Un codice di autoregolamentazione per prevenire i reati nel web è la soluzione emersa dall'incontro tra il ministro Maroni e gli operatori convocati in relazione ai contenuti apparsi sul web dopo l'aggressione a Berlusconi
«La strada da seguire è quella di un accordo fra tutti, definendo un codice di autoregolamentazione che coinvolga i soggetti interessati, evitando interventi d'autorità». Lo ha dichiarato ieri pomeriggio al Viminale il ministro dell'Interno Maroni al termine di una riunione con i gestori di rete e i rappresentanti dei social network, alla quale hanno partecipato anche il vice ministro delle Comunicazioni Paolo Romani, il capo della Polizia Antonio Manganelli, il consigliere ministeriale con delega alla sicurezza informatica Domenico Vulpiani, il capo della Polizia postale Antonio Apruzzese.
Gli operatori erano stati convocati per un incontro interlocutorio dopo la comparsa nel web di siti e gruppi che incitavano alla violenza a seguito dell'aggressione al premier Berlusconi avvenuta il 13 dicembre scorso a Milano.
La linea indicata da Maroni è quella di «un grande accordo di responsabilità fra tutti gli operatori, evitando interventi d'autorità ma ottenendo ugualmente il risultato», cioè contemperare la tutela della libertà di espressione con la necessità di rimuovere da Internet «contenuti che integrino gravi reati». La soluzione migliore è, dunque, un codice di autoregolamentazione che sarebbe, ha aggiunto Maroni, «il primo caso al mondo» e che dovrà essere elaborato e approvato «in tempi rapidi, per combattere il proliferare di gruppi che inneggiano all'omicidio, al terrorismo e alla mafia».
Giusto combattere il proliferare di gruppi che inneggiano all'omicidio, al terrorismo e alla mafia ma non si capisce il motivo per il quale il Ministro Maroni non creda che sia necessario inserire anche quei gruppi che inneggiano al razzismo e/o alla discriminazione dei “diversi” o alimentano la xenofobia. Ci sembra che il Ministro abbia perso di nuovo una buona occasione.
Le proposte emerse nell'incontro di ieri e quelle che seguiranno saranno esaminate e valutate all'inizio del nuovo anno nel corso di un tavolo di lavoro. L'obiettivo è individuare procedure efficaci che intervengano immediatamente dopo la segnalazione di siti o gruppi che istigano alla violenza o a commettere reato. Speriamo che anche i reati di discriminazione e razzismo siano inseriti nelle procedure adottate.
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