italiani - che tutti quelli che per qualche voto in più istigano quotidianamente odio e razzismo imparino la lezione e riflettano».
Gentilini non si tira indietro, è sorridente e allegro mentre commenta la sentenza di condanna. «Ho ripetuto quello che mi dicono i miei cittadini ogni volta che li incontro per strada. Continuerò a farlo, a dare loro voce. E’ un dovere in quanto sindaco. Ho già ricevuto tantissime telefonate di gente che mi dice di non mollare, di andare avanti. Non sono queste le cose che mi spaventano, anzi mi fanno ridere. Ho passato la guerra, nella mia vita ho affrontato cose ben peggiori. Non mi lascio certo intimidire».
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