In questi giorni sono state depositate le motivazioni della sentenza di condanna definitiva per il sindaco di Verona, Flavio Tosi e per: il deputato Matteo Bragantini, il vice presidente della Provincia Luca Coletto, la sorella del sindaco Barbara Tosi, l'assessore comunale Enrico Corsi e un militante del Carroccio, Maurizio Filippi.
La IV sezione penale della suprema Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli imputati ed è stata così irrevocabilmente de definitivamente confermata la loro condanna per il delitto di “propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio etnico o razziale”, alla pena di due mesi di reclusione ed alla sanzione accessoria di divieto di svolgere attività di propaganda elettorale per anni tre, condizionalmente sospese, nonché al risarcimento in solido dei danni alle parti civili costituite, oltre alla rifusione delle spese processuali sostenute dalle parti civili.
Il Prof. avv. Lorenzo Picotti e l’Avvocato Federica Panizzo, difensori delle parti civili, nel loro comunicato affermano: «la pronuncia pone così definitivamente termine alla complessa vicenda processuale, durata circa otto anni, nella quale è tristemente emersa l’attualità e la pericolosità del “razzismo contemporaneo” quale fattore idoneo – anche per la sola “propaganda” pubblica – a scalfire il principio di pari dignità sociale delle persone e dei gruppi etnici e quindi la loro pacifica convivenza».
I condannati nel 2001 avviarono una campagna razzista contro i Sinti veronesi. Sgomberati dal loro luogo di residenza dall'assessore Fabio Gamba della giunta Sironi. Famiglie italiane che per tutta l'estate di quell'anno vagarono da uno spiazzo all'altro finché il presidente della Sesta Circoscrizione, Luigi Fresco, non accettò di ospitarli in un parcheggio di borgo Venezia. Un’odissea creata proprio dalla violentissima propaganda razzista, orchestrata dai condannati.
La Cassazione ha confermato la condanna già inflitta da tre diversi organi giudicanti: prima il tribunale di Verona nel dicembre 2004 per incitamento e propaganda di idee razziste, poi la corte d'appello di Venezia in due diverse sentenze. La prima fu decisa il 30 gennaio 2007 ma fu poi annullata con rinvio dalla Cassazione il 13 dicembre di quello stesso anno.
Il 20 ottobre del 2008, però, sempre i giudici di secondo grado confermarono la condanna a due mesi solo per propaganda di idee razziste. Contro questa decisione i difensori di Tosi e degli altri 5 imputati, gli avvocati Paolo Tebaldi e Giovanni Maccagnani e il professore Piero Longo di Padova, presentarono ricorso in Cassazione. E la Corte Cassazione con la decisione del 10 luglio 2009 e con le motivazioni rese note in questi giorni ha messo una pietra tombale su questo processo, durato quasi otto anni.
Sucar Drom accoglie questa condanna con grande soddisfazione e ringrazia gli avvocati Federica Panizzo, Enrico Varali, Paola Malavolta e il professore Lorenzo Picotti per il loro impegno profuso in questi otto anni di battaglia legale. Nel 2001 gli attuali vertici di Sucar Drom, erano nel Consiglio direttivo dell’Opera Nomadi che si costituì parte civile per sostenere la battaglia dei Sinti Veronesi.
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